L’antica festa del
palio del cacio

In calendario dal 31 agosto al 6 settembre

Nel delizioso borgo di Pienza si rinnova, tra urla di incitamento e aspre disfide tra le contrade, l’antichissima festa del cacio, che intende celebrare il pregiato e gustosissimo pecorino locale. Una tradizione che vede impegnati i giovani del posto nel vigorosissimo palio del cacio, che consiste nel far rotolare forme di formaggio da cinque chili per andare a colpire un fuso per filare la lana posto al centro della piazza.

PIENZA (Siena) – Il contesto è unico al mondo: il cuore di Pienza, vale a dire il centro alchemico della città ideale voluta da Papa Pio II Piccolomini e per lui inventata da Bernardo Rossellino. È qui, tra urla di incitamento e sudore che scorre, che persone che nella vita fanno i liberi professionisti, i commercianti, gli agricoltori o gli studenti, si misurano con la capacità di saper far rotolare una forma di cacio. Cosa che sembra facile ma che invece facile proprio non è.

Cominciano i più giovani, per la Festa del Cacio e il Palio del Cacio, in programma dal 31 agosto al 6 settembre. Il loro confronto può valere un passaggio all’onore di essere riconosciuti nel mondo degli adulti. Poi cominciano le prove ufficiali. Uno spettacolo di sbandieratori e tamburini segna l’inizio della competizione, con la presentazione del Palio, realizzato quest’anno da Caterina Bennati. L’atto successivo,  coram populo per evitare accuse di intrighi e favoreggiamenti, è la marchiatura a fuoco delle forme di cacio utilizzate per il gioco. Poi, tutti insieme per un momento conviviale a base di pasta fatta in piazza dalle signore del paese, sotto le logge del palazzo comunale, seguito dai festeggiamenti delle contrade.

Arriva anche il momento del premio Pienza, un concorso caseario riservato ai pecorini delle province di Siena, Arezzo e Grosseto. La valutazione tecnica è a cura di una giuria di esperti. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, soprattutto in fatto di gusto. Ed ecco che l’alto parere degli assaggiatori ufficiali, rigorosamente iscritti in un albo professionale, si confronta con quello dei consumatori, che degustano i medesimi prodotti e scelgono il loro di preferito.

Per le vie del paese sono presenti i banchi per la degustazione e vendita del celebre pecorino di Pienza, mentre i concorrenti al palio riscaldano ancora i muscoli e sono impegnati nelle ultime prove. Al pomeriggio, dopo l’esibizione degli sbandieratori, ecco la disputa del palio dei giovani. Quindi canti folcloristici e, dopocena, la Serenata a Pienza con il concerto della corale Benvenuto Franci.

Infine, in una Pienza presa d’assalto, la giornata clou del palio. La disputa è preceduta da dimostrazioni, dalla premiazione del concorso caseario, da spettacoli di sbandieratori. Ma i pientini sono già con la testa e con l’anima sulla gara del cacio al fuso delle contrade, che finalmente ha il via. Dopo eliminatorie che hanno infiammato le contrade, dopo che i contradaioli hanno adocchiato, attraverso l’esibizione dei giovanissimi, i futuri talenti, allo scoccare della decima, davanti a una folla di paesani e turisti, ecco il Palio del cacio a fuso.

Questo momento è stato sognato tutto l’anno, per esso maschi di ogni età si sono esercitati mese dopo mese. Le forme selezionate per la gara sono già state marchiate a fuoco, per evitare manomissioni. L’aria è elettrica, nessuno può permettersi di distrarre il giocatore. Qui in pochi attimi ci si gioca la fatica di una lunga preparazione e l’onore proprio e della contrada.

L’obiettivo da colpire è un fuso, uno di quelli che servivano alla filatura delle lane, posto in verticale al centro della piazza. Colpirlo, lanciando e facendo rotolare, o meglio scivolare, un forma di pecorino. A complicare la difficoltà di far dolcemente rotolare cinque chili di formaggio, sono la leggera inclinazione e le pietre sconnesse dello storico selciato. Come in un tiro a segno si può arrivare al fuso o avvicinarsi alla meta senza toccarla, oppure oltrepassarla. La precisione vale punti e la gloria.

Ai tempi andati la festa era occasione di incontro di giovani contadini con le belle arrivate dalle cascine ed era uno sbocciare d amori. Così anche oggi, ai tempi dei  social, ragazzi e ragazze di ogni età concludono la festa al San Francesco, ascoltando le antiche ballate d’amore, raccogliendo le fila di un sentimento eterno, dimentichi – anche grazie alle copiose degustazioni di pecorino e vini – di ogni angustia e del peso degli anni.

www.pienza.org

Palio del Cacio al Fuso (fonte http://andreapagliantini…

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