Sogno o son desto
oppure son molesto

Il caso del giorno fra polemiche e malintesi

C’è molta confusione nell’aria tra violenze, molestie e avances. Sessuali, s’intende. Esemplare il caso che riguarda il regista cinematografico Fausto Brizzi, accusato di molestie sessuali da un piccolo esercito di aspiranti attricette, o presunte tali, di giovane età e di discreta avvenenza. La maldestra uscita in sua difesa da parte della moglie Claudia Zanella, dimostra ancora una volta quanta distanza vi sia nella percezione delle cose, tra il paese reale e quello dell’immaginario. Una fiera del pettegolezzo di infimo livello.

Suscitano sempre un po’ di pena quelle mogli che si espongono (anche al ridicolo) per difendere i loro mariti accusati, a torto o a ragione, di un qualche cosa. Fanno pena al punto da pensare che forse (senza forse), avrebbero fatto meglio a non parlare. Ad aspettare (serenamente?) lo svolgersi dei fatti e, se del caso, dei processi. Salvo poi, come spesso accade, a doversi presto pentire per parole pronunciate a vanvera, d’istinto, senza pensare. Senza sapere. O fingendo di non sapere.

E’ questa l’impressione che suscitano le incaute parole pronunciate pubblicamente, con una lettera ai giornali, dalla signora Claudia Zanella, moglie del regista cinematografico Fausto Brizzi, accusato di molestie sessuali da una piccola truppa di signorine attrici, o aspiranti tali, per lo più di giovane età e di dignitosa avvenenza.

Intendiamoci, la signora in questione ha tutti i diritti di difendere il marito e di dire, sul fatto, tutto quello che ritiene opportuno. Padronissima anche, certo, di considerarlo innocente. Fatti suoi. Dopo essersi chiesta, è chiaro (e magari anche risposta), per quale diavolo di motivo gli piovano addosso così tante denunce, e così tanto circostanziate, da parte di così tante giovanottine vogliose, più che delle voglie di lui, di una particina nel prossimo cinepanettone.

Ed aver evidentemente preso in considerazione l’ipotesi di un complotto congiunto. Del come avranno fatto a mettersi d’accordo tutte assieme, le aspiranti attricette, e nello stesso momento, per parlare male tutte assieme di suo marito, spifferandone la goffa intimità, sbeffeggiandone le voglie, gli istinti audaci, le profferte e le avances più o meno spinte.

A parte che in vicende del genere bisognerebbe distinguere bene tra violenze, molestie e avances, che sono tre cose molto diverse –mentre l’impressione è che si stia facendo, anche a livello mediatico, di ogni erba un fascio- quello che stona, nelle parole della signora, è quel “tribunale mediatico” di cui parla, che starebbe processando pubblicamente suo marito, con conseguenze (per lui) non troppo simpatiche.

Niente di più sbagliato. Non c’è nessun tribunale mediatico. Nessuna gogna. I giornali parlano di Fausto Brizzi (ne farebbero volentieri a meno, gliel’assicuro), solamente perché ci sono delle signorine che denunciano di aver subìto delle molestie sessuali da parte sua. Punto. Non c’è nessun tribunale e nessun processo mediatico. Solo, è logico che se ne parli dal momento che vi sono delle denunce. Tutto qua. La vergogna sarebbe il contrario, se non se ne parlasse, se restasse tutto sepolto, se si mettesse –come spesso è capitato- tutto a tacere.

La signora inoltre si lamenta di essere “barricata in casa” da giorni e di non poter nemmeno portare sua figlia (di un anno e mezzo, precisa) al parco, “perché sotto al nostro portone ci sono giornalisti e paparazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte”. La signora aggiunge che “anche questa può essere considerata violenza sulle donne”.

Andiamoci piano. La violenza è tutt’altro. Quello che la signora lamenta è nient’altro che l’effetto della notorietà. Il prezzo che si paga, piaccia o no, al fatto di essere famosi. Se il molestatore fosse uno sconosciuto netturbino, anziché un regista abbastanza noto, sotto casa sua non vi sarebbero giornalisti né paparazzi.

E, come detto, nessuno si occuperebbe di lui, nemmeno del regista abbastanza noto, se non vi fossero, non una, ma parecchie denunce di molestie. A meno che quelle giovinottine non si siano messe tutte d’accordo per inventarsi tutto. Allora sì che sarebbe tutta un’altra storia.

LA PAGELLA

Fausto Brizzi: voto -4
Claudia Zanella: voto 5

Un manifesto anti-violenza (foto Merry Jane).

Sogno o son desto oppure son molesto