Il babau dei
poteri forti

Gli oppositori di Matteo Renzi, che ogni giorno che passa diventano sempre più numerosi in casa e fuori (e ci sarà un perché), lo contestano dicendo che non solo è massone, ma anche che è succube dei poteri forti. Lui, Renzi, reagisce dicendo non solo che non è massone ma boy scout (detta così, sembrano due cose diverse), ma anche che lui non appartiene ai poteri forti, bensì, al contrario, che è lui che lotta contro i poteri forti, ragion per cui i poteri forti, per difendersi, tentano in tutti i modi – essendo forti, anche con la forza – di sbarazzarsi di lui. Interessante.

In compenso, per confondere ancor più il quadro già assai confuso dell’Italietta politica di questi tempi, ci si mettono anche Mario Draghi (presidente della Banca centrale europea) e Ignazio Visco (governatore della Banca d’Italia), i quali, pressoché all’unisono, rassicurano il Belpaese che anche loro non hanno alcuna intenzione di fare, al posto di quello di Renzi, un governo dei poteri forti.

Quanto basta e avanza per non poterne davvero più di questi cosiddetti poteri forti. E poi: ma chi sono questi benedetti (o maledetti) poteri forti? Che nomi hanno? Dove abitano? Chi rappresentano? Cosa vogliono? E perché mai dovrebbero interessarsi di ogni finestra che sbatte nell’italico stivale?

E poi, forti. Perché forti? Il potere, come dice la parola stessa, è già forte di suo. Altrimenti non sarebbe un potere. Avete mai visto voi dei poteri deboli? Quali sarebbero? O quali potrebbero essere? Non credo proprio che esistano poteri deboli. Pensieri deboli, casomai. Il potere è potere. Ed è forte proprio in quanto potere. Non solo logora chi non ce l’ha, come teorizzava quella vecchia volpe di Giulio Belzebù Andreotti. Non prendeteci in giro per piacere.

Alla voce potere, il dizionario italiano Sabatini Coletti spiega che si tratta di una «possibilità oggettiva», e di una «capacità concreta» di fare qualche cosa. Qualsiasi cosa. Aggiunge che potere significa potenza, forza e virtù, ma anche “capacità di imporre il proprio volere, di influenzare il comportamento e le opinioni». Non solo. Vuol dire anche «esercizio dell’autorità in un determinato campo, in particolare la direzione e il controllo della vita di un paese, e l’esercizio del governo». Un potere vero e pieno, come si vede, che non ha alcun bisogno di venire aggettivato anche come «forte».

Quello dei poteri forti è un babau che viene usato, almeno da una ventina d’anni, quasi sempre a sproposito. Qualcuno, nel tempo, ha provato anche a dare loro un nome ed un cognome: la massoneria, le banche, i servizi segreti, l’Opus Dei, Bankitalia, Mediobanca, il Csm, la Corte Costituzionale, la grande industria, le lobbies, i gruppi editoriali. Un alibi, in realtà, «per le cose mirabolanti che la politica vorrebbe fare per il paese, ma che forze potenti e oscure impediscono», come annota la penna acuminata di Alberto Statera nella sua rubrica Oltre il giardino sul supplemento economico di Repubblica, Affari & Finanza.

Anche perché l’unico potere forte conosciuto, vero e certificato, è proprio quello del boy scout non massone Matteo Renzi. Con il comando simultaneo del governo e del primo partito italiano, il suo è il potere più forte che ci sia. ★

Francisco de Goya, El Gigante o El Coloso (1814-1818, fonte…

Il babau dei poteri forti