Gli insegnamenti
della Coppa America
America’s Cup ha beneficiato in immagine ma è questo uno sfruttamento che possiamo accettare
Ringraziamo Alberto Sonino per il coraggio dimostrato nel proporre a Giorgio Orsoni di portare a Venezia questa tappa dell’America’s Cup. Quindi ringraziamo anche il Sindaco e l’Amministrazione per essere riusciti ottimamente in questa impresa.
È stata una grande occasione per noi veneziani: abbiamo imparato che l’Arsenale si può con successo aprire alla città ed abbiamo avuto la conferma che per elezione il suo ruolo principe può ben continuare ad essere legato alla nautica.
Abbiamo visto Venezia tornare capitale della civiltà dell’acqua e migliaia di persone assieparsi su rive, ponti e, ancor meglio, sulle barche per assistere ad eventi sportivi comunque misteriosi ai più.
Abbiamo visto che il Bacino San Marco può essere interdetto al traffico anche per un consistente lasso di tempo.
Abbiamo appreso che le nostre barche a vela al terzo, armate con rispetto delle tradizioni, sono affascinanti anche per i campioni della vela più tecnica.
Abbiamo ammirato gli esercenti ravvivare una delle vie più belle della città con una memorabile tavolata imbandita con le specialità della nostra cucina più tipica.
Abbiamo visto con emozione la flottiglia di catamarani venire incontro al grande corteo a remi della Sensa: la marineria tipica e tradizionale salutata dal massimo della tecnica e modernità della vela.
Quindi d’ora in poi vogliamo tornare, come cittadini, sulle nostre rive ed in Arsenale ad ammirare eventi nautici e sulle nostre barche, magari in legno e con vela al terzo, a vivere la laguna; torneremo in calle ed in campo organizzando tra vicini tavole imbandite.
Vogliamo vedere ancora le acque del Bacino e della laguna rispettate e ripulite da traffico e moto ondoso. Con i nostri cortei andremo incontro e faremo un bell’alzaremi a tutti coloro che dimostreranno amore per la città e la laguna.
Certamente America’s Cup ha beneficiato in immagine ma è questo uno sfruttamento che possiamo accettare, perché a impatto zero e perché proiezione nel futuro di ciò che Venezia è stata: marineria pura.
Altri sono gli sfruttamenti inaccettabili: i maxicartelloni pubblicitari sui cantieri (quello di Prada sulla Zecca francamente inopportuno), le maxinavi a 10/15 ponti, il turismo in infradito vomitato da centinaia di granturismo indifferenti al moto ondoso provocato.