Muoiono gli dei
che non sono
cari ai giovani
Una proposta originale
Si annuncia scoppiettante il nuovo ciclo di spettacoli classici del Teatro Olimpico di Vicenza, in programma dal 19 settembre al 27 ottobre, per la prima volta sotto la direzione artistica di un personaggio di assoluto talento come il giovane regista e scrittore Giancarlo Marinelli. Il titolo, mutuato da Menandro, richiama il grande tema della ribellione all’interno del rapporto tra gli uomini, il fato e gli dei. Si comincia con un omaggio al più grande degli attori classici, Giorgio Albertazzi, con le sue «Memorie di Adriano» interpretate da Pino Micol per la regia di un altro gigante del palcoscenico come Maurizio Scaparro. Poi, tra Ecuba e Medea, chiusura col botto con Vittorio Sgarbi e la sua personalissima rilettura dell’opera di Andrea Palladio.
VICENZA — “Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani”, una evidente inversione semantica della citazione di Menandro, è il titolo della nuova edizione del ciclo di spettacoli classici al Teatro Olimpico di Vicenza, in programma dal 19 settembre al 27 ottobre per la direzione artistica del regista e scrittore Giancarlo Marinelli.
Il titolo richiama il grande tema della ribellione all’interno del rapporto tra gli uomini, il fato e gli dei, l’umana e profonda necessità di abbattere e travalicare quella sorta di “cortina di ferro” che è il confine fra gli uni e gli altri. “Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani” sottende anche ad altra scelta. Abitare il Teatro Olimpico, significa sostenere la sua monumentale bellezza ed unicità, con una proposta di prime assolute pensate per questo luogo, capaci di entrare in dialogo con lo spazio e con la classicità.
Il progetto artistico che Giancarlo Marinelli costruisce per l’Olimpico (gli spettacoli sono in fase di produzione e saranno presentati durante il festival in prima assoluta, alcuni in esclusiva senza ripresa su altri palcoscenici) trova la sua ragione d’essere nella modernità del teatro classico, concepita non come operazione estetica, ma intrinsecamente costitutiva della nuova proposta artistica, con la scelta di focalizzare gli aspetti più rivoluzionari degli eroi nella tragedia greca, per portare alla luce le azioni dissacranti che hanno reso possibile la discontinuità, e quindi la manifestazione del diverso e del nuovo.
Il ciclo si aprirà con una dedica artistica a uno dei grandi maestri della scena italiana, più volte protagonista sul palcoscenico del Teatro palladiano: Giorgio Albertazzi. A lui, e al suo “Memorie di Adriano”, Maurizio Scaparro, regista profondamente legato al Teatro Olimpico, dedica questo evento unico — realizzato con la collaborazione di Ferdinando Ceriani — con Pino Micol interprete con altri protagonisti di “Frammenti di Memorie di Adriano” — dal 19 al 22 settembre — un testo originale costruito a partire dall’opera di Marguerite Yourcenar e dai commenti e dagli scritti personali annotati sul copione dell’ultimo imperatore del teatro. Frammenti di un discorso poetico e il senso dell’umano alla fine dell’esistenza si intrecciano profondamente in una messa in scena carica di significati, un omaggio unico a Giorgio Albertazzi (che nella sua ultima interpretazione, “Il mercante di Venezia”, fu diretto proprio da Giancarlo Marinelli).
Sarà una prima nazionale, il secondo appuntamento in programma il 27 e il 28 settembre, “Apologia di Socrate”, adattamento e regia di Alessandra Pizzi, protagonista Enrico Lo Verso. Tra tutte le opere di Platone, L’Apologia è sicuramente la più ricca d’informazioni sul pensiero di Socrate e appare come un’incondizionata difesa della figura e degli insegnamenti del maestro di fronte alle gravi accuse che lo avevano portato al processo; e così, la condanna a morte di Socrate, diventa l’archetipo dell’errore giudiziario, dramma di tutti i tempi. La poliedrica regista pugliese che firma il testo e lo spettacolo, da alcuni anni si occupa della riscrittura dei classici del Teatro; da ricordare, tra i suoi lavori, “Folli(e) d’amore. Tutti pazzi per Shakespeare” del 2015; “Uno nessuno centomila” del 2016, adattamento teatrale del romanzo di Luigi Pirandello, interprete Enrico Lo Verso, e ancora “Metamorfosi, altre storie oltre il mito” dedicato alle Metamorfosi ovidiane, che ha debuttato al Teatro antico di Segesta nel 2017, protagonista Enrico Lo Verso.
