L’utopia felice
del Circo della Pace

In terra di Romagna un’esperienza unica di solidarietà per i giovani di tutto il mondo

Da cinque anni a Bagnacavallo si lavora per dare un’altra opportunità a quei bambini e quei ragazzi cui l’infanzia era stata sottratta dalle miserie e dalle guerre

BAGNACAVALLO (Ravenna) —  (r.b.) – Quando l’hanno fatto, nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo. Troppo folle. Controcorrente. Anti-modaiolo. Velleitario. Utopico. Minoritario. Marginale. Invece avevano ragione. Giunto alla quinta edizione, il Circo della Pace di Bagnacavallo, che va in scena tutti gli anni per Natale, è diventato uno degli appuntamenti più importanti d’Italia, proprio in virtù della sua grande valenza umanitaria, oltre che artistica e culturale.

Nato nel 2007 da un’idea di Ruggero Sintoni e di Accademia Perduta-Romagna Teatri, in collaborazione con lo storico del circo Alessandro Serena e il Comune di Bagnacavallo, il Circo della Pace ha portato ad esibirsi, sotto lo chapiteau montato nella centralissima Piazza della Libertà, Parada e i ragazzi di Bucarest nel 2007, l’Associazione Sarakasi e gli acrobati di Nairobi nel 2008, il colombiano Circo Para Todos di Calì nel 2009, i giovani afghani della Fondazione Mobile Mini Circus for Children di Kabul nel 2010, e quest’anno gli acrobati dell’Europa dell’est (Polonia, Romania, Ungheria) di «Casa dolce casa».

Il senso dell’iniziativa di questo bizzarro circo solidale che attraverso lo spettacolo si batte contro le ingiustizie sociali, l’emarginazione, i pregiudizi, il razzismo, nasce dalle esperienze delle scuole di circo per ragazzi di strada, che sono state avviate in molti paesi del mondo dove il disagio, la povertà e la miseria sono più forti. Proprio queste scuole, attraverso la disciplina, l’acrobatica, la giocoleria e le arti circensi, hanno cominciato a restituire una nuova vita, un futuro professionale e una nuova dignità esistenziale, ovvero un altro natale-rinascita, a quei bambini e a quei ragazzi cui l’infanzia era stata sottratta dalle miserie e dalle guerre.

È molto confortante, e anche commovente, vedere come l’iniziativa del Circo della Pace sia stata, fin da subito, adottata da tutta la comunità di Bagnacavallo, senza eccezioni, al punto da far diventare gli stessi abitanti protagonisti dell’evento unitamente agli acrobati, grazie alla collaborazione e all’impegno delle associazioni di volontariato, di quelle culturali, religiose, sociali, economiche, e perfino delle forze dell’ordine.

Il Circo della Pace ha conquistato così, per i suoi alti meriti umanitari, la Medaglia 2009 del Presidente della Repubblica Italiana. Vanta inoltre il patrocinio della Camera dei Deputati, del Ministero degli Affari Esteri e dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna. Tra i sostenitori, e non solo a parole ma con contributi concreti, la Provincia di Ravenna, i Lions, le parrocchie di San Michele e San Pietro, persino la locale stazione dei Carabinieri. Tutti insieme per «restituire l’infanzia a tanti bambini e creature che vivono comunque sotto il nostro stesso grande cielo».

L'utopia felice del Circo della Pace