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la prima rivista in rete di attualità culturali
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Al parco pubblico Muzio de Tommasini a Trieste, le statue dedicate a uomini illustri della città nel campo della cultura, sono ricoperte dagli escrementi lasciati dai gabbiani che le "abitano" praticamente in permanenza. I volatili affamati, in cerca di cibo, stanno diventando sempre più aggressivi. Attaccano i tavolini di bar e ristoranti e aggrediscono i passanti con panini e patatine in mano. L'allarme lanciato a Trieste e in tutta l'Istria. Allo studio drastici provvedimenti per tentare di ridurli di numero, come la sostituzione delle uova depositate con uova finte. La stessa situazione anche a Venezia.
Si intitola "L'età della bellezza" l'ultimo lavoro di Maria Luisa Semi, celebre notaio in Venezia. Sul filo dei ricordi e dell'autobiografia, nella fortunata scia de "Una bambina, la sua guerra", uscito nel 2012 e tradotto anche in Francia, l'autrice traccia con mano felice e leggera, e un pizzico di nostalgia, il ritratto di una generazione e di un mondo che non c'è più. Squarci rivelatori di un modo di vivere ormai dimenticato, nel nome di un dio feroce del turismo peggiore, che ha travolto la città dei Dogi relegandola a un futuro marginale e invivibile. Con poche speranze e molta rabbia.
Per alcuni è solo Forte dei Marmi, leggendaria stazione di villeggiatura. Per altri è solo il Carnevale di Viareggio. In realtà la Versilia è molto altro. Un luogo dell'immaginario, una piccola patria diversa dal resto d'Italia. Un riassunto di natura, di umanesimo e di eleganza, una ricchezza di tesori culturali, umani e anche gastronomici, distesi tra il mare e la montagna, e un'infinità di eccellenze. Le racconta da par suo la penna immaginifica dello scrittore Dante Matelli in un gustosissimo libro dal titolo "111 luoghi della Versilia e dintorni che devi proprio scoprire". Assolutamente da non perdere.
Insopportabile. E' da quand'ero giovane che sento dire che è venuto il tempo di lasciare spazio ai giovani. Questo allora non mi dispiaceva, perché pensavo che ci sarebbe stato spazio anche per me. Poi non so se questo sia realmente accaduto. Se è accaduto non me ne sono accorto. Quello che so è che adesso che non sono più giovane (preferite che scriva vecchio?), continuo a sentir dire sempre la stessa, insopportabile, cosa, che cioè è venuto il momento di lasciare spazio ai giovani.
Viene finalmente alla luce, dopo ben otto secoli in cui si erano sprecate illazioni e dicerie, il "Canzoniere infame" di Ciucco Angiolieri, fratello dimenticato del più celebre Cecco, l'autore di "S'ì' fosse foco", uno dei massimi poeti del Duecento. Un libro appena uscito, pubblicato da I Antichi Editori, raccoglie per la prima volta alcune tra le migliori -e più sulfuree- poesie di Ciucco. Lo stile, in alcuni passaggi, risente dell'influenza della poetica del fratello maggiore, ma lo spirito di ribellione, la forza delle immagini e la furia iconoclasta sono spesso superiori, e raggiungono vertici spesso inaspettati.
Non accade tutti gli anni di trovare spettacoli di così alto livello nei circhi della capitale francese. Stavolta, a dispetto della crisi che attanaglia il settore (anche a Parigi i circensi sono scesi in piazza per protesta), hanno presentato spettacoli ragguardevoli sia il celebre Cirque d'Hiver Bouglione che lo storico complesso di Alexis Gruss in collaborazione con Les Farfadais. Buoni anche gli show del Phénix dedicato all'Africa e del leggendario sempre godibile Pinder.
Dieci canzoni ispirate per Michele Casale, cantautore italiano di stampo classico, molto attento all'uso del linguaggio. Elegante e raffinato, delicato e colto, mette in mostra una voce limpida e pulita, su atmosfere spesso sognanti e ovattate, e ritmi melodiosi. Suoi i testi come le musiche, lui stesso alla chitarra classica, Luigi Gaetani alle tastiere. Brani intimisti ma anche di critica sociale e di denuncia civile. Sempre espressi con garbo e delicatezza. Un disco prezioso.
La storica sala milanese fa arrivare appositamente dalla città lagunare per il carnevale ambrosiano una barca carica di comici e di splendidi costumi. Nel programma, dedicato al soggiorno milanese del celebre commediografo Carlo Goldoni, una delle sue più divertenti commedie, "Le Morbinose", messa in scena dalla compagnia teatrale "La Bautta - Fulvio Saoner", specializzata nel repertorio goldoniano, un'animazione degli attori in piazza Beccaria, e una mostra di costumi veneziani del Settecento dell'atelier "La bottega del costume" di Nicoletta Lucerna. La direzione artistica dell'evento è di Roberto Bianchin.
I catanesi riservano grandi festeggiamenti alla loro santa patrona, Agata, che per non aver ceduto alle lusinghe del truce proconsole Quinziano venne fatta rotolare nuda sui carboni ardenti come la lava dell'Etna. E' una processione enorme, commossa, a piedi scalzi e vesti immacolate. Garofani bianchi come la purezza di una fede e garofani rossi come il sangue versato per conservarla, adornano il carro che sorregge l'argenteo "fercolo", la macchina usata per trasportare i santi, illuminato da dodici ceri.
Trump: "non sapevo del pagamento alla pornostar". Pensava gliel'avesse data gratis.
Fate molta attenzione per l'anno appena cominciato, che chissà quali sorprese riserverà. Perché quello appena terminato verrà ricordato come l'anno delle fantasie sessuali più sfrenate. Così almeno assicurano gli esperti del settore, che si sono esercitati a lungo su quelli che chiamano i trending sex topics. Le fantasie sessuali più di moda, insomma. Ma come hanno fatto?
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Il punto di riferimento è la rotonda di Ponte Capitello. Il ponte, piccolo, c'è ancora, forse anche il capitello che gli ha dato il nome. Siamo a nord della provincia di Venezia, fra San Donà di Piave e Caorle, un chilometro a sud del fiume Livenza che lambisce Boccafossa di Torre di Mosto. Qui la storia sembra aver lasciato ben poco, se si eccettua l'epopea della bonifica e pittoresche memorie contadine non solo di guerra.
Il trench di Chloé - Capitolo I
Chloé è una psicologa francese in vacanza forzata a Venezia. Alla soglia dei trent'anni con un rapporto di convivenza tormentato con Philippe, il suo lui trombettista freelance itinerante, era arrivata a un bivio: la libera professione o il dottorato di ricerca a Venezia. Aveva già capito che la sua storia era al capolinea, ma non voleva limitarsi a cambiare trucco e parrucco e buttare tutto alle ortiche...
Lei, in buona fede e come fanno la maggior parte delle ragazze, ci aveva già provato: capello nero corvino, taglio carré e rossetto rosso Chanel senza però sortire nessun effetto, quindi, con il nuovo look e un po' di leggerezza, accettò il dottorato partendo per Venezia.
Macchina no, aereo nemmeno, bus mi sa da gita geriatrica, ed eccomi approdare a Venezia Santa Lucia, stazione ferroviaria.
Era la prima volta che ci venivo ed ero persino prevenuta, forse più che prevenuta, ero delusa e incazzata.