Il piccolo emigrante
che ha scalato
il Grand Hotel

Oggi è uno dei maggiori albergatori italiani

L’avventura felice di Antonio Tonino Batani, romagnolo purosangue che sembra uscito da un film di Fellini, che da emigrante in Svizzera in gioventù è diventato proprietario di una prestigiosa catena di undici alberghi.

RIMINI (r.b.) – Raccontano che Tonino Guerra si sia ispirato a lui, ai suoi modi, alle sue cadenze, alla sua ostinazione, ma anche alla timidezza che traspare dal suo sguardo, per tratteggiare alcuni dei personaggi più riusciti della sua saga. E Antonio Tonino Batani, il principe degli albergatori romagnoli, sembra uscito davvero da una pellicola del grande Federico Fellini, che amava a tal punto che erano anni che tentava di realizzare quello che ancora oggi chiama, con un pizzico di commozione, «il più grande sogno della mia vita»: comperarsi il Grand Hotel di Rimini.

Gli inglesi lo definirebbero un tycoon, gli economisti nostrani un manager, ma Antonio Tonino Batani preferisce definirsi semplicemente «un imprenditore del settore turistico», con in più la passione del mattone e la «ferrea determinazione» nel raggiungere i suoi sogni. In quest’ottica si comprende la sua grande soddisfazione per aver perfezionato, dopo un inseguimento durato tre anni, l’acquisto del Grand Hotel, un’autentica icona mondiale del turismo italiano. A capo di Select Hotels Collection, una catena che vanta oggi undici alberghi (due a cinque stelle, sette a quattro, i rimanenti a tre) con quasi 850 dipendenti di cui circa oltre 200 provenienti da paesi stranieri, Batani è il classico romagnolo, tenace al limite della testardaggine, in continuo movimento fino a quando non ha raggiunto l’obiettivo cui mira. Dopo di che non c’è riposo, ma altre mete da inseguire.

Tipo semplice, disponibile, pronto alla battuta in dialetto, Tonino (così è conosciuto da clienti e amici) è una persona che non ama la ribalta, pur comparendo ritratto in foto assieme al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e a tanti altri vip, abituali frequentatori dei suoi hotel. «La mia è una storia come tante» sostiene l’imprenditore, anche se la realtà testimonia quanto di suo abbia messo Batani nella scalata al successo. Classe 1936, nativo di Bagno di Romagna, comune dell’entroterra cesenate, terzo di sei fratelli, arriva a Cervia con la famiglia quando aveva poco più di 14 anni. Il padre Sante trova lavoro in una cooperativa di muratori, mentre per Tonino si aprono nuove prospettive occupazionali in Svizzera. Là, esattamente nel Cantone dei Grigioni, risiedeva, da tempo, una famiglia originaria di Bagno di Romagna, che aveva fatto fortuna nel settore edile.

Tonino viene così affidato alle cure dei conterranei, che gli trovano un lavoro, come cameriere, presso un albergatore, proprietario di un hotel a Saint Moritz, ma gestore anche del buffet della stazione da cui parte il trenino che trasporta i turisti nella località sciistica. Essendo affollato di vip, il buffet aveva servizi di prima categoria e il giovane Batani, proprio qui, si fa le ossa come cameriere. Un lavoro che svolge per sei anni, fino a quando il padre, notando lo sviluppo turistico delle località adriatiche, non lo consiglia di ritornare in Patria, per mettersi in proprio. E così, nel 1957, ad appena 21 anni, ma con una qualificata esperienza alle spalle, Tonino prende in affitto una pensioncina di nome «Delia». Un due stelle, poche camere (sedici in tutto), ma ambiente familiare, pulito, dove si mangia bene e, soprattutto, si spende poco. È il lavoro dell’intera famiglia. Mamma Paola si occupa della cucina, due sorelle delle pulizie, Tonino e il padre Sante servono a tavola. Al termine di ogni stagione, per cinque anni, il giovane Batani, frequenta la scuola alberghiera, dove affina le sue doti e competenze in materia di gastronomia, specializzandosi nei menù a base di pesce.

Lavoro, studio e cucina, ma Tonino ha tempo anche per altre cose. Al bureau della pensioncina, si muove, con grazia, una ragazzina, Luciana Perugini, originaria di Meldola, nel forlivese, e Tonino non resta indifferente al fascino della giovane, tanto che i due convoleranno a nozze nel 1967. Nel frattempo il piccolo imprenditore comincia a guardarsi attorno. Acquista un terreno verso la zona di Pinarella e costruisce la Pensione Batani, un due stelle, con 32 stanze. La costruzione, però, non è in prima linea e Tonino non è soddisfatto. Lui vuole, per i suoi clienti, il lungomare e la vista dell’Adriatico. Turbamenti che lo inseguono fino a quando prende la decisione di vendere la pensione per comprare l’Hotel Universal, cinquanta stanze, in Viale Grazia Deledda. E’ a questo punto che Tonino scopre la vocazione per il mattone e la sua anima di illuminato albergatore.

