Nell’allegro Paese
dei senza vergogna

Bello vivere nel Paese dei senza vergogna. Nel Paese dei senza vergogna si può dire di tutto – e anche fare di tutto (o quasi) – senza arrossire. Senza venire sbugiardati. Insultati. Puniti. Ogni nefandezza (o quasi) è lecita. Solo nel meraviglioso Paese dei senza vergogna chiamato Italia può succedere che un improbabile comandante di navi come Francesco Schettino (sì, proprio quello che mandò a sbattere la Costa Concordia sugli scogli del Giglio, trentadue vittime sulla coscienza), immortalato elegantissimo e abbronzatissimo a un party per vip nell’isola di Ischia dove si mangia si beve e si fischia, se ne vada in giro a dichiarare impunemente, senza che nessuno gli sputi in un occhio, che il successo del recupero della nave «prova che feci la scelta giusta».

Ma cosa sta dicendo? Quali sostanze c’erano a quel party dei vip? Che scelta? Quale scelta giusta? Quella di fare quello stupido giochino dell’inchino? Quella di andare a sbattere? Quella di intrattenersi amabilmente con ballerine moldave sul ponte di comando? Quella di abbandonare la nave non da ultimo ma per primo lasciando i passeggeri e l’equipaggio al loro tragico destino? Quella di dire che non ha sbagliato lui ma il timoniere filippino che non ha capito gli ordini perché non conosce il napoletano?

Per carità! Almeno un po’ di pudore. Macché, nemmeno quello. Almeno sparisse. Invece no. La sua storia diventerà un libro. E poi un film. E poi una commedia. E lui diventerà un divo. Negativo ma divo. E non ci libereremo più del suo faccione da luna piena.

Solo nel meraviglioso Paese dei senza vergogna gli Schettino sono ancora a piede libero.

Solo nel meraviglioso Paese dei senza vergogna un patetico, anziano dirigente del mondo del calcio dilettantistico, Carlo Tavecchio, pensa di candidarsi alla presidenza professionistica della Federazione Italiana Gioco Calcio, con un programma che è tutto un programma: «Optì Pobà è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così».

Solo nel meraviglioso Paese dei senza vergogna ci può essere qualcuno che pensa di candidare, per un qualsivoglia incarico, un personaggino del genere, tanto che s’è mossa, preoccupata, persino la Fifa, la federazione internazionale del pallone, oltre che l’Unione Europea.

Solo nel meraviglioso Paese dei senza vergogna un vecchio uomo politico che è stato deputato, ministro e governatore della regione del Veneto per molti anni, Giancarlo Galan, piange che non può farsi arrestare perché ha la bua, per sfuggire all’arresto si fa ricoverare in ospedale, ma l’ospedale lo butta fuori, e lui piange di nuovo perché pensa alla sua bimba che lo vedrà in galera e si vergognerà a scuola dove le diranno che papà è stato arrestato perché ha preso le tangenti dai padroni delle dighe e invece lui dice che non era mica vero, perché i soldi li ha presi è vero, e in nero, è vero, ma da altri padroni.

Che vergogna questi senza vergogna.

Illustrazione di Carlo Chiostri e A. Bongini per le…

Nell'allegro Paese dei senza vergogna