Le pagelle
del Festival
La kermesse di Montecarlo voto per voto
Come ogni anno Il Ridotto, l’unica rivista con le pagelle, dà i voti a tutti gli artisti in gara al prestigioso Festival del Circo di Montecarlo, giunto alla quarantatreesima edizione. Sono pagelle d’autore, firmate da uno dei più autorevoli critici circensi, che talvolta non coincidono con le valutazioni espresse dalla giuria di esperti internazionali, e che sono spesso fonte di accese polemiche. Si basano su parametri di valutazione soggettivi che prendono in esame diversi aspetti dello spettacolo, come presentazione dei numeri, regia, coreografia, difficoltà tecnica, musica, costumi. Molti i numeri eccellenti in un’edizione da ricordare tra le più riuscite.
CLOWN D’ORO
Martin Lacey Junior: prende anche un premio straordinario della giuria. Perché il suo numero è assolutamente sensazionale, mai visto niente di simile al mondo. Dovrebbero studiarlo gli animalisti. Voto: 10+
Royal Circus di Giya Eradze: tutto troppo. Troppo sfarzoso, troppo barocco, troppo ridondante, troppo kitsch. Troppo ai limiti del buon gusto. Ma il circo, si sa è anche eccesso. Comunque, di effetto. Voto: 7,5
CLOWN D’ARGENTO
Duo Just 2 Men: nome bruttissimo per un numero bellissimo di mano a mano alle cinghie aeree degli ucraini Artem Lyubanevych e Oleg Shakirov. Avrebbero tranquillamente meritato l’oro. Voro: 8,5
Troupe Acrobatica di Cina: merita il podio per uno dei due numeri presentati, il difficile equilibrio alle canne flessibili dell’acrobata Xing Yunwei. Meno convincenti i volteggi sui tre pali. Voto: 7
Troupe Aliev: moderno e innovativo, sia nelle movenze che nella musica, il numero di trapezio e barra russa ideato dal celebre regista Alexandre Grimailo e ispirato (molto vagamente) alla Divina Commedia. Voto: 7,5
Troupe Filinov: un buon numero alla doppia altalena russa, ma niente di più. Tutto già visto. Pessimi musiche e costumi. Voto: 6,5
CLOWN DI BRONZO
Quatuor Prilepin: uno dei numeri migliori. Quattro straordinari acrobati a terra, ex ginnasti russi, sulla musica di Yesterday dei Beatles, giacchine e cravattine anni ’60. Delizioso, meritava di più. Voto: 8
Famiglia Gartner: anche i loro quattro elefanti asiatici, affidati alle cure dei più giovani della famiglia, tutti talentuosi, erano degni dell’argento. Ma bisogna mettere a dieta le odalische. Voto: 8
Duo The Owl and the Pussy Cat: un altro nome improponibile. Ma il sensuale adagio al trapezio dell’americana Adrienne Jack-Sands e dell’australiano Paul Tracogna ha un suo fascino. Voto: 7
Charlotte et Nicolas: uno dei due, Nicolas, giocava in casa, essendo nato e cresciuto nel Principato, questo spiega gli applausi generosi. Moderno e carino, comunque, il suo mano a mano con la canadese Charlotte. Voto: 6,5
Trio Without Socks: tre giovani clowns russi, Artem Babilov, Maxim Karpov, Konstantin Kopeikiw. Freschi, divertenti, innovativi. Voto: 6,5
Cesar Dias: comico portoghese. Non fa ridere. Voto: 5
ALTRI NUMERI
Alan Sulc: giocoliere giovane e velocissimo. Voto: 7
Marcel Kramer: domatore di asini e bisonti. Inutile. Voto: 5
Fips & Beau: clownerie vecchio stile, torte in faccia e secchiate d’acqua. Ma almeno ci sanno fare. Voto: 5,5
Dias Brothers: giovani icariani portoghesi di 16 e 19 anni, Flavio-Ivan e Ruben Machado. Numero corretto. Voto: 6
Nazerke e Yoka: due ragazzine kazake in equilibrio su un monopattino elettrico. Inutile. Voto: 5,5
3 J Juggling: tre giovani giocolieri ucraini. Il numero è moderno e innovativo, ma si concedono ancora troppi errori. Voto: 6
E INOLTRE
Monsieur Loyal, Petit Gougou: sempre indifendibile. Oltre che inadeguato, adesso appare anche spompato. Voto; 5-
Orchestra Reto Parolari: sempre valida, ma praticamente non serve più, tranne che per la marcetta iniziale, quasi tutti i numeri hanno le loro basi. Voto: sv
Clowns en folie: un’istituzione del Festival, sempre presenti da quarantatre anni, e drammaticamente sempre uguali. Voto: 7
Organizzazione: ineccepibile, come sempre. Voto: 8