Acquista l’hotel a fianco, il Beau Rivage, compra due pensioni, Niagara e Barbara, che stanno alle spalle degli alberghi, quindi rade al suolo i quattro stabili e ne costruisce uno solo, elegante, modernissimo, con tutti i comfort: il quattro stelle Hotel Universal, con 120 stanze. Inizia, a questo punto, l’attività imprenditoriale di Batani nel settore turistico. Prende in gestione l’Hotel Diplomatic, ma è Milano Marittima la località su cui punta e che costituisce l’oggetto del desiderio. Si accorge, infatti, che là un albergo di pari categoria all’Universal ha prezzi più alti. Stesso mare, stesso comune, una distanza di poche centinaia di metri, ma differenze abissali tra le due località, divise dal porto canale. Tenta, allora, il grande passo, prendendo in affitto, nel 1983, l’Hotel Gallia, un quattro stelle da 120 camere (lo acquisterà, poi, 16 anni dopo).

Nel frattempo la famiglia è cresciuta. Sono nati Gianni (1968), Cristina (1972) e Paola (1978), oggi impegnati a seguire la strada paterna. Intanto papà Tonino è sempre sulla breccia. Di fronte allo sconforto dei suoi colleghi albergatori per la presenza della mucillagine, e alla loro convinzione che il mare non tiri più, siamo nel 1989, Tonino compra l’Hotel Aurelia, uno dei più belli della zona: 108 stanze aperto tutto l’anno; prende in affitto l’Hotel Doge, 86 stanze ed il prestigioso Mare e Pineta, il primo albergo costruito a Milano Marittima, 160 stanze, 10 campi da tennis, spiaggia privata, meta di tutti i vip. E a conferma che nel suo dna c’è il male del mattone, compra ad Acquapartita, il paese della madre, 800 metri di altezza nei pressi di Bagno di Romagna, una trentina di ettari di terreno, con molto bosco ed addirittura un laghetto.

Qui costruisce, alla fine degli anni ’90, l’Hotel Miramonti, 62 stanze, quattro stelle, aperto nove mesi l’anno. Frenetica attività imprenditoriale che da sola però non giustifica il successo. Batani, infatti, ha una sua filosofia vincente. «Ogni albergo è una famiglia» sostiene e dai suoi dipendenti, i migliori in assoluto in ogni campo, dalla ristorazione, al servizio in sala, ottiene quanto desidera, perché offre loro ciò che si aspettano. La sua presenza è continua in ogni albergo. Durante la stagione estiva viaggia, senza sosta, a bordo del suo pulmino, per seguire di persona ogni hotel, con frequenti puntate in cucina dove discute, con gli chef, menù e ricette. Compra carne e pesce, ma la verdura e la frutta (biologica al 95%) provengono dalla sua azienda agricola di una quindicina di ettari, pochi chilometri nell’entroterra.

Tutto bene, ma mancava il tocco di gran classe che si concretizzerà con l’acquisto di un albergo in centro a Milano Marittima. Immediata la demolizione e la costruzione del Palace Hotel, 130 stanze, nel 2005, all’epoca unico cinque stelle costruito sulla Riviera adriatica negli ultimi 50 anni. Il Palace Hotel ha piscina, idromassaggio, beauty farm, sale congressi, parcheggio sotterraneo, quanto di meglio si può cercare per funzionalità ed estetica. D’altra parte, sostiene Batani, per rimanere al passo con le richieste di clienti sempre più esigenti, «gli hotel vanno demoliti e costruiti, con i rattoppi si va poco lontano». L’attività imprenditoriale di Batani, però, non finisce qui. Nel 2006, infatti, ha perfezionato l’acquisto, a Cesenatico, della ex Colonia Veronese, un grandioso complesso sul mare a poche decine di metri dal porto canale in posizione strategica.

Il progetto edilizio di ristrutturazione, in fase di avanzata elaborazione, prevede la realizzazione di un albergo a cinque stelle extralusso, dotato di 80 camere e 20 suite, sala congressi con 500 posti e sale collaterali, un ristorante e una zona fitness-benessere. A tutto ciò si aggiunge anche la concessione demaniale marittima, su un tratto di spiaggia di 4.500 metri quadrati. Sarà questa la dodicesima perla di una catena che, con l’acquisto nel dicembre 2007, del Grand Hotel Rimini, ha posto la Select Hotels Collection ai vertici del mondo imprenditoriale turistico alberghiero. Nel nome di Fellini. ★

Il piccolo emigrante che ha scalato il Grand Hotel