Le foto di Rodčenko
tra arte e rivoluzione

Una mostra dedicata alle avanguardie russe

Nelle splendide sale di Villa Manin di Passariano si possono ammirare cento lavori di Aleksandr Michajlovich Rodčenko, che fu fotografo geniale e rivoluzionario. Fu anche pittore, scultore, tipografo, scenografo, designer e architetto. Grazie a tagli obliqui e punti di vista inconsueti, riuscì a rendere straordinario il racconto della quotidianità, trasformando le sue foto in opere d’arte. Un percorso affascinante fra talento e libertà creativa.

PASSARIANO (Udine) — Nel settembre del 1921, Aleksandr Rodčenko mette in mostra tre tele monocromatiche, puro colore rosso, puro colore blu e puro colore giallo, affermando perentoriamente: «È tutto finito. Colori di base: ogni piano è piano e non c’è rappresentazione».

Con questa operazione egli considera esaurita la sua ricerca e abbandona temporaneamente la pittura per dedicarsi a nuove forme di arte che siano strumenti di progresso sociale: il collage, il fotomontaggio, soprattutto la fotografia.

È a questo specifico aspetto della produzione artistica di Rodčenko, tra i padri del costruttivismo, che è dedicata la mostra Avanguardia Russa. Aleksandr Rodčenko. Fotografia, curata da Ol’ga Sviblova, aperta fino al 28 giugno a Villa Manin, in contemporanea con l’esposizione Avanguardia Russa. Capolavori dalla collezione Costakis, per dar vita a un affresco unico e irripetibile dell’arte sperimentale russa degli inizi del Novecento.

Nell’ambito delle multiformi sperimentazioni delle avanguardie, precedenti e successive alla rivoluzione d’ottobre , che nel 1917 spazza via la dinastia dei Romanov, portando Lenin e il partito bolscevico al potere, l’esperienza artistica di Rodčenko costituisce un momento di straordinario fervore e innovazione.

Egli è anzi uno dei principali generatori di questa stagione creativa e intellettuale di cui rispecchia perfettamente lo spirito e l’aura mitica. Pittore, scultore, tipografo, designer di mobili, scenografo, architetto d’interni e fotografo Aleksandr Michajlovich Rodčenko (1891-1956) sperimenta in tutti questi campi nuove forme e nuovi mezzi di comunicazione, ma è soprattutto nella fotografia che attua una vera e propria rivoluzione.

Il Multimedia Complex of Actual Arts (Moscow House of Photography Museum), che insieme ai familiari e ai maggiori specialisti di questo settore ha promosso negli ultimi anni una lunga e meticolosa campagna di studi, presta in questa importante occasione cento lavori di Rodčenko rappresentativi dei soggetti più amati dall’artista, ma anche delle tecniche, delle invenzioni e delle continue sperimentazioni da lui seguite.

A partire dalle copertine della rivista LEF (fronte di sinistra della Arti) alle pubblicità (comprese quelle per il cinema); dai fotomontaggi – evocativa la sua auto-caricatura del 1922 e i tanti, bellissimi lavori realizzati con la Stepanova sua compagna e sodale – alle foto delle nuove architetture, fino ai ritratti tra cui, famosissimo, quello della madre del 1924, il Ritratto di Lilia Brik per il poster Knigi dello stesso anno, Il Pioniere con tromba del 1930.

È un percorso affascinante che porta a scoprire la libertà creativa, il talento per l’effetto estetico di forte impatto, la sensibilità per le tendenze artistiche contemporanee e l’audacia nel guardare al futuro di Rodčenko.

In possesso di una camera Leica, Rodčenko cominciò a riprendere l’ordinario e il quotidiano dandogli una nuova interpretazione, grazie a tagli obliqui e a punti di vista inconsueti. Scriveva nel 1928: «Se si desidera insegnare all’occhio umano a vedere in una nuova maniera, è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari da prospettive ed angolazioni totalmente inaspettati e in situazioni inaspettate».

Da mero strumento di registrazione della realtà, la fotografia divenne un mezzo per la rappresentazione dinamica di costruzioni intellettuali. Egli era convinto del potenziale innovativo di questo strumento: «Inaudite possibilità si sono aperte. Immagini su differenti livelli, quella raffinatezza che il fotomontaggio ha raggiunto… Transizioni che vanno dall’immagine intera alla linea più sottile. Contraddizioni nella prospettiva. Contrasti nella luce. Contrasti nelle forme. Vedute impossibili da realizzare con il disegno e la pittura. Scorci che deformano gli oggetti in maniera esagerata, una ruvida manipolazione della materia. Completamente nuovo, momenti mai visti prima nei movimenti umani, animali o meccanici…»

Rodčenko trasformò così la fotografia documentaria in arte.

Avanguardia Russa, Aleksandr Rodcenko
Villa Manin, Passariano (Udine)
fino al 28 giugno

Alexander Rodčhenko, Lilia Brik - ritratto per il manifesto…

Le foto di Rodcenko tra arte e rivoluzione