Quando il circo
compie gli anni

Lo celebra il Festival di Montecarlo

Il circo moderno, inventato in Inghilterra nel 1768 dal sergente di cavalleria Philip Astley, compie duecento e cinquant’anni. Il Festival del circo di Montecarlo, il più importante del mondo, lo celebra con un’edizione superlativa. In pista, dal 18 al 28 gennaio, il pas de deux più celebre del circo moderno: quello di Josep e Merrylu Richter. Ma anche la superba «Tigerqueen» Carmen Zander, straordinaria domatrice di tigri, i cani ammestrati di Eugeniy Komiarenko, e la comicità stralunata e modernissima di Andrey Jgalov.

MONTECARLO – Il circo compie gli anni. Non sono pochi: duecento e cinquanta. E stiamo parlando “solo” del circo moderno, senza nemmeno andare troppo indietro nel tempo. Un’età rispettabile. Portata benissimo, a dispetto di qualche acciacco degli ultimi tempi. Il circo è bello vivo e vegeto in quasi tutti i Paesi del mondo. Se è sopravvissuto all’arrivo del teatro, del cinema, della televisione, e infine di internet –ed è quasi un miracolo- un motivo ci sarà.

C’è, ed è molto semplice. E’ l’eterna magia dello spettacolo dal vivo. E, in questo caso, di uno spettacolo che non ha eguali, per sorpresa, varietà, capacità, virtuosismo, brivido, rischio, bellezza e verità. Perché sotto lo chapiteau nulla è virtuale. Tutto è maledettamente vero. Non puoi barare in pista. Devi dimostrare davvero quello che sai fare. E non c’è il replay.

Vi saranno celebrazioni in tutto il mondo, nel 2018, per il compleanno del circo. Ad aprire ufficialmente le danze sarà in gennaio, dal 18 al 28, il Festival Internazionale del Circo di Montecarlo, il più prestigioso del pianeta, giunto alla quarantaduesima edizione, con un omaggio, deciso dalla Principessa Stéphanie, che presiede con passione e competenza il comitato organizzatore, dedicato a Philip Astley, considerato l’inventore del circo moderno.

Inglese, sergente della cavalleria britannica, forgiato alle battaglie dalla guerra dei sette anni, Astley (1742-1814) era un provetto cavallerizzo, un po’ guascone, che amava i gesti spettacolari. Fu così che iniziò ad esibirsi a cavallo, nel 1768 a Londra, a Waterloo Road, e successivamente costruì il suo Astley’s Amphiteatre che riscosse notevole successo in tutta Europa.

Fu lui a ideare la pista circolare di tredici metri di diametro e a mescolare della segatura alla terra della pista, come si usa ancora oggi nei circhi. Lui lo faceva per far fronte alla pioggia, dato che dava i suoi spettacoli all’aperto. Ma soprattutto fu lui ad aggiungere allo spettacolo equestre dei numeri che arrivavano dalle fiere e dalle sagre di paese: giocolieri, equilibristi, funamboli, e animali ammaestrati, soprattutto cani e scimmie a quel tempo. Così nasceva il circo moderno.

E nasceva a cavallo. Non solo. Il genio di Astley vi aggiunse anche la musica dal vivo: le evoluzioni dei cavalli erano accompagnate da un’orchestra di cornamuse, e la stessa signora Astley suonava il tamburo.

La sua fama varcò presto i continenti, e Astley arrivò in Francia chiamato nientemeno che dal re Luigi XVI, aprì una scuola di equitazione, e insieme a un cavallerizzo e giocoliere italiano, il friulano Antonio Franconi (1738-1836, considerato anche lui come un padre del circo moderno, da alcuni storici anteposto addirittura ad Astley), fondò il Cirque Olympique, che ebbe anch’esso un grande successo.

Per ricordare le gesta di Astley agli albori della nascita del circo, la Principessa Stéphanie di Monaco, che ha ereditato dal padre, l’indimenticato Principe Ranieri, la grande passione (e la competenza) per il circo, ha voluto portare per questa edizione del Festival, sulla celebre pista di Fontvieille, il miglior pas de deux equestre della storia del circo moderno: quello di Josef Richter Junior e della sua giovane sposa Merrylu. Un numero straordinario, destinato all’oro, che culmina con l’equilibrio della donna sulla testa dell’uomo in piedi su due cavalli che girano intorno alla pista.

Candidati al podio sono anche altri due numeri con gli animali, i felini della strepitosa domatrice tedesca Carmen Zander, l’indiscussa “Tigerqueen” d’Europa, e i cani ammaestrati del russo Eugeniy Komiarenko, allievo della grande scuola del circo di Mosca, con un numero che ricorda quello messo in scena da Astley, sempre con i cani, nel 1768.

Ma altri numeri eccezionali sono in cartellone per questa edizione, che si annuncia superlativa, del Festival, come le performance del clown ucraino Andrey Jgalov, interprete di una comicità stralunata e modernissima, come gli equilibri stupefacenti, e anch’essi innovativi, dell’astronave ungherese del Trio Simet, come i balletti acrobatici della Troupe di Shangai, e la graziosissima equilibrista al filo molle Hang Yang, una delle poche donne al mondo ad eccellere in questa specialità.

Per non parlare del trapezio di Nicolai Kuntz, dei cerchi aerei di 2ZenO, della magica comica di Scott & Muriel, dei contorsionismi del Duo Miracle, della giocoleria di Michael Ferreri.
Per un’edizione tutta da gustare.

Anche se stavolta non vi sono artisti italiani in gara, e anche se la Rai, colpevolmente, ha deciso di non acquistare i diritti delle riprese. Sarà un vero peccato, per chi non potrà andare a Montecarlo, non vedere questo straordinario Festival in tivù.

LA PAGELLA

Festival Internazionale del Circo di Montecarlo: voto 8,5

www.montecarlofestival.mc

Philip Astley, l'inventore del circo moderno (fonte:…

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