La magia di Ron
che canta Lucio
A sei anni dalla scomparsa
Un disco e un tour di Ron intitolati semplicemente «Lucio!» in cui uno dei più raffinati cantautori italiani racconta l’amico di una vita interpretandone le canzoni più significative. Il concerto, che gira nei teatri, è bellissimo. Le canzoni, tutte famosissime (ma con alcune sorprese…), si alternano a vecchie foto e filmati, e a racconti ed aneddoti, spesso sconosciuti, sulla vita di Lucio. Ne vien fuori un omaggio sentito e di alta qualità, leggero e divertente e per niente nostalgico. Le canzoni poi vengono hanno una veste musicale nuova, più semplice e lieve, che fa risaltare ancora di più il loro fascino. Ron le interpreta con il suo stile delicato senza scimmiottare Lucio.
TRIESTE — Al mattino da soli sotto la doccia, o la sera con gli amici sulla spiaggia, tutti abbiamo cantato, più o meno bene, le canzoni di Lucio Dalla. Perché sono uniche, bellissime e senza tempo. Pezzi che resteranno nella storia della musica. Le hanno cantate, con esiti diversi (non sempre felicissimi), anche molti che fanno i cantanti di mestiere. Ma solo uno poteva farlo come si deve. Vale a dire senza sprofondare. Senza venir annichilito da quell’impossibile confronto. E non poteva essere altri che un cantautore raffinato e sensibile che insieme a Lucio ha percorso molta strada e condiviso un importante sodalizio artistico ed umano.
Non poteva essere che Ron a fare questo. E a farlo molto bene. Con garbo, eleganza, e qualità. “Lucio!”, semplicemente così, con un nome e un punto esclamativo, si intitolano il disco e il tour che Rosalino Cellamare, sessantaseienne musicista di Dorno (Pavia), ha dedicato all’amico di una vita. Perle di rara fattura. Ci ha messo sei anni Ron, tanti ne sono passati dalla morte di Lucio, per parlare di lui e cantare le sue canzoni. “Solo adesso sono pronto –dice- prima non potevo, non me la sentivo, avevo bisogno di stare per i fatti miei”.
Adesso può confidarsi. “Senza Lucio non sarei qui”. Può inanellare i suoi successi più famosi, raccontare aneddoti, spesso sconosciuti, sulla sua vita, mostrare filmati e vecchie foto. E’ un omaggio molto sentito. “Ho voluto muovermi in punta di piedi –spiega- e ho cercato di essere il più possibile semplice e trasparente. Perché Lucio era così, talmente grande che sono i suoi testi a gridare. Lui non poteva fare a meno di riempire, passava le sue giornate ad arrangiare. Qui è stato fatto un lavoro opposto”. Di sottrazione, si potrebbe dire. Gli arrangiamenti sono meno ridondanti, più scarni, essenziali, più intimi, talora anche un poco diversi. Le canzoni acquisiscono così un fascino ancora superiore. E Ron non commette l’errore che fanno molti di imitare il modo di cantare e la voce (inimitabili peraltro) di Lucio. Canta con il suo stile. E la sua voce calda, tenera e dolce, veste i pezzi di una luce magica e nuova di velluto.
Scorrono così, in un concerto di piacevolezza assoluta –noi l’abbiamo visto in un Politeama Rossetti di Trieste gremito che gli ha tributato una lunghissima standing ovation- brani leggendari come Piazza Grande, 4 marzo 1943, Attenti al lupo, Anna e Marco, Com’è profondo il mare, Il cielo, Ultima luna, Stella di mare, Canzone, Tutta la vita, Chissà se lo sai, Quale allegria, Se io fossi un angelo. E poi la quasi sconosciuta ma bellissima “Maria”, la prima canzone scritta da Lucio, e l’ultima, postuma, “Almeno pensami”, che Ron ha portato l’anno scorso a Sanremo. Senza dimenticare la dolcissima “Anima”, scritta da Dalla per Ron, l’unica concessione che fa al suo repertorio.
In alcuni brani Ron duetta con la voce di Lucio, in altri si sente solo la voce di Dalla. “Ho voluto così –spiega Ron- perché erano talmente potenti, quella voce e quel trasporto, una spinta che raramente ho sentito, che ho voluto lasciarle così, ho aggiunto solo delle chitarre sporche. Non c’era bisogno d’altro”. Il concerto è stupendo. Accompagnano Ron tre ottimi musicisti come Giuseppe Barbera al pianoforte e tastiere, Roberto Di Virgilio alle chitarre, Roberto Galinelli al basso e cajon.
Sull’ultimo pezzo appaiono due scritte sul grande schermo. La prima dice: “Bisogna giocare per essere liberi”. La seconda: “Bisogna sparire per rinascere di nuovo”. Sono parole di Lucio.
LA PAGELLA
Ron, “Lucio!”. Voto: 8,5