Allegro concitato
l’Epistolario Erotico
di Arturo Toscanini

Dell’epistolario erotico di Arturo Toscanini allegro concitato amante di Ada Mainardi andante calmo

Una lunga focosa passione sullo sfondo di un’Europa dilaniata dall’odio e dalla follia della Seconda Guerra Mondiale nelle lettere d’amore di Arturo Toscanini alla ben più giovane amante.

VENEZIA — Un rapporto amoroso, durato sette anni, ha avuto inizio nel 1933 tra il direttore d’orchestra Arturo Toscanini di anni sessantasei (ricco di passato e con a disposizione ancora — presuntivamente — un breve avvenire) e Ada Mainardi Colleoni di anni trentasei pianista (ricca di futuro) moglie infedele del violoncellista Enrico Mainardi sessualmente inadempiente, morta nel 1976 rampolla fascinosa della nobile famiglia bergamasca dei Colleoni (la stessa famiglia del condottiero monumentalizzato a cavallo in un campo veneziano).

Tale rapporto risulta documentato da seicento lettere — più trecento telegrammi — del Maestro lasciate dalla Mainardi a Sela Sommer-Mainardi, la donna compagna del marito Enrico durante i suoi ultimi anni. Sono state vendute dalla casa d’aste Stargardt a Berlino nel marzo 1995 con un prezzo di riserva pari a 60.000 marchi pre-euro: tutte scritte su carte intestate di grandi alberghi, qualcuna con incollata una foto dedicata, leggibili in un libro intitolato «Nel mio cuore troppo d’assoluto – Le lettere di Arturo Toscanini» a cura di Harvey Sachs (Garzanti Editore Milano 2003).

Queste lettere sono state scritte da un Toscanini anziano, poco prima e poco dopo i settant’anni anni, surriscaldato dalla passione amorosa per una donna più giovane di 30 anni ficofora condiscendente e fellatiosa (…amo la tua bocca e i tuoi baci – quelli terribili che bevono la vita), vagheggiando l’amplesso oppure dopo averlo goduto, osannando disinibizioni sperimentate, oppure fantasticando altre goduriosità sessuali straordinarie più frequenti e totali (…possederci interamente – avvinghiati – sprofondati uno nell’altro – colle bocche anelanti – unite in attesa della voluttà suprema nell’istesso momento? Quando – quando? Dimmi tu Ada… Avverrà mai questo miracolo? Godere nello stesso momento? Dopo avvenga ciò che il buon Dio vorrà – anche la morte!).

Meritano di essere, perciò, campionariate antologizzando alcuni loro frammenti tra i più espliciti o paradigmatici. Supponendo distrutte le lettere viagratorie inviate dalla Mainardi all’amante anziano sessualmente vorace, ma delle quali è possibile trascrivere i brani citati dal Toscanini tra virgolette in alcune sue lettere, come quelli che seguono: «Bello e terribile ché all’ebbrezza si mescola il peccato, alla dolcezza l’angoscia, al bene il male» (23.7.1933) «mio uomo – mio Dio – mio tutto – mi stringo a te per baciarti, baciarti fino alla disperazione – fino a che tu mi chiedi pietà» «È un tale bisogno di darti e ridarti tutto quello che ho in me e che è tuo perché sei tu che mi fai vivere e mi arricchisci d’amore rivelandomelo… Quando, quando Artù? Ogni ora senza di te è perduta – disperata… Perché non sei con me?» (8 marzo 1937) — «Voglio dirti per voluttuosa fedeltà ogni momento della mia vita, che sarà sempre preso da te, pieno di te» (6.4.1937) — «Cosa sei tu? uomo e dio» (25.8.1937) — «Che il nostro amore non dovrebbe ferire nessuno – ché da un bene così intenso e fatto soltanto di rinunzie, ognuno dovrebbe trarre solamente la parte buona» (30.6.1938).

Oltre alla Mainardi, conosciuta nel 1917 (lei ventenne, lui cinquantenne), Arturo Toscanini ha intrattenuto rapporti amorosi con numerose amanti, perchè disamorato della moglie Carla dalla quale si considerava «…mai capito» e non assecondato sessualmente.

Tra le più documentate risultano Rosina Storchio che gli concepì un figlio destinato a morire sedicenne; e Geraldine Farrar che lo costrinse ad affrettare la partenza da New York nel 1915, causa un ultimatum della categoria «devi scegliere tra me e tua moglie!».

