La luce drammaturgica
di Russel Maliphant

Il trittico di coreografie  Conceal/Reveal

Si può dire che sia il gioco il filo rosso delle tre coreografie presentate dalla Russell Maliphant Company e ben si colloca negli intenti della trentesima edizione del Romaeuropa Festival che ha come parola chiave RiCreazione intesa come tempo libero per giocare e divertirsi, ma anche ri-metabolizzazione delle forme, tempi ed estetiche della creazione artistica. Il trittico  Conceal/Reveal comprende la coreografia-icona del repertorio Malinphant,  Broken Fall (2003); Both, and (2015) e il quintetto intitolato  Pièce n.43.

ROMA – Nata nel 1996 la compagnia di Russell Maliphant è stata insignita di numerosi premi per l’originalità delle coreografie, per le ideazioni sceniche e per la meticolosità dell’esecuzione. Di formazione classica, Maliphant ha scelto di lasciare il Royal Ballet e proseguire il lavoro sul corpo contaminandosi con formazioni inglesi più inclini alla cultura underground e punk come i DV8 e Micheal Clark.

La sua vera rivoluzione artistica è scaturita dall’incontro con il  light designer Micheal Hulls quando ha esplorato la relazione tra corpo e illuminazione e le sue coreografie sono state montate tenendo conto dell’assetto illuminotecnico.

La luce non è più solo un mezzo per illuminare i corpi, ha una funzione drammaturgica ben precisa. Li rivela e li sottrae alla vista, li ingrandisce, li trasforma, li esalta esteticamente,  Conceal/Reveal come dice il titolo del trittico. Coni di luce, ombre multiple in movimento, prospettive in divenire, luci di taglio che esaltano le fasce muscolari e la sensualità dei corpi dei danzatori e trasformano la scena in un affresco vivente anche se non riesce a trasmettere il pathos e l’intensità degli affreschi bidimensionali dei grandi pittori del barocco che studiarono e sperimentarono il chiaroscuro per creare l’illusione della tridimensionalità.

Broken Fall è la coreografia-icona del repertorio di Russel Maliphant e il primo pezzo in programma della serata del ventesimo anniversario della compagnia. Creata nel 2003 per la danzatrice Sylvie Guillem attualmente impegnata in un tour mondiale prima del ritiro dalle scene, viene riproposta con un trio d’interpreti nuovo. Le dinamiche propulsive di equilibri e squilibri sono perfette nell’esecuzione dei suoi sincronismi, nelle prese, nei lanci, nei passaggi da un corpo all’altro mantenendo la continuità e la fluidità del movimento come un organismo unico. Ineccepibile Carys Staton per la pulizia del gesto e l’eleganza nei passaggi anche quelli più vertiginosi eseguiti sul variegato collage musicale di Barry Adamson. Come una Barbie viene spinta, afferrata, ribaltata, tirata e messa in posa, in continua trasformazione, è soggetta a volteggi, prove di agilità ed equilibri precari.

Both, and creato nel 2015 per Dana Fouras, musa e compagna di vita di Maliphant la quale torna in scena dopo dieci anni, è un assolo che allude al gioco delle ombre e con il sapiente uso della luce, l’unicità si sdoppia, si triplica in una danza convulsa, magica e primitiva.

Più underground dalle tinte fosche il quintetto intitolato  Pièce n.43. Anche qui il gioco corale si alterna ad assoli vibranti e nervosi, i danzatori tra tecnica classica e contemporanea si avventurano anche in altre discipline quali la capoeira e il tai-chi che inglobate nella coreografia la spingono al virtuosismo estremo.

Un momento di Conceal/Reveal della Russell Maliphant…

La luce drammaturgica di Russel Maliphant