Arrivano i nuovi
dubbi amorosi
Nello scaffale dei libri proibiti
L’ombra lussuriosa di Pietro Aretino si riaffaccia prepotente cinquecento anni dopo per dare ancora scandalo. L’iniziativa è del poeta A. C. Whistle, pseudonimo ambiguo dietro al quale si nasconde un noto e rispettato intellettuale italiano, che pubblica un sulfureo libello ispirato ai modi dell’Aretino, «I nuovi dubbi amorosi 2018» (Amazon Fulfillment), in cui trae spunto da trentacinque fatti di cronaca, tutti a sfondo sessuale, realmente accaduti in varie parti del mondo lo scorso anno. L’autore li reinterpreta a modo suo, un modo «politicamente scorretto», come ammette, prima instillando dubbi sul significato del fatto in sé, poi emettendo, in qualità di giudice, una sentenza «morale» che in molti casi lascia sconcertati.
(l.a.) — Diciamo la verità, un po’ (tanto) ci mancava quel geniaccio irriverente di Pietro Aretino (Arezzo 1492 – Venezia 1556). Perciò è un sollazzo vedere che ogni tanto compare, nel variopinto universo letterario, spinto da chissà quale misterioso vento venuto di lontano, qualche suo degno erede. Com’è il caso di A.C. Whistle, apprezzato e temerario poeta contemporaneo di vaglia, che non è straniero a dispetto del nome ma italianissimo (vive e si trastulla nella Città Eterna), e che dietro l’ambiguo pseudonimo (whistle letteralmente vuol dire fischio, ma significa anche tenere le labbra in una certa posizione…), cela una prestigiosa identità d’intellettuale d’alto bordo, che terremo convenientemente celata ai più.
Orbene, il nostro Poeta ha richiamato in vita i dubbi amorosi alla maniera dell’Aretino in un gustoso e sapido libello intitolato semplicemente “I nuovi dubbi amorosi 2018” (Amazon Fulfillment) stampato clandestinamente in Polonia (!), ma facilmente reperibile su Amazon (50 pagine, 7,90 euro). Le poesie, tutte piuttosto birichine, per non dire apertamente licenziose, traggono spunto da trentacinque fatti di cronaca realmente accaduti nel 2018 e commentati alla maniera di Pietro Aretino, i cui “Dubbi Amorosi” a quasi cinquecento anni dalla pubblicazione sono ancora un testo proibito per la crudezza del linguaggio con cui affrontano situazioni erotiche bizzarre o estreme.
La lingua di Whistle è forte e pura, curata e colta, il tratto divertente e dissacrante. I versi sono endecasillabi, ad eccezione di un solo componimento, il Dubbio XXII, che combina dodecasillabi ed endecasillabi, ma solo alcuni componimenti riprendono lo schema originario ABABABCC ripetuto per “dubbio” e “risoluzione”, sostituito da varie combinazioni di rime baciate, alternate ed incrociate.
Per quanto riguarda i contenuti, “è doloroso vivere in un’epoca nella quale bisogna spiegare l’ironia”, dice l’autore, che in quest’opera affronta “in modo ossessivamente politically incorrect” temi come omosessualità, zoofilia, prostituzione, transessualismo, pedofilia, incesto, sesso nel sacerdozio, forze dell’ordine, razzismo, omicidi passionali, antropofagia e tanto altro, ma soprattutto la violenza sessuale sulle donne, finanche minori e disabili.
“Dovrebbe essere superfluo precisare –scrive Whistle nella prefazione del libro- che la costante assoluzione del comportamento maschile, spesso accompagnata addirittura dalla misogina condanna della donna tramite luoghi comuni (perché ha provocato, perché è stata imprudente, perché era vestita in modo audace, etc.), vuole per paradosso sottolineare quanto sia sempre comico, e talora purtroppo pericoloso, l’uomo che non sa governare il proprio istinto sessuale”.
Ne viene fuori un provocante gioco letterario: quello di impersonare un immaginario giureconsulto che assolve nequizie e condanna le vittime, volgendo in burla fatti che giustamente destano sgomento ed orrore. “I lettori e le lettrici potranno non apprezzarlo e giudicarlo di cattivo gusto –mette sull’avviso, preveggente, l’autore- ma si astengano dal cercare inesistenti apologie di reato, vilipendi o istigazioni all’odio”.
Non è stato facile (è un’operazione quasi impossibile), scegliere un componimento da pubblicare, come esempio di quanto detto, fra i trentacinque che compongono la raccolta, data l’esplicita durezza del linguaggio usato. Alla fine ne abbiamo scelto uno tra quelli un po’ meno sulfurei. Fa riferimento a un fatto realmente accaduto il 4 ottobre dell’anno scorso a Senigallia, per l’esattezza sulla statale n.16 tra Marzocca e Montemarciano, dove un quarantunenne ha fatto salire a bordo della sua auto una prostituta, ma accortosi che era un trans gli ha ordinato di scendere.
Questi, un trentottenne brasiliano residente a Montemarciano, ha reagito con violenza, e al pestaggio si è unito anche il protettore, un ventiquattrenne di Ancona. Infine i due hanno rubato all’uomo l’auto e il denaro che aveva con sé. La vittima ha sporto denuncia e gli aggressori sono stati arrestati. Questa la poesia di A. C. Whistle ispirata a quel fatto:
Dubbio IX
Nella città di quel Mastai Ferretti
che il nono Papa fu di nome Pio
un tale accecato dal desio
dimentica prudenza e i suoi precetti:
carica in auto a fini di lussuria
una donna ch’invece è un viado
col glande grosso sicut avocado
che del tapino soffoca la furia.
Questi non paga e viene malmenato:
puote il compenso esser reclamato?
Risoluzione IX
Fraus omnia corrompit è il brocardo:
vestendosi da donna il marchettaro
trasse in inganno il lussurioso ignaro
che della verga s’accorse con ritardo.
Si sa che non ragiona l’arrapato
e vedendo un culo con un tanga
non accerta l’assenza della stanga:
ideo qual incapace è tutelato.
° A. C. Whistle, “I nuovi dubbi amorosi 2018”, Amazon Fulfillment