In sanpierota
sugli antichi
venti atlantici

L’impresa oceanica di una coppia
veneziana su una barca tradizionale

Un’impresa mai tentata prima: una barca tradizionale della laguna veneta in traversata atlantica. I coniugi veneziani Marco Tapetto e Ursula Zancarlin, spinti dagli alisei e dalle correnti propizie della primavera, veleggeranno su una sanpierota (opportunamente modificata) dalle isole di Capo Verde fino ad Antigua nelle Piccole Antille, ripercorrendo le antiche rotte di Colombo e dei navigatori esploratori europei all’alba dell’era moderna.

VENEZIA — Venticinque giorni nell’Oceano Atlantico per percorrere con il solo ausilio del vento e dell’esperienza duemilacinquecento miglia marine a bordo di una barca nata per la navigazione lagunare potrebbe sembrare un’impresa temeraria. Ma Marco Tapetto è uno dei carpentieri navali e navigatori a vela su barche moderne e tradizionali più esperti a livello internazionale, e tutto è stato accuratamente pianificato e studiato. Eppure, come egli stesso dice: «Si tratta della traversata atlantica più semplice per una barca normale di oggi, ma è sicuramente molto impegnativa per una barca tradizionale della laguna».

La sanpierota, così chiamata perché usata nei secoli dai pescatori di San Piero in Volta nell’isola litoranea di Pellestrina, è un tipo di sandolo (la barca lagunare a fondo piatto più antica da cui sono derivate le altre) che nei tempi recenti ha subito, per la sua versatilità una lenta opera di ingrandimento e abbellimento. La sanpierota oggi è in grado anche di uscire dalla laguna e di affrontare con le debite precauzioni il mare sotto costa. Le sue caratteristiche principali sono i fianchi tondeggianti, la prua alta che consente di affrontare le onde; la possibilità di essere spinta a remi (da uno a due vogatori); di essere armata con vela al terzo (non solo la randa, ma anche il fiocco, o addirittura una vela di trinchetta, il che le dona un’imponente aspetto di veliero in miniatura); di essere spinta a motore (mediamente nove cavalli, meglio di meno) e, non ultima, la presenza di un capiente sottoprova. Pur non essendo dotata di chiglia, grazie alle moderne dimensioni maggiorate, la sanpierota usa gli spigoli dello scafo allo stesso modo (ma in laguna però). Molto ambita dagli appassionati di vela al terzo, per uso diportistico viene anche costruita con legni esotici, materiali innovativi, abbellimenti costosi.

Quella che useranno Marco Tapetto (che l’ha costruita per Paolo Pradel, attuale proprietario) e Ursula Zancarlin porta l’epico nome scaramantico di Achab (il folle capitano del veliero Pequod a caccia di Moby Dick). Misura sei metri e settanta centimetri di lunghezza ed è larga un metro e ottanta centimetri. Un anno di preparazione: costruita in legno e compensato marino, opportunamente appesantita da zavorra nello scafo, e alleggerita invece nei due leggerissimi alberi in legno internamente cavi (un’idea originale di Tapetto) per facilitare il recupero in caso di rovesciamento. Una piccola cabina, per dormire qualche ora tra un turno e l’altro al timone, rinforzato con un anima di acciaio per resistere alle onde dell’oceano. Vele in dacron, appositamente tagliate e cucite, dopo attento studio, per sopportare i venti della rotta prevista (con velocità tra i quattordici e i venti nodi). Dotata di una zattera autogonfiabile, è corredata di dissalatore a mano, pannello solare per l’energia necessaria alle apparecchiature elettroniche come il un navigatore satellitare, il telefono satellitare, il radio localizzatore di emergenza, il sistema gps.

L’itinerario completo prevede il trasporto della sanpierota Achab via terra fino a La Spezia, quindi via cargo fino all’Ilha do Sal, nell’arcipelago di Capo Verde, al largo (molto) delle coste del Senegal, dove dalla fine del mese di febbraio verrà definitivamente allestita in attesa dei venti propizi. Dall’Ilha do Sal, una volta salpati agli inizi di marzo, i navigatori veneziani raggiungeranno in circa venticinque giorni, prima le Isole Barbados quindi, ai primi di aprile, Antigua nelle Piccole Antille (alquanto al nord del Venezuela e al largo dell’Isola di Hispaniola, dove di sono Haiti e la Repubblica Dominicana) percorrendo una distanza di circa duemilacinquecento miglia con il solo ausilio delle correnti marine, dell’esperienza, del coraggio e degli alisei, gli stessi aiuti cui si affidarono gli antichi esploratori, primo fra tutti Cristoforo Colombo, e i successivi navigatori, solo su imbarcazioni decisamente più imponenti.

La traversata di Marco Tapetto e Ursula Zancarlin a bordo dell’Achab, è stata sostenuta da moltissime associazioni e aziende veneziane, dall’amministrazione comunale, ed è appoggiata anche dal Wwf. Potrà essere seguita, con gli aggiornamenti del caso, dal sito www.marcotapetto.com. ★

Sanpierota in navigazione (fonte www.marcotapetto.com)., La…

In sanpierota sugli antichi venti atlantici