Il Rinascimento fiammingo
firmato Hans Memling
Una rassegna prestigiosa curata da Jill-Holger Borchert
Alle scuderie del Quirinale a Roma esposte per la prima volta in Italia le opere dell’artista fiammingo che stregò i pittori italiani del Quattrocento e che fu a sua volta influenzato dal nostro Paese. Un insieme di capolavori principalmente ispirati al mondo della natura, come le molte produzioni di arti decorative e artigianali, dai tassuti agli arazzi, dalle stoffe ai manufatti, dai libri alle miniature.
ROMA — La prima mostra mai realizzata in Italia dedicata all’artista Hans Memling, tedesco d’origine e operante in Belgio, riunisce eccezionali capolavori nei secoli smembrati ed esistenti in molteplici collezioni e città diverse. Curata dal Till-Holger Borchert, uno dei massimi esperti e studiosi di Memling, direttore del museo di Bruges, la mostra mette in luce i diversi aspetti dell’arte e della committenza italiana, e gli scambi creativi tra il nostro Paese e l’artista.
Quest’ultimo è il primo pittore fiammingo a venir influenzato dal Rinascimento italiano, dai temi del paesaggio alla ritrattistica, sino ai minuziosi particolari degli ornati, e delle scene ricca di elementi sofisticatissimi. Viceversa, anche gli artisti italiani hanno colto tutta la magia della pittura di Memling; il suo personale stile pittorico e simbolico spesso viene infatti riecheggiato in molte opere coeve italiane. Ricche sono le suggestioni nel tema, le ispirazioni tratte dal mondo della natura. Le Fiandre, la cittadina di Bruges fiorentissima nel Quattrocento, fortissimi i legami economici e proficui gli scambi commerciali e culturali con in nostro Paese.
Importantissime sono le produzioni di arti decorative ed artigianali, dai tessuti agli arazzi, dalle stoffe a manufatti pregiatissimi, sino ai libri e miniature che attirano compratori, mercanti, funzionari di banche italiane come quella dei Medici di Firenze o di altre provenienti da Genova, Pisa, Venezia, le quali oltre a stabilire relazioni commerciali ed affari, effettuano forti sviluppi nell’ambito del collezionismo d’arte, commissionando opere d’arte ai nuovi artisti del dopo Van Eyck, investendo in un giovane tedesco arrivato dalla Germania nel 1470-’80 come Memling, che proprio a Bruges si era stabilito con la sua fiorente bottega artistica.
Tutto questo interessante racconto si snoda nella rassegna romana dedicata all’artista fiammingo attraverso significative opere esposte, affiancate da altre di artisti del medesimo periodo. Importantissima è la ricostruzione di alcuni altari detti portatili, come il trittico intolato Jan Crabbe, un piccolo altare portatile che prende il nome dal suo committente. Ricomposto anche il trittico Pagagnotti, dipinto per l’omonimo vescovo fiorentino conservato una parte agli Uffizi e alla National di Londra.
Inoltre, nella mostra romana si sottolinea l’esposizione di opere inedite come un Cristo benedicente, riapparso di recente di proprietà di una collezione privata americana. E ancora dal Louvre di Parigi, il trittico della Resurrezione, e dal museo di Bruges invece l’opera pregiatissima del trittico di Adrian Reins e quello della famiglia Moreel. Non mancano infine le pale d’altare, i dipinti devozionali e i celebri ritratti: un genere, quest’ultimo, nel quale Memling seppe perfezionare il suo personale stile, la composizione sullosfondo di paesaggio, un omaggio alla natura a cui molti artisti del Cinquecento si ispirarono per le loro opere.
Hans Memling
Roma, Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio 16
Sino al 18 gennaio 2015
Orari: domenica-giovedì: 10/20 venerdì e sabato 10/22-30