L’aperitivo del sindaco

Per un’estate con il sole a scacchi

E così: insomma ecco, diciamo. Li stanno mettendo in galera. Il Mauri (Maurizio Vianello, già dipendente all’economato in uno dei grandi diciamo così enti della serenissima città, eccolo qua) ha tutte le vene delle tempie gonfie, e un colorito paonazzo. Da mercoledì scorso quando che è venuta fuori tutta questa storia delle tangenti delle paratoie dell’acqua alta. Stamattina gli sono venute anche le giugulari gonfissime, che sembrano due corde quelle dei battelli del trasporto pubblico lagunare che gli servono (ai battelli) per ormeggiarsi ai pontili.

Il Mauri è sotto pressione. Tantissima: non sa più se essere contentissimo oppure no. E neanche io (Andrea Silvestri, per servirvi: o anche meglio, per non servirvi, visto che come mi dice sempre mia moglie e anche io vi dico a voi sempre, non servo a niente) dicevo: neanche io so se essere contentissimo oppure anche no. Cioè: li stanno ingabbiando tutti quanti. E ciò è magnifico. Sole a scacchi per l’estate duemila quattordici. Ma rubavano i soldi a noi, con la panzana del sistema di dighe mobili che tutti sanno che non serve a niente, ma adesso tutti sanno che almeno a una cosa serviva: fargli rubare (a loro) tantissimi soldi. E questo invece non è bello proprio no. Ecco.

Soprattutto perché sono soldi nostri. Ovvero, ecco: in realtà miei no, perché non avendo mai lavorato un giorno in vita mia non percepisco in realtà alcun reddito e non fornisco quindi cespite. Caso mai, ecco: i soldi di mia moglie, che lei sì invece che lavora (per fortuna così non è mai a casa). E anche qui per essere precisi: i soldi di mio suocero (cioè suo padre di lei) che è lui che le dà i soldi per lavorare. Ma comunque insomma. Il Mauri è sotto pressione. Tantissima.

Abbiamo provato a rianimarci con una serie di prosecco ghiaccio limone (tanto prosecco, poco ghiaccio, due o tre gocce di limone) che adesso che è caldo è necessario più dello spritz. E finora devo dire che riusciamo anche a tener duro. Ma l’alternanza dell’emozione (ah che bello; mariavergine che figura) è tale per cui non sappiamo quanti prosecchi ghiaccio limone saranno necessari. Persino Chang, qua all’Osteria Ai Amici alla Bragora (alla Bragora è l’indirizzo, non il nome dell’osteria) è fuori di sé, essendo che anche lui gli tocca pagare le tasse e anche di più visto che è cinese anche se parla solo veneziano.

Insomma, ecco diciamo: e così visto che c’è anche la Biennale di Architettura (che sembrano le cose che disegna la nipotina del Mauri, solo che lei è all’asilo e gli altri hanno persino studiato per immaginarsi delle cose così; ma della nipotina del Mauri vi parlo un’altra volta). Visto che ci è anche la Biennale di Architettura (un anno c’è quella di arte, l’anno dopo di architettura e via così, ma a noi ci piace uguale) la città è piena di personaggi da morir dal ridere.

Tipo uno che è entrato proprio stamattina e ha chiesto a Chang (senza neanche dire buongiorno, come se fosse casa sua, là nelle praterie della terraferma fra le mandrie e le industrie manifatturiere): «Dammi l’aperitivo del sindaco». Al Mauri gli si sono gonfiate ancora di più le vene delle tempie e quelle del collo, e battevano in sintonia con il cuore (del Mauri), e fatalità stava mangiando un’oliva per cui non ha potuto dirgli (tipo) «pensa ai sindaci tuoi» per non strozzarsi con l’osso (dell’oliva).

Chang, che è un ruffiano tremendo come tutti gli osti che si rispettino (e come tutti i cinesi, indipendentemente dalla loro rispettabilità) invece di mandarlo via gli ha risposto: «Bicchiele di acqua di lubinetto con fettina d’alancia, subito!». Il personaggio (giacca lino carta zucchero, capello tintissimo nero alla pavarotti, magrezza stile polvere bianca, accento centrale) non ci ha capito niente.

Cosa vuoi che sappia lui che il sindaco filosofo faceva la pubblicità dell’acqua di rubinetto tanto prima del sindaco avvocato ingabbiato; cosa vuoi che sappia lui che a quelli in gabbia gli si portavano le arance. Ma Chang invece sì. E così io e il Mauri siamo scoppiati dal ridere e belli capelli si è bevuto l’acqua di rubinetto con fettina di alancia. «Tle eulo plego. Pagale glazie apelitivo speciale».

Così invece noi ci siamo ordinati altri due prosecchi ghiaccio limone. A testa però. Salute!

Animazione di Nevit Dilmen (fonte wikimedia).

L'aperitivo del sindaco