Altre lettere erotiche dell’illustre Maestro post-Mainardi risultano inviate tra il 1939 e il 1947 a Elsa Kurzbsauer, sorella di un amico professore di antropologia e moglie di un compositore e pianista che poi la divorziò: lettere scritte nei giorni in cui ha mal sopportato il bisogno di attività sessuale e si è attivato per soddisfarlo con una partner disponibile e discreta.

Il rapporto di Toscanini con la Mainardi ha cominciato ad avere i rendez-vous contati durante l’anno 1939, con scambi epistolari di servizio – intercettati e sconsigliati dai censori mussoliniani — fino al maggio 1941, causa la seconda guerra mondiale e l’antisemitismo della giovane pianista filonazista residente in Italia con frequenti soggiorni a Berlino al seguito del marito violoncellista: un filonazismo giudicato ripugnante dal celebre Direttore d’Orchestra durante gli anni della seconda guerra mondiale trascorsi stabilmente con i familiari negli Usa fino al 1946.

Mi fai male quando dici che non ami gli ebrei – Dii piuttosto che non ami il genere umano! Ebrei o Cattolici Protestanti o Anglicani gli uomini sono tutti uguali! Cattivi ed egoisti. I due delinquenti non sono ebrei – ma qualche cosa di ben peggio (da New York 9.2.1939).

Più della differenza di età e di ogni altra incompatibilità caratteriale, quindi, nocque al rapporto erotico/amoroso, annientandolo, l’adesione dei due illustri amanti a ideologie diverse inconciliabili e la compromissione palese reciprocamente non condivisibile con chi le portò sostenendole.

Docet questo brano di una lettera inviata a Ada dal Toscanini il 24-9-1937: … si sprofondono milioni a Berlino e Monaco per ricevere degnamente il gran Delinquente (Mussolini) così mi fu detto dal direttore del Grand Hotel di Gardone (che mi parve tedesco, ed aveva notizie dirette da Berlino). E tu — angelo – fiore dolcissimo – visione di cielo – anima della mia anima – respiri quell’aria putrida… Sei a contatto con quel popolo che non ha mai avuto, nè conosciuto il senso del ridicolo…. M’hanno detto che d’Annunzio ha accettato di divenire Presidente dell’Accademia d’Italia, supplendo Marconi! Dopo averla disprezzata al suo nascere, e non volendo farne parte! Rudero puzzolente!!! Già col piede nella tomba (morirà 5 mesi dopo 75nquenne!) non cessa di essere un pagliaccio sconcio —  ributtante… Che vergogna! Che umiliazione per la creatura umana che ci siano simili rappresentanti! Orrore – Schifo! Ada – voglimi bene – lo merito – si lo merito!…

ALCUNI INCIPIT – Mia dilettissima Ada… Gioietta mia… Mio vero e unico tesoro… Ada mia…. Amore mio… Mia diletta Ada… Ada mia cara… Ada mia tutta mia… Ada adorata… Amore mio immenso… Amore mio santo… Mia unica adorata creatura… Mia amatissima… Amore e disperazione mia… Carissima – Adoratissima Ada… Mia divina creatura… Anima mia…

ALCUNI EXPLICIT – Con amicizia tuo… Ti bacio con effusione… Ti bacio con amore la bella bocca… Tuissimo… Ti bacio con trasporto…

Autore un eccezionale settantenne (pressione 135, peso forma 73 kg) d’altri tempi con vite medie destinate a concludersi molto prima dell’anno settantesimo: incipit ed explicit di un geniale e virtuoso direttore d’orchestra viagrato dal desiderio sessuale suscitato, alimentato e appagato episodicamente e clandestinamente da una ficofora copulante, consenziente e tanto più giovane, avvinghiante e orgasmabile con prolungati e sapienti abbracci, durante ogni incontro ravvicinato, dopo accarezzamenti et altro preliminare eseguito da un uomo infoiato con bocca e lingua e mani sapienti prive di età, un uomo artista internazionale destinato a morire novantenne a New York nel 1957.
Emulo di Richard Wagner (1813-1883), divenuto nel 1864 amante di Cosima (figlia illegittima di Liszt nata nel 1832, già moglie di un pianista), uomo sensuale «…al massimo grado… Non poteva rimanere quindici giorni senza femmine. Le sue lettere sono disseminate di invocazioni alla femmina – non alla donna…, Maria la cameriera lo serviva benissimo…» (lettera del 3-7.1937); e di Giuseppe Verdi (1813-1901) fan del sesso orale coram populo, «…pure lui amava certi baci!», così commentato in una lettera a Ada del 7 novembre 1936: «E se gli piacevano le donne che male c’è? Ha scritto a ottant’anni il Falstaff – a settantaquattro l’Otello – con quel po’ di fibra vuoi che si accontentasse di dire Ave Marie?»