È prevista una tragedia al femminile per il terzo appuntamento — una prima nazionale — con “Medea” in scena il 4, 5 e 6 ottobre, un progetto che vede nascere il confronto artistico tra Romina Mondello, giovane e talentuosa attrice, ed Elena Bucci, regista nota per la sua originale interpretazione dei testi classici. A loro, e al nutrito cast di attori, è affidato il compito di dare voce alle parole attualissime delle tragedie, parole che “bruciano ancora di emozione e verità, nonostante le corruzioni dei testi, nonostante i necessari tradimenti delle traduzioni, le mutazioni del costume, della politica, delle culture. Evocano la grande nostalgia per la catarsi, la collettiva condivisione di pensieri e sentimenti che diventa comprensione e sollievo, trasformazione e crescita verso la saggezza: proprio quello che manca in questa epoca” come comunica la regista nelle sue note per l’allestimento dello spettacolo.
Sarà ancora una prima nazionale — “Ecuba” — uno spettacolo prodotto dal Centro Teatrale Bresciano, una rivisitazione del testo di Euripide della drammaturga irlandese Marina Carr (nella traduzione di Monica Capuani), regia di Andrea Chiodi, ad essere in programma l’11, 12 e 13 ottobre. Rivive in questa versione — mai rappresentata in Italia — tutta la tragedia degli antichi e dei contemporanei: c’è l’universale disperazione di una madre, la lotta dei figli, la crudeltà del potere, la solitudine e l’umiliazione dei vinti. Dominante e ineluttabile resta il tema della guerra, non più come fatto storico o mitologico, ma come scontro diretto e feroce nella mente dei personaggi, un conflitto che diventa sempre più privato e interiore. La drammaturga compie un’ardita operazione di rimontaggio dei materiali della tragedia antica, costruendo una vertiginosa narrazione ad incastro tra i personaggi che diventano i narratori, al tempo stesso interni ed esterni, di una vicenda terribile e umanissima. Interpreti, con Elisabetta Pozzi nel ruolo della protagonista, una delle attrici più impegnate a dar voce alla modernità dei classici, sono: Alessandro Bandini, Valentina Bartolo, Luigi Bignone, Fausto Cabra, Federica Fracassi, Federico Vanni.
Una visione off, fuori dagli schemi classici e dallo spazio performativo del Teatro Olimpico, sarà la quinta proposta — “Medea per Strada” — in programma dal 1° al 13 ottobre, alle 18.00 e alle 21.00, uno spettacolo on the road, per le strade di Vicenza. Il lavoro, già presentato in altre città — ideazione e regia di Gianpiero Borgia, drammaturgia di Elena Cotugno e Fabrizio Sinisi — è una performance itinerante che si svolge in un furgoncino (sono previsti 7 spettatori a replica), un’immersione totalizzante nel degrado. Il dramma al femminile è quello dell’emigrazione forzata e della prostituzione, la miseria del Sud del mondo che vive nelle nostre città; il furgone, allestito come un teatrino o un postribolo viaggiante, parte e percorre tutte le strade della prostituzione, a volte vicine a quelle delle nostre case. Il lavoro nasce dopo un lungo e intenso approfondimento con assistenti sociali e associazioni di volontariato che si occupano del recupero delle vittime di tratta; è un’esperienza che va ben oltre l’assistere ad uno spettacolo teatrale, è una condivisione intensa e dolente della realtà, 70 minuti accanto ad una persona vera, interpretata con grande forza e convincimento da Elena Cotugno.
Ancora una tragedia, ma innocente, quella dell’appuntamento con i più giovani, tre produzioni di teatro classico per ragazzi e le loro famiglie, fatto da adolescenti dai 12 ai 18 anni, preparati da un team di professionisti e coordinati da Tema Cultura, associazione di promozione sociale e culturale riconosciuta dalla Regione Veneto. Diretti da Giovanna Cordova, regista ed autrice teatrale, i giovani attori porteranno sulla scena dell’Olimpico tre esperienze di teatro classico, dal mito alla tragedia, utilizzando linguaggi scenici adattati alla loro età. Le date e i titoli de La Tragedia Innocente sono: il 29 settembre, “Apologia di Socrate. La verità è come l’acqua”, il 13 ottobre “Ecuba. Ares: il dio della carneficina” e il 20 ottobre “Dalla parte di Orfeo”. Testi (adattamenti) e regia dei tre lavori sono a cura di Giovanna Cordova, mentre coreografie e movimenti scenici sono di Slivia Bennet. La guida alla lettura dei testi, il loro studio e la loro interpretazione, sono stati pensati come occasioni di conoscenza e di approfondimento, un’esperienza di teatro ‘tagliata a misura’ dell’essere giovani e dell’essere ‘eroi’ dei protagonisti teenager.
E ancora un omaggio e una dedica al genio di Andrea Palladio, che del Teatro Olimpico fu il creatore, sono previsti per il settimo e ultimo titolo del Ciclo di Spettacoli Classici, una celebrazione che prenderà vita nelle parole di Vittorio Sgarbi in una esclusiva Lectio Olimpica, una lezione-spettacolo su “Palladio e l’ordine del mondo”, di cui il celebre storico dell’arte sarà autore e protagonista, in programma il 26 e il 27 ottobre.