L’oro di Klimt

Erotismo splendente senza volgarità o crudezza

Tutta l’opera di Klimt è pervasa da voluttà e da un erotismo raffinato ed elegante come quello di Matisse. Non c’è la disperazione di Schiele e neppure il cinismo di Picasso, Klimt ama le donne e ne fa il soggetto principale della sua pittura. Potete ammirarlo Fino all’8 luglio 2012 nella mostra Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione al Museo Correr.

VENEZIA — C’è in lui una miscela costante di erotismo ed estetismo senza volgarità o crudezza. La sua galleria è fatta esclusivamente di creature femminili, con l’unica eccezione del nudo maschile del periodo accademico alla scuola di arti applicate in cui si forma con il fratello Ernst e l’amico Franz Matsch.

Dalla Nuda Veritas del 1899 al famoso Bacio del 1902 ai numerosi ritratti femminili è la donna l’unica realtà rappresentata. I suoi disegni, i quadri, sono quelli di un amante che sfiora con il segno e percorre il corpo dell’amata. Gli elementi decorativi costituiscono per Klimt un arricchimento della realtà dipinta. La sensuale bellezza delle sue dorate ed evanescenti creature consente all’artista di ricreare lo splendore di un paradiso perduto e conoscere un istante di felicità.

Nato il 14 luglio del 1862, figlio di un incisore, si forma alla scuola di arti decorative applicate. Dal 1879 al 1895 ha numerosi incarichi quali : la decorazione della Villa Ermes, quella del Burgtheather, dello scalone centrale del Kunsthistorisches Museum di Vienna.

La grande svolta avviene nel 1898 con il manifesto della prima esposizione della Secessione Viennese e della fondazione della rivista Ver Sacrum. Prima degli espressionisti e dei surrealisti Klimt eleva la sessualità a proprio credo e motivo della sua opera. Dipinge Eva, la donna per eccellenza,in tutti gli atteggiamenti possibili, la sua Eva non seduce con la mela, ma con il corpo che esibisce la sua nudità.

Ebbe vita dura e numerosi rifiuti nella Vienna decadente che risentiva dell’ipocrita repressione vittoriana: e anche se l’imperatore Francesco Giuseppe concederà all’artista la croce d’oro al merito, gli rifiuterà per tre volte la cattedra all’Accademia. Klimt dichiara: «Ne ho abbastanza della censura…..me ne voglio liberare„, rifiuto qualsiasi aiuto statale».

Resosi indipendente dagli importanti incarichi statali poté dedicarsi completamente alla ritrattistica femminile e ai paesaggi.. Ma anche nei ritratti più formali egli dipinge sempre quello che soprattutto l’attrae: la sensualità seduttiva della donna. Per mantenere le apparenze veste le donne con abiti sontuosi ed eleganti, che nella loro leggerezza mettono ancor più in risalto quello che dovrebbero celare.

Affascinato dall’oro dei mosaici bizantini visti per la prima volta nella Basilica di San Marco a Venezia, lo ripropone come sfondo in molte opere per renderle ancora più evanescenti e lontane dal mondo reale.

Una delle sue opere più conosciute Il fregio di Beethoven, venne presentato alla quattordicesima mostra della Secessione Viennese nel 1902. Le sue pitture occupano la metà superiore di tre pareti in forma di fregio. Una teoria di figure femminili sospese, che si muovono in orizzontale e vengono definite:Desiderio di Felicità e costituiscono la trasposizione simbolica dell’ultima sinfonia del musicista. Un altro fregio rappresenta invece le forze ostili quali Il gigante Tifeo,Le tre Gorgoni, simbolo di lussuria ed impudicizia. Il fregio venne censurato, troppo esplicita la rappresentazione degli organi sessuali maschili e femminili compresi ovuli e sperma. L’eroe ritorna al grembo materno che non avrebbe mai dovuto abbandonare. Nell’abbraccio finale la donna redime l’uomo. I contemporanei di Klimt si sentirono offesi dai tratti troppo crudi e naturalistici della rappresentazione e l’opera censurata ricomparve in pubblico solo nel 1909. Tale insuccesso emargina Klimt in una società in cui la morte ed il sesso vengono vissuti come elementi di disordine ed il suo percorso esistenziale diviene sempre più carico di angoscia.

L’ostilità dei contemporanei lo rende insensibile ai problemi sociali ed agli avvenimenti politici del suo tempo. La sua ricerca si concentra sull’eterno interrogativo del senso dell’esistenza umana. Eros e Thanatos rimangono la fonte principale della sua ispirazione anche se l’elemento floreale e decorativo sembrano occultarne la valenza. La guerra porrà fine alla grande stagione culturale viennese e concluderà un’epoca. L’importanza dell’opera di Klimt sta nell’aver saputo realizzare la fusione tra figurativo e astratto, soprattutto nei ritratti, dove i motivi decorativi appaiono come un universo a sé stante, autonomo e irreale a completare i volti e le figure ritratte.

Tutto il mondo di Klimt è ricco di colori e di forme e della luminosità dell’oro, è un inno all’amore e non trova spazio l’ombra della morte, che lo coglierà all’improvviso nel 1918.

In mostra anche, nelle sale di Ca’ Pesaro (31 marzo – 8 luglio), come completamento e corredo dell’esposizione al Correr, il grande ciclo decorativo di Vittorio Zecchin, Le mille e una notte, e l’altrettanto straordinaria Primavera di Galileo Chini, concessa in prestito dalla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma, opere che bene raccontano di questa visionaria affinità elettiva. ★

L'oro di Klimt