Brani estratti dal libro “Nel mio cuore troppo d’assoluto“ – Le lettere di Arturo Toscanini a cura di Harvey Sachs – Garzanti Editore Milano 2003

1 — …dimmi che ricorderai l’11 novembre – dimmi che non ti ho deluso – Mentre grido al mondo intero che mi hai dato la più grande delle gioie – la più insperata – avrei voluto morire subito perché sentivo di aver raggiunto l’estrema delle felicità… Ada mia – sei divina – ed ora posso dire – mia – veramente mia. Ti telegraferò – voglio avvertirti dell’ora che potrò telefonarti – Voglio udire la tua voce… Ne muoio dal desiderio. Le giornate di Parigi – le più care – belle – divine della mia vita. Amami, e per sempre. Sii il mio ultimo e supremo amore. Non posso scrivere di più… (da Bruxelles 20.11.1934)

2 — … Mia amatissima – Dimentico sempre che la mia Ada rassomiglia ad un magnifico andante calmo ed io ad un Allegro concitato… Cattiva creatura! Perché mi fai soffrire e mi spingi a scriverti lettere sconsigliate? (da Milano 9.9.1935)

3 — … Ada mia, sono disperato d’amore – stasera ti ho avuta ancora più nella carne di tutte le altre rappresentazioni… Era l’ultima del Fidelio… Pensavo che avresti ascoltato alla radio – che forse avresti udito la mia voce seguire lo svolgimento della musica sublime – che se avessi osato dire – Ada ti voglio bene – mi avresti udito! Ma qualche cosa pure ho osato fare. Ho levato di tasca il piccolo porta ritratto, guardato il tuo bel viso e portato furtivamente alle labbra mentre il dialogato durava! Oh! mia amante adorata – Ada divina – sono sempre più pazzo di te, ed è strano come ogni sera ritornando stanco, sfinito – esaurito per aver dato tutto il meglio della mia vita, m’assalga così violento il desiderio di te – di averti stretta, avvinghiata a me – di possederti in tutti i modi fino a esalare l’ultimo respiro!!! Dovremo si, dovremo passare una notte d’amore – di voluttà infinita – senza ansie nè paure!… ma quando? A Vienna??… Ed il mio cervello, i miei nervi, il mio sangue non mi danno la forza di attuare un gesto che ci renderebbe felici! La volontà è in perenne lotta con la coscienza… Mi odio ed ho schifo di me stesso… (da Salisburgo 31.8.1936)

4 — … Ti terrò vicina…ogni nota un penssiero a te rivolto.. tu tienimi aderente a te – in te – (come m’hai scritto) io morirò di voluttà — Tuissimo (da Salisburgo 22.8.1936)

5 — … Oh! potessi trasformarmi in un ovulo infinitesimale e vivere in te per sempre mai vedere la luce! Ada distruggi – distruggi questa lettera nonsenso… (da Vienna 11.11.1936)

6 — … E il fazzolettino rosso? (*) Non potendo dissetarmi direttamente alla fonte dilettosa – spero nella surrogazione… Non obliare… (da Pallanza 31.10.1936)
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(*) Toscanini aveva iniziato ad inviare ogni mese alla sua Ada uno dei suoi fazzoletti, con la richiesta sempre più insistente di macchiarlo del suo sangue mestruale e di rispedirglielo. Ada soddisfece spesso questa sua richiesta.

7 — … Perché non mi mandi qualche piccola istantanea?? E i tuoi giorni di grazia non sono ancora arrivati? Oppure hai dimenticato la promessa solenne… E i fiorellini del giardinetto (*) della piccola Ada. Attendo tutto spasmodicamente. Attendo lettere a Stoccolma. Dammiti tutta — sentimi in te e senti la mia bocca vorace sulla tua meravigliosa – divina… (da Stoccolma 7.3.1937)
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(*) I fiorellini sono i peli pubici, il giardinetto è il pube.

