Sono tutti gli animali
le star di Montecarlo
Al Festival del Circo
La rassegna di arti circensi più importante del mondo, giunta alla quarantatreesima edizione, gioca le sue carte sull’addestramento degli animali in dolcezza. Martin Lacey, il domatore più famoso, in pista con un numero da record di 26 tigri e leoni nella stessa gabbia. E’ tra i candidati favoriti alla vittoria del clown d’oro. Ma vi saranno anche cavalli, asini e bisonti. Per la parte acrobatica, la faranno da padroni la troupe acrobatica di Pechino con un numero mozzafiato e il Royal Circus di Gia Erazde che porterà dalla Russia la bellezza di 68 artisti. Una nuova coreografia ispirata al poeta Dante del grande Alexandre Grimailo.
MONTE-CARLO – La testa di un leone maestoso, bellissimo, fiero della sua folta criniera, riempie tutto il manifesto che annuncia la quarantatreesima edizione del festival del circo più famoso del mondo, quello di Montecarlo, in programma dal 17 al 27 gennaio sotto l’elegante chapiteau di Fontvieille.
Non è un’immagine scelta a caso. Ci sono almeno un paio di buoni motivi. Il primo è che “Il Festival degli animali si svolge a Monaco”, secondo le indicazioni della Principessa Stéphanie, impegnatissima nella sua generosa battaglia in difesa del circo tradizionale con gli animali. Il secondo è che, per sostenere questa buona e giusta causa, scenderà in pista nientemeno che il più grande domatore del mondo, Martin Lacey, che tenterà di superare sé stesso presentando il più grande numero di belve feroci mai visto in una gabbia: ben 26 fra tigri e leoni!
Lacey, che alleva personalmente i suoi animali allattandoli con il biberon, e che viene considerato il principe dell’addestramento in dolcezza, presenterà due numeri differenti. Il più importante durerà venti minuti, e saranno venti minuti di assoluta meraviglia, durante i quali, con le sole armi della complicità e del gioco, farà compiere ai suoi animali un numero impressionante di figure e movimenti da mozzare il fiato. Qui a Montecarlo Lacey ha già vinto l’oro nel 2010. Cosa può vincere di più? Un altro oro, come minimo, sembra assicurato.
Ma vi saranno anche molti altri animali, come sempre a Montecarlo. Tutti numeri di altissimo livello. A cominciare dalle amazzoni del Royal Circus di Gia Eradze, capaci di acrobazie ai limiti dell’impossibile sui cavalli lanciati a folle velocità. Il circo russo di Eradze, moderno e lussuoso, e ricco di bellissimi costumi, porterà al Festival diversi numeri e la bellezza di 68 artisti, tra cui 24 ballerini. Sempre per i cavalli, vi sarà l’alta scuola tzigana presentata da Yuri Volodchenkov, mentre Marcel Kramer porterà in pista i suoi mastodontici bisonti americani e i suoi meravigliosi asini sapienti capaci di danzare il valzer.
Quando creò il Festival, nel 1974, il Principe Ranieri, quasi un preveggente, aveva già insistito sulla necessità di trattare gli animali con tutti i riguardi, e non soltanto durante il numero, ma anche fuori dalla pista, nella vita di tutti i giorni nelle scuderie e negli spazi loro assegnati. Animalista ante litteram, era anche arrivato al punto da cancellare dagli spettacoli del Festival un numero che pure aveva ingaggiato, dal momento che si era accorto che gli animali (in questo caso si trattava di giaguari), non venivano trattati bene.
“Rispetto, complicità, affetto e gioco”, sono le parole d’ordine del Comitato organizzatore presieduto da Sua Altezza Serenissima la Principessa Stéphanie, che dirige personalmente le operazioni con passione e competenza, come spiega in una lunga intervista esclusiva concessa a “Circo”, la rivista ufficiale del circo italiano. “La maggior parte degli animali è nata nei circhi –dice- dove vengono considerati a tutti gli effetti come dei veri e propri artisti, e come tali vengono trattati. E il pubblico può rendersene conto direttamente sia all’interno dello chapiteau, durante gli spettacoli e le giornate di porte aperte, sia nelle scuderie all’esterno”. “Senza gli animali il circo non potrebbe esistere –spiega la Principessa- e saranno proprio gli animali le vere star di questa edizione del Festival”.
Non solo animali, comunque. Coniugando la difesa della tradizione del circo classico con la necessità di rinnovamento e innovazione delle arti circensi, scenderanno in pista 150 artisti di 15 Paesi. E sono più d’uno i numeri che aspirano a salire sul podio, a cominciare dallo splendido quadro aereo, un mix di complessità tecnica ed eleganza rare, firmato dal celebre coreografo Alexandre Grimailo, realizzato dalla troupe Aliev del Kazakistan e ispirato nientemeno che a Dante Alighieri. Altri numeri che puntano in alto sono quelli della troupe di Pechino con un vero e proprio recital acrobatico tra i pali, e gli acrobati di Xing Yunwei su canne flessibili.
Tra quelli più originali, da segnalare il duo acrobatico al femminile di Yoka e Nazerke sul monopattino elettrico, e i tre clown russi Without Sock che riprendono, pur giovanissimi, le gags della tradizione.