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Il Ridotto di Venezia
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Il Lunedì

Baffone

Roberto Bianchin

Non saremo mai un paese normale.
La campagna elettorale che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane si scatenerà in Italia, in tutta la sua vivacità (diciamo così) fino al giorno della prossima primavera in cui andremo alle urne, ci proietterà nuovamente su un pianeta massimamente litigioso, tra urla e polemiche, baruffe e ricatti, anonimi dossier e inevitabili colpi bassi.

Ci siamo abituati, per carità, o dovremmo quantomeno esserci abituati, dato che questo deplorevole andazzo dura già da un bel po’ di anni. Invece ogni volta ci sorprendiamo. E ogni volta che accade, pensiamo con molta invidia ai nostri vicini di casa in Europa, ad altri paesi come la Francia, la Germania, la Spagna (un po’ meno) ma anche l’Austria e la Svizzera, dove le elezioni, che pure si tengono a scadenze regolari anche in quei paesi, che sono comunque paesi democratici (qualche volta sembra che ce lo scordiamo), appaiono come un fatto normale della vita, non scatenano polemiche furibonde, tanto meno disordini né scontri di piazza.

Insomma, non solo l’alternanza al potere è sacra, ma vincere o perdere è un fatto normale per i partiti politici, nella maggioranza dei paesi europei nostri vicini. Solo da noi in Italia sembra che debba scoppiare la rivoluzione se vince l’uno o perde l’altro. Sembra che arrivino i bolscevichi. Che il paese vada a fondo. Che finiamo in bancarotta. Che usciamo dall’Europa. Che Obama ci dichiari guerra.

I nostri leader politici (leader?) amano usare toni apocalittici. Forse per impressionarci. Un po’ ci sono riusciti, almeno a guardare i risultati, non esaltanti, degli ultimi anni. Ma a chi come noi non si spaventa, resta il grande sogno di diventare finalmente, un giorno, un paese normale, dove se vince la destra, o se vince la sinistra, nessuno si senta in pericolo e mediti di fuggire all’estero. Dove ci sia una destra conservatrice educata e perbene, e una sinistra progressista libertaria di stampo socialista.

Insomma, non chiediamo niente di più di avere, anche noi, due partiti normali. Ci leccheremo i baffi ad avere un Hollande e un Sarkozy. Invece ci tocca Grillo. E non possiamo neanche più dire, come un tempo: addavenì Baffone! ★

elezioni
Hollande
Sarkozy
Grillo
Gio, 11/01/2012 - 12:00

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