8 — … Ada mia – da tre ore sono a letto. Ho con me le tue piccole fotografie – come sempre – e le tue ultime lettere, brucianti di passione che mi mettono l’inferno nel sangue. Non ho potuto chiudere occhio un solo momento (3 ore di mattina). Lei (la moglie Carla) dorme profondamente – Sento il suo respiro cadenzato in ritmo monotono che mi dà la sicurezza che posso scriverti qualche parola per sfogare – diminuire la febbre che ho nel sangue. Non scandalizzarti – ma cerca di comprendere lo stato mio acuto di sensualità da tempo contenuta… Ho voglia – ho desiderio di te – di tutta te… Ho le vene che pare vogliano scoppiare! Le tue lettere mi rendono pazzo – Tu mi desideri – mi vuoi – ed io non so più contenere la mia brama voluttuosa – vorrei baciarti dalla testa ai piedi – succhiarti ogni angolo – ogni meandro più ascoso del tuo adorato corpo. Le tue parole «mio uomo – mio Dio – mio tutto – mi stringo a te per baciarti, baciarti fino alla disperazione – fino a che tu mi chiedi pietà» mi tolgono il lume dagli occhi – non vedo più giusto – sono come pazzo – potrei commettere un delitto!! Ada, amo la tua bocca e i tuoi baci – quelli terribili che bevono la vita… Ma possederti – sprofondato in te – uno solo – guardandoti negli occhi – vedendo – guardando quei tuoi occhi magnifici cerchiandosi poco a poco di nero come vinti – stanchi per voluttà goduta – oh! tu non sai cosa sia di divino – di sovrumano per il tuo Artù! Tu non sai cosa sei tu per me! Vorrei essere io Ada e tu Artù – solo allora tu potresti comprendere quale immensa – trascendentale voluttà sia possedere – godere una creatura della tua grazia – della tua bellezza! Tu dici che ti scavo l’anima – ma tu mi scavi anima – corpo – la vita tutta. Ma quando – quando potremo possederci interamente – avvinghiati – sprofondati uno nell’altro – colle bocche anelanti – unite in attesa della voluttà suprema nell’istesso momento? Quando – quando? Dimmi tu Ada… Avverrà mai questo miracolo? Godere nello stesso momento? Dopo avvenga ciò che il buon Dio vorrà – anche la morte!

«È un tale bisogno di darti e ridarti tutto quello che ho in me e che è tuo perché sei tu che mi fai vivere e mi arricchisci d’amore rivelandomelo… Quando, quando Artù? Ogni ora senza di te è perduta – disperata… Perchè non sei con me?» – questo tu mi scrivi – e non vuoi ch’io impazzisca?… (da L’Aja 8 marzo 1937, ore tre del mattino)

9 — … Quanto amore – quanta passione mi hai versato nell’anima Ada mia cara – mia unica – mia santa creatura! Quante volte ho veduto la tua bella faccia illuminata – trasfigurata (di giorno – di notte) sotto l’ardente voluttuosa mia carezza! Quanta esaltazione amorosa ci sospingeva l’uno in braccio all’altro! Ricordi? L’ultima notte non sapevamo – non volevamo – non potevamo più staccarci… Eravamo come presi da furore voluttuoso! E dopo? Come fu dolce assopirci blandamente, stretti l’uno all’altro – e quanto amaro fu invece strapparci da quella stretta – chè forse avremmo voluto fonderci entrambi ancora una volta! Si, amore mio – ho con me tutto di te – come tu hai tutto di me. In quei cari giorni siamo stati uno dell’altro come mai in passato… Mai i nostri corpi furono tanto fusi… Mai ci siamo conosciuti così intimamente…(dall’Isolino 22.9.1937)

10 — …Giuseppe Verdi… E dire che pure lui amava certi baci! Ma non sarà mai arrivato all’estremo limite di ogni più pazzo desiderio come il tuo Artù. Ma posso ben dire e con certezza che non avrà mai amato, e stato amato da una creatura bella come te – Ada mia. La Stolz – una contadina. La Strepponi – donna colta ma un vero maschio… (da Londra 26.5.1938)

11 — … Sono geloso di Enrico (il marito)… Mi pare assurdo che possa viverti accanto e non possederti ogni dieci minuti… Se avessi la sua gioventù io lo farei. Io ti ridurrei uno straccio. Sei troppo bella e cara e graziosa – e io troppo vecchio per prosternarmi e onorare la tua bellezza come si conviene… sono un pazzo – un delinquente per non avere il coraggio di dire a Enrico che ti amo di un amore che lui sa – non avrebbe mai potuto immaginare potesse essere sulla terra… (da New York mercoledì notte 26.10.1938)

Ada Mainardi Colleoni

Allegro concitato l'Epistolario Erotico di Toscanini