Ventisettemila spettatori in una settimana alla dodicesima edizione del festival internazionale del circo di Girona in Catalogna, magistralmente ideato e diretto da Genìs Matabosch. 24 attrazioni mai viste prima in Europa con 81 artisti di 16 Paesi. Il primo premio, l’Elefant d’Or, alla superba troupe di trapezisti volanti cileni The Flying Gonzalez, ben 15 artisti su 3 trapezi e con il quadruplo salto mortale. Si allarga anche il Museo del Circo di Besalù, un’altra delle creazioni di Matabosch, che presenta una delle maggiori collezioni al mondo di arti circensi.
Artisti under 21 da tutto il mondo si esibiscono sotto lo chapiteau della Dream Circus Academy di Paride Orfei nel decennale della scomparsa di una leggenda del circo come Nando Orfei. In programma dal 19 al 28 aprile a Peschiera Borromeo spettacoli, mostre, animazioni, convegni, film, concerti, presentazioni di libri. Madrina dell’evento un’icona leggendaria come Liana Orfei. Verranno assegnate tre borse di studio intitolate a Nando Orfei, Darix Togni, Antonio Salieri, nell’ambito di una collaborazione con l’International Salieri Circus Award. Il Memorial ha il sostegno del Ministero della Cultura.
Dall'Archivio de Il Ridotto
Ha suscitato scalpore e anche indignazione, come se fosse nuova, una notizia vecchia di tre anni fa: Salvo Montalbano, il commissario più amato dagli italiani, ha lasciato la sua eterna fidanzata Livia, per mettersi con una collega più giovane e carina. Ma questo era giù successo nel 2018, quando venne pubblicato il romanzo Il metodo Catalanotti, da cui è stato tratto l’omonimo sceneggiato televisivo. Solo che nessuno se n’era accorto. Se ne avvedono adesso perché lo vedono in tivù. Sarà perché nessuno legge più.
Una visita al sito di Bottega non è di sicuro come andare in gita nella splendida sede di Bibano di Godega di Sant’Urbano (che è vicino a Conegliano), un’antica casa colonica con vista sui colli, a una quarantina di chilometri da Venezia, in cui con sapiente stile l’antico si fonde con il moderno. E si possono ammirare i distillatori, la cantina dell’aceto aromatico, i tini giganteschi in cui fermenta il prosecco, e quando è stagione le dune delle vinacce sull’aia.
La fenomenologia tricologica del potere è in fibrillazione dopo la sonora inaspettata sconfitta elettorale del giunonico Plantigrado Biondo e della schiera dei suoi Titani: il Biondone non è più Biondo ma Cinereo e a Rodolfo gli si scioglie tutta la tinta come al professor compositor Gustav von Aschenbach morente sulla sdraio del des Bains (per i lidensi dèbeng) nell’estasi della pederastia e del colera.
Quando che abbiamo capito che a noi il vaccino non ce lo faranno mai (cioè, dovrebbero farcelo, ma molto avanti, così avanti che è quasi, appunto, mai) perché come che dice Ciang: «Voi non avete rischio e neanche età».
Nel mondo della globalizzazione del consumismo ideologico, dell’idea pop della democrazia occidentale in cui il conformismo delle opinioni vale più delle idee e l’apparenza conta più di tutto, si assiste al paradossale confronto tra razze e razzismo nel mondo dei giochi, dove secondo alcuni gli orchi e tanti altri cattivi sarebbe discriminati in base a pregiudizi.