Fronte Nord Est
fra sentieri e trincee
della Grande Guerra

Cronache dagli scenari di confine del primo conflitto mondiale

Quello di Massimiliano Melilli, noto volto televisivo di Rai News 24, è uno dei più interessanti e più riusciti volumi che raccontano la prima guerra mondiale. Un percorso nella memoria attraverso i territori sui confini del Nord Est in cui storie grandi e piccole, spesso inedite, si mescolano e si intrecciano ai drammi, alle bombe, alla fame, alle paure, alle battaglie e all’attesa della pace. Un libro appassionante che è anche il racconto di come e perché l’Italia sia diventata Nazione, tracciato dall’autore con la tecnica sopraffina del cronista e lo stile asciutto ed elegante del narratore.

(r.b.) – Anatole France diceva che in guerra si crede di morire per la patria ma in realtà si muore per l’industria. È l’incipit folgorante, secco come un colpo di fucile, di uno dei libri più interessanti usciti in occasione del centenario della prima guerra mondiale, Fronte Nord Est, cronache dalla grande guerra, scritto dal noto volto televisivo di Rai News 24 Massimiliano Melilli, e pubblicato dalla Biblioteca dei Leoni nella collana storica diretta da Paolo Ruffili, con una puntuale prefazione di un giovane uomo di lettere come Francesco Chiamulera.

Volto amico della notte, Melilli ha lingua svelta, passo veloce, e movenze da incantatore, sia che conduca da par suo il tiggì delle ore piccole, sia che ci delizi con i suoi elzeviri sul Corriere del Veneto, sia che si cimenti in altre storie, quasi sempre a sfondo politico e sociale, come nei suoi libri più riusciti, Mi chiamo Alì, Soldi di razza, La civiltà del sorriso, Malati di confine, Europa in fondo a destra, e lo splendido Punta Galera, il romanzo di Antonio Gramsci a Ustica.

Anche in questo volume dal periodare secco, volutamente scarno, preciso, che non ha bisogno di aggiungere emozione all’emozione del conflitto, Melilli racconta storie nascoste, dimenticate, e scava a fondo nei molti – troppi, sottolinea – interrogativi senza risposta.

Le sue storie sono storie di quella terra di confine dove i segni non raccontano i sogni. Dove le testimonianze di chi combatté si contrappongono a quelle di chi subì. Dove si mescolano i volti, le emozioni, i piccoli e i grandi cambiamenti, le famiglie distrutte, il tempo delle battaglie e l’attesa senza fine della pace.

E poi le bombe, la paura, la fame, l’amore, la miseria, la speranza. Melilli si avventura in questi territori non del tutto esplorati, e si muove fra trincee, avamposti, mappe e reticolati con la tecnica del cronista e lo stile del narratore.

Per cercare di riannodare i fili della storia, l’autore mette in scena con sapienza un itinerario visibile che non è solo un viaggio nel tempo ma è soprattutto un percorso nella memoria: dal magma mai sepolto della grande guerra riemergono così nitide queste piccole e grandi cronache, centellinate una dopo l’altra come in una sciarada.

Perché un conflitto è la somma di tante tessere che alla resa dei conti compongono sempre un mosaico che qui l’autore, pazientemente, crea con i colori dei fatti, le tinte dei misfatti, le sfumature della verità e i chiaroscuri delle menzogne.

Dallo scenario europeo del 1914 a Mussolini, ai generali Cadorna e Diaz, al ruolo della borghesia e degli intellettuali, sino alla forze in campo sul territorio, Fronte Nord Est è anche il racconto di come e perché l’Italia sia diventata Nazione. Un’epopea che non si può dimenticare tracciata in un libro da leggere e rileggere.

Fronte Nord Est. Cronache dalla grande guerra di…

Fronte Nord Est fra sentieri e trincee della Grande Guerra