Testa di pietra
a Santa Maria Formosa

Ho alzato lo sguardo dalle pietre di trachite e dai tombini di scolo delle acque piovane per esaminare le numerose teste che sono poste sulle chiavi di volta dei portali d’accesso sia d’acqua che di terra di molti palazzi , chiese veneziane, campanili.

Nelle valli montane del Piemonte, nelle campagne della Lombardia e del Veneto, teste molto rudimentali poste su architravi,porte e finestre sembra avessero la funzione di spaventare gli spiriti maligni che tentano di entrare in casa. Questa la leggenda, ma l’abbellimento delle chiavi di volta è pratica comune a molte culture e qui in Italia risale agli Etruschi.

La funzione apotropaica contro spiriti e animali dall’influsso malefico si avvale, oltre che delle teste, anche di altri motivi decorativi quali: teste scarnificate di bovino, scope, uccelli notturni posti sugli stipiti delle porte.

Un esempio molto conosciuto, a Venezia, è dato dal campanile di campo Santa Maria Formosa iniziato su progetto del religioso Francesco Zucconi nel 1611. La parte più ricca del campanile è la cella e la cuspide ornata da delicate decorazioni in pietra bianca, che forse dovevano evocare una candela, ma che alla sottoscritta ricordano uno spumoso ed evanescente dolce. La cuspide non è la sola particolarità di questo campanile, che mostra sulla porticina d’accesso una testa grottesca ben lavorata.

Secondo la tradizione sulle porte dei campanili dovevano essere scolpiti dei mostri, perché il diavolo spaventato stesse lontano dall’ambiente sacro e non suonasse le campane a tempo indebito. Forse, come molte opere del seicento, il testone con la sua smorfia mostra lo scetticismo con cui erano accettate alcune sacre leggende. John Ruskin ne fu così negativamente colpito da affermare che in questo testone inumano, dalla risata lasciva e bestiale, troppo disgustoso per essere disegnato o descritto, c’è tutto il degrado in cui Venezia è caduta.

(continua…)

Testa di pietra a Santa Maria Formosa