Buoni propositi
per l’anno nuovo

Sì, ecco: appunto. E che e che: cominciamo bene! Cioè vi spiego. Sarebbe che ogni anno, alla fine di quello vecchio, o all’inizio di quello nuovo (non è che cambi molto) mia moglie tira fuori la storia dei buoni propositi per l’anno nuovo. E non scherza mica. E no: proprio no. E questa volta mi sono fatto fregare di brutto. Colpa mia (di Andrea Silvestri che sono io, anche no). Ma anche colpa del Mauri. Ovvio.

Comunque. All’ultimo dell’anno siamo andati a casa del Mauri: io, mia moglie, la Stefania (che è una delle tre o quattro vecchie morose del Mauri che lui tira fuori a rotazione: stavolta toccava a lei); più il ragionier Carestiato e la moglie di lui, che però siccome che abitano a Mestre, sono andati via neanche fatto il brindisi. Che ci avevano paura del ritorno degli ottantamila — moltissimi dei quali che avrebbero potuto stare anche a casa loro, che era meglio, come che noi siamo stati a casa del Mauri — e comunque è così: i veneziani espiantati in terraferma hanno dei tempi loro che non sono mica i nostri. In più il ragionier Carestiato a me non mi è mica simpatico.

Comunque mia moglie, sarà perché ha studiato dalle suore, sarà perché ha fatto economia e commercio (sarà per questo che gli sta simpatico il ragionier Carestiato, forse), sarà perché gli piace tantissimo tutto quello che a me invece no, ecco che tutti gli ultimi degli anni, o primi (dipende da quando che facciamo il brindisi: se prima o dopo di mezzanotte) tira fuori questa storia dei buoni propositi per l’anno nuovo. E tutti gli anni, fin da quando eravamo morosi, io ci casco. E invece il Mauri no.

Così stavolta, dopo del menu tutto di bisatto fatto dal Mauri (bisattelli in carpione, risotto di bisatto, bisatto al forno nell’alloro detto anche bisatto laureato, bisatto fritto e bisatto in umido) il tutto inevitabilmente inondato di prosecco ghiacciatissimo portato da me; più tutte le altre robe portate dagli altri (compreso il musetto con le lenticchie a cavallo di mezzanotte, mandorlati e frutta secca per dopo) e una serie di americani serviti a ripetizione come aperitivo (non vorrete mica che beviamo spritz come aperitivo l’ultimo dell’anno). Ecco che mia moglie tira fuori la storia dei buoni propositi e io, colpa degli americani del Mauri, sono caduto sul battiscopa.

In senso figurato. È ovvio. Il battiscopa esiste in realtà, ed è secondo mia moglie l’esempio della mia inutilità nella vita. Sei mesi dopo che ci eravamo sposati in cattedrale a Torcello, appena andati ad abitare nella casa in dove che abitiamo ancora adesso (e che è di mia moglie, sia chiaro) mi sono proposto di mettere il battiscopa in basso su tutte le pareti della casa (ancora non ho capito perché). Per fortuna non tutte le stanze: almeno nelle stanze e corridoi (notate il plurale) in cui vi è il terrazzo alla veneziana e non il parquet (si legge parché) datosi che il parquet ce l’ha già, il battiscopa.

E fu un errore gravissimo, visto che sono passati ormai molto più di trent’anni e il battiscopa ha resistito a tutti i miei sforzi e tentativi di assoggettarsi ad essere installato (tranne un paio di metri che permangono inspiegabilmente attaccati, anche un po’ storti, a due pareti di un corridoio di seconda scelta). Eppure le ho tentate tutte (nei primi due anni): chiodi viti graffette sparachiodi colla vinilica colla sintetica colla caravella stucco stucco da muro stucco da legno stucco da scuri stucco da pavimento; qualche anno fa ho provato anche con il silicone. Prima quello normale e poi quello da acquari, a causa degli strilli di mia moglie per la puzza di aceto. Ma né il silicone normale né il silicone da acquari, come tutte le altre cose, si sono attaccati né al muro né al battiscopa: però non sono mai più andati via dal vestito di velluto a coste che avevo indosso; era un po’ vecchiotto ma ancora buono. Sorvolo sulle schiume sigillanti che si gonfiano da sole. Insomma: sembra impossibile, ma c’è gente che si guadagna davvero da vivere mettendo su chilometri e chilometri di battiscopa tutta la vita.

Così, quando con la mente e il corpo reciprocamente confusi dagli americani, dal bisatto, dal prosecco, ho detto che avrei messo su i battiscopa che erano in soffitta a prendere tarli e polvere, mia moglie ha fatto il suo solito sorrisino che è peggio di qualsiasi altra cosa; e il Mauri si è fatto una grassa risata. Il ragionier Carestiato e sua moglie invece sono rimasti indifferenti, soprattutto perché se ne erano già andati. Così questo è il motivo per cui questo venerdì è stato pubblicato il sabato sera.

La Stefania non me lo ricordo, ma il Mauri invece ha detto a mia moglie che stava pensando di tornare a fumare il toscano e mia moglie lo ha rimproverato dicendogli che non era niente affatto un buon proposito, ma il Mauri le ha risposto invece che secondo lui lo era eccome, un buon proposito, datosi che il toscano gli piace tantissimo. Buon anno!!!

Un assortimento di utili utensili (fonte wikimedia).

Buoni propositi per l'anno nuovo