Mai più senza Maria Carmela

Finalmente c’è. Ed è il giornale che aspettavamo da tempo. Quello dei nostri sogni. Quello di cui da ora in poi non potremo più fare a meno. Sulla testata campeggia una grande lettera bianca, B, stampata in campo rosso. Seguono sessantotto pagine patinate a colori. Costa solo un euro e cinquanta centesimi (e perché mai dovrebbe costare di più?). Si chiama B perché, sta scritto sempre sulla testata, è il magazine di Barbara d’Urso.

Un mensile di attualità, cultura, tendenza, look e bellezza (caspita!), diretto da un certo Marco Iafrate e pubblicato dalle edizioni Panini di Modena, quelle degli album delle figurine di calciatori. Vuoi vedere che adesso faranno anche gli album delle figurine delle subrettine?

Difficile da capire il motivo dell’esistenza di una rivista interamente dedicata alla cinquantottenne napoletana Maria Carmela d’Urso in arte Barbara, conduttrice televisiva e attrice di film non propriamente indimenticabili. Ma forse si tratta di un personaggio di culto nel suo Paese, come parrebbe andando a indagare nel suo sito, nel suo blog, nella sua biografia, nel suo curriculum e nella sua ricca e spericolata galleria fotografica.

Comunque sia, il magazine di Barbara d’Urso va senz’altro etichettato fra quelli imperdibili. A cominciare dalla preziosa copertina, dedicata inevitabilmente a lei (e a chi sennò?), dove la nostra appare in una deliziosa immaginetta, a occhio e croce di una venticinquina di anni fa, ritratta sorridente in una posa maliziosa, tettina sporgente e coscetta scattante.

All’interno, una panoplia di meraviglie, come gli autoscatti degli amici di Barbara che si fotografano con la rivista in mano (ma che carini!), l’oroscopo di Ada Alberti, il meteo di Paolo Corazzon, la numerologia di Marco Marini, il make up di Francesca Tolot, l’home fitness del personal trainer nonché dietista Ivan Lurgo, le storie di vita di Serena Garitta del Grande Fratello.

Ma ad attrarre irresistibilmente, più di ogni altra cosa, sono le molte rubriche di culto della stessa Maria Carmela, a cominciare, come si conviene, dall’editoriale (Sono romantica), firmato dalla stessa in corsivo, con un disegnino accanto al nome che potrebbe anche sembrare un cuoricino trafitto da una freccetta, ma forse è qualcos’altro.

Seguono: la posta dei lettori di Barbara, l’album dei ricordi di Barbara, l’intervista di Barbara (a un certo Micol dei Cesaroni), i consigli di Barbara, i regali di Barbara, i trattamenti di bellezza di Barbara (Fai come me), le ricette di Barbara, i talismani di Barbara, la moda di Barbara, i viaggi di Barbara, i mercatini di Barbara, la cabala di Barbara, i personaggi di Barbara, gli incontri da sogno di Barbara (con foto di nerboruti giovanotti seminudi).

Per completare degnamente il quadro, con un piccolo sacrificio economico (quattro euro e novantanove centesimi), si può portare a casa, insieme al giornale, anche il prezioso gadget allegato: l’introvabile bracciale portafortuna Carmelita tempestato di peperoncini di vetro rossi (una sciccheria!), «identico a quello che mi regalarono per il mio diciottesimo compleanno – cinguetta Maria Carmela – e che mi portò tantissima fortuna».

Grazie di tutto, B. Mai più senza.

Barbara D'Urso su Playboy quache tempo fa.

Mai più senza Maria Carmela