Ma chi erano mai
questi Stadio

L’ultima tournée teatrale della band che fu di Dalla

È fresco, piacevole, veloce, il concerto del gruppo musicale degli Stadio, che dopo quarant’anni di attività (quindici assieme a Lucio) e ventisei album all’attivo, presenta i più grandi successi della sua lunga carriera nel tour Immagini del vostro amore. Guidati da Gaetano Curreri e da Giovanni Pezzoli, gli unici superstiti della formazione originale, interpretano con cuore ed energia canzoni entrate nella memoria collettiva degli italiani come Chiedi chi erano i Beatles, Canzoni alla radio, Grande figlio di puttana, Un disperato bisogno d’amore.

Ci sono molte band longeve. In realtà, se parliamo di formazioni musicali italiane, sarebbe più corretto chiamarle gruppi, o ancora meglio complessi, come si usava dire nei favolosi anni Sessanta. Alcune hanno festeggiato i cinquant’anni di attività, come i Nomadi, pure se con un solo superstite, il tastierista Beppe Carletti, della formazione originaria. Altre viaggiano verso i quarant’anni, come gli Stadio, con il loro pop-rock d’autore, e un linguaggio meno impegnato, più rivolto alle canzoni d’amore che ai temi sociali.

La data ufficiale di nascita degli Stadio è il 1977, ma già da due anni prima, dall’album Anidride Solforosa del ’75, due dei fondatori, gli unici superstiti della formazione originale, il cantante, tastierista e compositore Gaetano Curreri e il batterista Giovanni Pezzoli, suonano stabilmente nel gruppo che accompagna Lucio Dalla. E per quindici anni, fino al 1990, quando si sentiranno finalmente in grado di andare avanti da soli, gli Stadio saranno la band ufficiale, pardon il complesso, del celebre cantautore bolognese.

Quanto gli Stadio debbano a Dalla, quanto siano stati influenzati dalla sua musica, e quanto in fondo gli assomiglino, balza nitido agli occhi ascoltandoli dal vivo, in concerto, durante la tournée in corso nei teatri italiani in cui presentano l’ultimo album, Immagini del vostro amore, il ventiseiesimo della loro lunga carriera, che raccoglie i loro maggiori successi. Accanto a Curreri e Pezzoli ci sono, come ormai da tempo, Andrea Fornili alla chitarra e Roberto Drovandi al basso.

Il suono del gruppo è subito riconoscibile, preciso, potente, con la forza del rock nei pezzi più veloci e la dolcezza della poesia nelle ballate più romantiche. La batteria tiene un ritmo pimpante (Pezzoli è uno dei migliori specialisti italiani), gli assoli della chitarra solista sono taglienti, e il timbro particolare della voce di Curreri regala all’insieme un tocco straordinario di originalità.

Curioso personaggio Curreri, che ha scritto canzoni insieme a Dalla e a Ron, ma insieme anche a Vasco Rossi e a qualcun altro. Sua (e di Vasco) è anche la splendida Dimmi che non vuoi morire, scritta per Patty Pravo. Non sembra un cantante Curreri, non ha proprio nulla della star dello spettacolo. Assomiglia piuttosto a un impiegato delle poste, con quegli occhialini e quell’andatura goffa e un po’ impacciata. La voce, poi. Sembra che fatichi a uscirgli dalla gola. Strozzata. Invece è una voce potente, capace di salire ai piani alti, e di durare anche per due ore e mezza tirate.

Il concerto fila via veloce, fresco e piacevolissimo, con il pubblico (composto non da giovanissimi ma da quaranta-sessantenni, buon segno), che spesso canta in coro canzoni divenute leggendarie. Come la splendida Chiedi chi erano i Beatles, e via di seguito Canzoni alla radio, Sorprendimi, Stabiliamo un contatto, Un disperato bisogno d’amore, Ballando al buio, Dammi cinque minuti, Un volo d’amore, e tanti altri, fino al loro primo quarantacinque giri di tanti anni fa, quel Grande figlio di puttana che Dalla non mancava mai di infilare, divertendosi molto, nella scaletta dei suoi concerti.

Gli Stadio (fonte www.spl80.com)., Stadio, Immagini del…

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