Son tornate le zanzare

La grande novità dell’anno nuovo

Anche se è solo cominciato da un paio di settimane, non sembra che l’anno nuovo abbia portato molte novità. A parte una, considerevole. A sorpresa e in modo imbarazzante ci sono sempre le zanzare. Almeno qui a Venezia. È vero: le zanzare c’erano anche alla fine di dicembre, ma tutti pensavamo che in gennaio sarebbero finalmente scomparse. E invece no: le zanzare sono ancora qui. Svolazzano, ronzano, impazzano, pizzicano. E non sono metaforiche: ma proprio zanzare vere proprie, un poco più tonte di quelle estive, ma sempre impietosamente affamate del nostro sangue.

Son tornate le zanzare (www.ilridotto.info + wikimedia.org).
Son tornate le zanzare (www.ilridotto.info + wikimedia.org).

Zanzare. In gennaio. Che cosa vorrà dire? Non lo sappiamo. Un segno dell’apocalisse imminente? forse no. Il segno che i tempi sono cambiati, almeno in senso climatico? forse sì. Però almeno è strano. Se passeggiate in questi giorni per la città, cosa che noi aborigeni veneziani facciamo spesso, vi muovete in uno scenario singolare. Piove, ma non molto: alla londinese, diciamo. La temperatura è mite, calli campi campielli sono deserti. Gran parte — la maggior parte — dei negozi, botteghe ed esercizi, sono chiusi: moltissimi in ferie prima dell’inevitabile salasso del carnevale prossimo venturo; molti sono proprio abbandonati per cessata attività, e sulle vetrine ammiccano malinconici avvisi di affittasi vendesi; parecchi — soprattutto bar e ristoranti — stanno restaurandosi; alcuni si sono trasferiti, di qualche passo o di molte calli, dove un affitto meno caro li ha portati.

Si aggirano sperduti rarissimi turisti e i pochi veneziani superstiti che non vanno in ferie, o ci sono andati prima, o non ci vanno per niente. Potrebbe essere uno scenario simbolico, metaforico, iconico. Non solo di una città che accoglie venticinque milioni di turisti all’anno e che sta svuotandosi di ogni altra cosa; ma anche di una nazione, la nostra, che sembra aver sempre meno da offrire, a chiunque. A parte ovviamente un aumento costante di tasse e tariffe e una riduzione drastica e continua di servizi e qualità, più il solito cazzeggio mediatico.

Restano le zanzare. Ma come: ma di solito le zanzare d’inverno non c’erano mai state, svernavano. Non in luoghi ameni: non come la cicala della barzelletta, che se va in Brasile. Di sicuro non come le formichine, che si rintanano tranquille e alacri nei loro opifici sotterranei. Ma da qualche parte nei sottovasi delle piante, negli umidori stantii delle cantine, nei recessi oscuri dei tombini.

I culicidi (che non sono quello che voi pensate, birichini) quest’anno invece sono sveglissimi. Azzardiamo alcune ipotesi. Uno; un qualche scienziato pazzo ha condotto un esperimento alla ricerca dell’elisir di lunga vita, o della panacea universale, ma subito dopo essersi iniettato il siero miracoloso qualcosa è andato storto, è stato punto da un culex e la situazione è rapidamente degenerata. Due; le zanzare locali si sono incrociate con altre zanzare resistenti al freddo (le fastidiosissime culiseta, oppure delle zanzare finlandesi abituate al gelo e alle renne) e ne è sorta un’evoluzione indifferente alle stagioni. Tre; è un complotto: oscuro e incomprensibile, ma sicuramente una spiegazione ci sarà, come per le scie chimiche e il calendario dei maya.

In ogni caso, e comunque: se cercate un rimedio non lo trovate. Nel 2014 le merci si vendono ancora secondo la stagione e i prodotti zanzarifughi o zanzaricidi non si trovano sugli scaffali dei (super)mercati, se non come avanzo di magazzino, un poco molli e umidicci come questi giorni di gennaio. ★

Son tornate le zanzare