Maledetta
Primavera

Dunque: terremoti, attentati, astensioni. che imbroglio era, maledetta primavera.

L’altra notte alle quattro la terra ha tremato. Mentre tornavamo a dormire (voglia di stringersi e poi, vino bianco, fiori e vecchie canzoni e si rideva di noi) c’era chi invece insonne, si gettava al computer per tuitterarsi e feisbuccarsi gli aggiornamenti; e controllare di rimando come gli altri redirigessero, ridigitassero, ridigerissero, gli stessi; cicaleggiando commenti emozioni pensieri. Qualche tempo prima un cretino omicida faceva esplodere delle bombole del gas davanti a una scuola, e gli stessi insonni si erano precipitati nella stessa orgia irresistibile d’immagini e parole. E poi di nuovo alcuni milioni d’italiani non vanno a votare e gli stessi ancora e sempre si feisbuccano tuitterano podcastano strimingano iutubano freneticamente.

Che imbroglio se per innamorarmi basta un’ora. E se lasciassimo trascorrere un po’ di tempo. Tra l’azione e il pensiero? Senza questa frenesia, questa bramosia chicchessia comechessia purchessia, che è solo dislessia, ipocrisia, asfissia. Che resta dentro di me di carezze che non toccano il cuore?

Eppure non sembra ormai più possibile — come se non fosse amore ma per errore — vivere senza surfare sull’onda dell’aipod aipad aifon aimob smarfon. Che resta dentro di me di carezze che non toccano il cuore? Andrà a finire, come il nostro presidente Mario Monti ci insegna, che saranno gli squali ipercinetici della finanza internazionale a decidere ormai, nell’orgasmo dello scalping, non solo più del destino degli stati sovrani (e delle nazioni e dei popoli che queste contengono) ma anche, e forse per fortuna stavolta, del destino del chiacchiericcio universale affondando in borsa, almeno lì e forse neanche, i social network.

Stelle una sola ce n’è che mi può dare la misura di un amore. Ma sembra che ce la siamo persa da qualche parte e siamo rimasti soli ognuno con la sua opinione e molti neanche con quella; e si affidano a pifferai magici che parlano su internet dalle loro stanzette stantie. Che resta di un sogno erotico se al risveglio è diventato un poeta?. Mah, forse è meglio girarsi dall’altra parte e dormire ancora un poco.

che fretta c’era maledetta primavera
che fretta c’era maledetta come me

Maledetta Primavera