Son tornate le zanzare

La grande novità dell’anno nuovo

Anche se è solo cominciato da un paio di settimane, non sembra che l’anno nuovo abbia portato molte novità. A parte una, considerevole. A sorpresa e in modo imbarazzante ci sono sempre le zanzare. Almeno qui a Venezia. È vero: le zanzare c’erano anche alla fine di dicembre, ma tutti pensavamo che in gennaio sarebbero finalmente scomparse. E invece no: le zanzare sono ancora qui. Svolazzano, ronzano, impazzano, pizzicano. E non sono metaforiche: ma proprio zanzare vere proprie, un poco più tonte di quelle estive, ma sempre impietosamente affamate del nostro sangue.

Zanzare. In gennaio. Che cosa vorrà dire? Non lo sappiamo. Un segno dell’apocalisse imminente? forse no. Il segno che i tempi sono cambiati, almeno in senso climatico? forse sì. Però almeno è strano. Se passeggiate in questi giorni per la città, cosa che noi aborigeni veneziani facciamo spesso, vi muovete in uno scenario singolare. Piove, ma non molto: alla londinese, diciamo. La temperatura è mite, calli campi campielli sono deserti. Gran parte — la maggior parte — dei negozi, botteghe ed esercizi, sono chiusi: moltissimi in ferie prima dell’inevitabile salasso del carnevale prossimo venturo; molti sono proprio abbandonati per cessata attività, e sulle vetrine ammiccano malinconici avvisi di affittasi vendesi; parecchi — soprattutto bar e ristoranti — stanno restaurandosi; alcuni si sono trasferiti, di qualche passo o di molte calli, dove un affitto meno caro li ha portati.

Si aggirano sperduti rarissimi turisti e i pochi veneziani superstiti che non vanno in ferie, o ci sono andati prima, o non ci vanno per niente. Potrebbe essere uno scenario simbolico, metaforico, iconico. Non solo di una città che accoglie venticinque milioni di turisti all’anno e che sta svuotandosi di ogni altra cosa; ma anche di una nazione, la nostra, che sembra aver sempre meno da offrire, a chiunque. A parte ovviamente un aumento costante di tasse e tariffe e una riduzione drastica e continua di servizi e qualità, più il solito cazzeggio mediatico.

Restano le zanzare. Ma come: ma di solito le zanzare d’inverno non c’erano mai state, svernavano. Non in luoghi ameni: non come la cicala della barzelletta, che se va in Brasile. Di sicuro non come le formichine, che si rintanano tranquille e alacri nei loro opifici sotterranei. Ma da qualche parte nei sottovasi delle piante, negli umidori stantii delle cantine, nei recessi oscuri dei tombini.

I culicidi (che non sono quello che voi pensate, birichini) quest’anno invece sono sveglissimi. Azzardiamo alcune ipotesi. Uno; un qualche scienziato pazzo ha condotto un esperimento alla ricerca dell’elisir di lunga vita, o della panacea universale, ma subito dopo essersi iniettato il siero miracoloso qualcosa è andato storto, è stato punto da un culex e la situazione è rapidamente degenerata. Due; le zanzare locali si sono incrociate con altre zanzare resistenti al freddo (le fastidiosissime culiseta, oppure delle zanzare finlandesi abituate al gelo e alle renne) e ne è sorta un’evoluzione indifferente alle stagioni. Tre; è un complotto: oscuro e incomprensibile, ma sicuramente una spiegazione ci sarà, come per le scie chimiche e il calendario dei maya.

In ogni caso, e comunque: se cercate un rimedio non lo trovate. Nel 2014 le merci si vendono ancora secondo la stagione e i prodotti zanzarifughi o zanzaricidi non si trovano sugli scaffali dei (super)mercati, se non come avanzo di magazzino, un poco molli e umidicci come questi giorni di gennaio. ★

Son tornate le zanzare (www.ilridotto.info + wikimedia.org).

Son tornate le zanzare