Il piccolo autoritratto
di un grande pittore
A Venezia un Tiziano autocelebrativo
In mostra al Museo Correr l’ultimo autoritratto riscoperto di Tiziano, massimo pittore veneziano del Rinascimento. Un piccolo disegno a gessetto nero su carta avorio di una dozzina di centimetri di lato (precisamente 99 millimetri di base per 120 di altezza) per secoli attribuito ad altro autore ma negli ultimi anni prepotentemente confermato da esperti internazionali, tra cui Lionello Puppi, come sicuramente di mano autografa.
VENEZIA (l.c.) — L’esposizione al Museo Correr di un affascinante Autoritratto a disegno recentemente ritrovato e riconosciuto a Tiziano Vecellio da autorevoli studiosi internazionali, tra cui David Rosand e Luba Freedman, già rivelato al pubblico per la prima volta nella mostra Tiziano ultimo atto (Belluno, 2007, a cura di Lionello Puppi) costituisce una delle iniziative espositive della prossima primavera dei musei veneziani.
Il disegno, concesso generosamente in prestito da una collezione statunitense dopo la recente esposizione presso la Fondazione Cosso (San Secondo di Pinerolo), rappresenterà per i visitatori dei musei di Piazza San Marco una singolare occasione di confronto con l’inaspettata rappresentazione di sé stesso consegnataci da Tiziano, pittore particolarmente incline all’autoritratto più o meno celato in vari quadri.
Grande autore della pittura veneta, giunto ricchissimo all’età di ottant’anni, onorato da imperatori e papi e celebrato ovunque in Europa grazie alle sue opere, Tiziano pare aver affidato ad un fragile piccolo foglio di carta la sopravvivenza della propria immagine terrena. Il pittore morirà novantenne di peste (nel 1576) e sarà sepolto nella basilica dei Frari, poi celebrato con monumento ottocentesco degli allievi di Canova Luigi e Pietro Zandomeneghi; mentre il suo considerevole patrimonio venne rapidamente dilapidato in cinque anni dal figlio terribile Pomponio. Forse il piccolo autoritratto era un bozzetto per una medaglia celebrativa (in questo caso autocelebrativa), uso molto in voga nel Cinquecento; ed è molto probabile, come sottolineava David Rosand tempo fa, che il pittore si sia avvalso due specchi opportunamente disposti per ottenere una esatta visione del proprio profilo.
Dal comunicato stampa riportiamo: «Concentrato nel profilo della testa, col solo accenno del ricco collo di pelliccia e della cuffia, il rapido e sicuro tratto della matita nera, sempre mobile e vibrante, ma qui insolitamente anche minuto ed analitico, cattura con straordinaria immediatezza l’inconfondibile e familiare profilo del pittore, restituendocene tutta la consapevole dignità conseguita con la sua impareggiabile arte della pittura».
«La mostra – come ricorda Gabriella Belli, direttore della Fondazione Mu.Ve. – costituirà un’importante sede di dibattito e approfondimento sul non facile campo della produzione grafica tizianesca, specie degli anni maturi, utile agli studiosi per meglio focalizzare il giudizio critico anche su questo bellissimo disegno. Per questo, nell’ambito dell’esposizione, è in programma una giornata di studio aperta al pubblico (giugno 2014, data in via di definizione)».
L’esposizione, visitabile con il biglietto e l’orario dei Musei di Piazza San Marco, è accompagnata da un catalogo edito da Fondazione Mu.Ve. – Edizioni Antiga, con nuovi contributi storico-critici di Luba Freedman (Hebrew University — Jerusalem), Jodi Cranston (Boston University), Joanna Woods- Marsden (University of California — Los Angeles), Raymond Waddington (University of California - Davis).