Casanova in Francia
studiato a scuola

La proposta dello scrittore Philippe Sollers al ministro della cultura

L’autore di «Casanova l’admirable», considerato il petit-fils del seduttore veneziano, afferma di aver scoperto la tomba di Casanova in una chiesa diroccata nella foresta di Dux in Boemia, e intende avviare delle ricerche per trovarne i resti.

PARIGI (r.b.) — Casanova studiato a scuola. Le sue opere, i suoi libri, la «Histoire de ma vie» innanzitutto, ma anche la sua filosofia, la sua vita, il suo modo di intenderla, e la società del suo tempo, l’Europa dell’epoca. Quello che sembrava audace, troppo audace, ma anche folle e impossibile, potrebbe invece realizzarsi. Non in Italia, ma in Francia, dove in seguito alla grande mostra della Biblioteca nazionale di Francia in cui viene esposto per la prima volta il manoscritto originale della «Histoire», stanno cominciando a pensarci seriamente.

La proposta, all’apparenza stravagante, ma non poi tanto, l’ha avanzata uno dei più importanti scrittori francesi, Philippe Sollers, studioso e ammiratore di Casanova — passione che condivideva con l’ex presidente della Repubblica d’Oltralpe Francois Mitterrand, come racconta egli stesso — che ha partecipato alle trattative con l’editore tedesco Brockhaus per la vendita del prezioso manoscritto e che ha dedicato all’avventuriero veneziano un arguto libro di 338 pagine, «Casanova l’admirable», in cui esalta, più del seduttore, il Casanova scrittore.

Sollers, che in Francia viene considerato dal ministro della cultura come il petit-fils di Casanova, sostiene infatti che il veneziano Giacomo «è uno dei più grandi scrittori francesi che siano mai esistiti», da porre sullo stesso piano dei grandi del XVII secolo, come Voltaire, Rousseau, Laclos, Sade. Pertanto, lo studioso chiede solennemente — e ne ha già parlato proprio con il ministro — che Casanova «sia riconosciuto e ammesso all’insegnamento nelle scuole come uno dei più grandi scrittori francesi, dal momento che ha scritto in francese».

Ma non si ferma qui il pirotecnico Sollers. Ha un’altra choccante proposta da fare. In un’intervista rilasciata a Joseph Vebret del «Magazine des livres», chiede ufficialmente al governo francese (anche se magari di questi tempi hanno ben altre gatte da pelare) di intraprendere delle ricerche in Boemia per cercare di ritrovare i resti di Casanova e portarli — bontà sua — a Venezia, dove accoglierli con una cerimonia fastosa a Palazzo Ducale, dove ebbe luogo la famosa fuga dai Piombi. Un luogo simbolo.

Della tomba di Casanova, come si sa, non si è infatti mai trovata traccia. Non si è mai saputo dove in realtà fosse stato sepolto. Negli anni 80 vi fu una presunta scoperta, poi beffardamente sbugiardata. Philippe Sollers, come un nuovo Indiana Jones letterario, sostiene di averla trovata. L’ha fotografata, si è fotografato insieme alla lapide, e ha pubblicato la foto nell’ultima di copertina del suo libro dedicato a Casanova.

«Per scrivere il mio libro “Casanova l’admirable” — racconta — mi sono recato sui luoghi frequentati da Casanova. E un giorno, passeggiando nella foresta intorno a Dux in Boemia, dove si trova il piccolo castello barocco dove Casanova abitava e dove è morto, ho scoperto una lapide con una scritta. L’ho trovata sul muro di una chiesa dove probabilmente è sepolto. C’era una scritta in tedesco: “Jakob Casanova. Venedig 1725. Dux 1798.” Nient’altro. Ma questa chiesa era inaccessibile, in rovina. Mi hanno detto che probabilmente c’era una donna anziana che aveva le chiavi e che ci veniva ogni tanto. Penso che bisognerebbe andare sul posto e fare delle ricerche. Vedere se si trova la sua tomba dietro la lapide, e se per caso non è rimasto qualcosa di Casanova, che so, un femore, una tibia, o qualcosa di simile…».

Sollers ha perfettamente ragione. Magari sarebbe interessante se a questo punto si muovesse anche Venezia. La città natale del grande Giacomo non gli è stata in fondo molto riconoscente. Non c’è una calle che porti il suo nome, non un teatro, non un monumento, solo un’iscrizione in calle Malipiero, dove nacque. Non sarebbe male se provassimo a recuperare i suoi resti, se ci sono, prima che i francesi ci rubino anche quelli.

Casanova in Francia studiato a scuola