Sciupone

A volte ritornano. Evviva. È tornato Sciupone l’Africano, come lo chiamavano in Rai per via dei suoi costosi viaggi da inviato all’estero. Si vede che è proprio vero, come sostengono alcuni attenti osservatori di cose celesti, che nella vita, se si vuole andare avanti, bisogna avere fede. In questo caso si può ben dire, dopo un’estate di smarrimenti (e anche di cattivi pensieri), di avere finalmente ritrovato Fede.

Diciamocelo. In fondo ci mancava l’Emilio. Ci mancava quel suo telegiornale surreale, immaginifico, intitolato a un unico dio. La devozione assoluta che metteva in mostra per il suo padrone metteva tenerezza prima ancora che disgusto.

Oddio, non è proprio che andavamo a guardare il suo Tg4. Non ne avevamo il coraggio, neanche quando stavamo a letto con la febbre e non sapevamo proprio come passare il tempo. È che sapevamo che c’era, e questo ci bastava. E l’eco delle sue battute, delle sue imprese, in qualche modo ogni tanto ci arrivava e ci rassicurava. Ci divertiva. Era una presenza amicale, familiare quasi, come la bottiglia gialla del liquore Strega sulla credenza della nonna. Ci faceva sentire bene.

Non ci crederete, ma un po’ abbiamo sofferto quando abbiamo saputo che il suo padrone non lo amava più (avrà avuto i suoi motivi), e che lo aveva cacciato in malo modo, dalla sera alla mattina, dalla direzione di quel telegiornale che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto dirigere anche dall’aldilà.

Ma niente paura. Il vecchio Sciupone non è tipo da perdersi d’animo. Difatti, in attesa di affrontare il processo del caso Ruby Rubacuori, dov’è imputato per favoreggiamento della prostituzione insieme a Nicole Minetti e Lele Mora, ha pensato bene di darsi da fare per procurarsi un altro lavoro. E ce l’ha fatta. Non un altro giornale, non un’altra tivù, ma — udite, udite — un nuovo partito! Proprio così. Il partito di Emilio Fede. Che meraviglia! Possiamo ben dire che se ne sentiva davvero la mancanza. Si annunciano difatti piazze festanti in tutta Italia per il battesimo, previsto in autunno, della nuova creatura.

Il vecchio Sciupone, in realtà, preferisce chiamarlo «movimento di opinione» invece che partito. Non cambia molto. Di sicuro farà più ridere di quello di Grillo. Ma diversamente da quello di Grillo, nascerà per sostenere il suo vecchio padrone, naturalmente, al quale lui vuole ancora bene, e si presenterà alle elezioni in tutta Italia. Lo stesso Sciupone annuncia che sarà candidato alla Camera al Nord e in Sicilia, le sue due patrie.

Quanto ai soldi che servono per sostenere la nuova impresa, è lo stesso Sciupone a mettere le mani avanti: «Berlusconi non ne sa niente. Mi muovo da solo, e ci metto soldi miei», ha dichiarato al settimanale L’Espresso. Affinché qualcuno non pensi che dietro ci siano i soldi del Papi e di Lelito.

Emblematico il nome scelto per il nuovo partito: «Vogliamo vivere». Semplice, di effetto, dai contenuti difficilmente contestabili. Forse, vista l’età non più verdissima del nostro (ottantuno), sarebbe il caso di pensare ad una piccola aggiunta: Vogliamo vivere ancora. Forza Sciupone. ★

Sciupone