A Treviso riaperto
il museo Bailo

Uno scrigno ricco di opere di Arturo Martini

Uno dei più importanti musei e collezioni del Novecento riapre restaurato: è il Civico Bailo che testimonia un’eccezionale raccolta delle opere di Arturo Martini e di altri importanti artisti trevigiani internazionali. Ex convento degli Scalzi e antica Fabbrica, il Museo Bailo è la struttura museale riaperta al pubblico dopo dodici anni di chiusura. Il nuovo museo si presenta con più di trecento opere esposte.

TREVISO – Dopo interventi architettonici e museografici che ne hanno completato ma anche ridimensionato l’immagine, lo spazio rinnovato si unisce al polo museale trevigiano assieme al complesso di Santa Caterina. La grande Galleria del Novecento, gioiello architettonico davvero interessante – voluto dall’amministrazione comunale – nello storico quartiere di Borgo Cavour cuore della città, è un vero e proprio scrigno di notevole valore.

Filo conduttore di tutta la collezione è l’arte di Arturo Martini (Oderzo, 1876 – Milano, 1954) il più importante artista simbolista italiano e trevigiano del quale sono esposte 134 pezzi e una vastità di disegni – come la serie degli otto pastelli – intitolati Fantasie del sole del 1912; bozzetti, opere plastiche, studi e sculture, gessi, ceramiche e bronzi come la celebre Pisana assieme alla grande terracotta della Venere dei Porti. Di grande impatto scenico invece l’Adamo ed Eva, imponente realizzazione plastica che si erge nel bellissimo giardino del cinquecentesco chiostro del museo.

Dopo Martini, il percorso si snoda verso un altro importante artista del ‘900 internazionale, Gino Rossi (Venezia, 1884 – Treviso, 1947) celebre rinnovatore della ricerca dell’arte figurativa e raffinato pittore dai colori vibranti, accesi: inconfondibili per tutti gli studiosi e i collezionisti del settore. Notevoli i Paesaggi bretoni come, Primavera in Bretagna del 1907. Una pittura tesa alla ricerca dei valori sintetici assieme ai post-impressionisti da Paul Gauguin a Paul Sérusier, chiamati anche artisti sintetisti.

Non manca la sezione natura/paesaggio come quelli dedicati alle campagne di Asolo dove Gino Rossi spesso amava ritirarsi per creare, disegnare, riflettere sulle luci, gli spazi e le indagini coloristiche delle stagioni.

Il flusso narrativo nel percorso espositivo che conduce alla storia che analizza l’arte durante le due guerre, giunge alle ricerche pittoriche di altri artisti che contribuirono ad esercitare nella Marca un dibattito quanto mai vivace su temi culturali e artistici; si tratta di personalità da Yuti Ravenna, Nino Springolo a Carlo Conte sino alla figura di spicco come quella di Giovanni Barbisan artefice della notevole e celebre Scuola d’Incisione.

Non mancano nel percorso mostra anche la sezione dei Ritratti del tardo Ottocento e le figure di Guglielmo ed Emma Ciardi (fratello e sorella) e del figlio di Guglielmo: Beppe pittore notevole per gli echi impressionisti della macchia coloristica, accanto al quale figurano anche Giovanni Apollonio e Vittore Cargnel.

Un immenso tesoro architettonico il Museo Bailo, curato nell’allestimento e nella progettazione dal team d’architetti (di StudioMas di Padova), i museografi Marco Rapposelli, Piero Puggina ed Heinz Tesar. Artefici degli studi del percorso espositivo i curatori-studiosi Nico Stringa, Eugenio Manzato, Marta Mazza e Maria E. Gerhardinger.

Civico Museo Bailo

Borgo Cavour 34 Treviso

Orari: da martedi’ a domenica 10.00-1800

biglietto Museo Bailo più Santa Caterina 5 Euro

Solo Bailo 3 Euro. Ridotto 2 euro

Scolaresche 1 euro

Museo Bailo a Treviso, l'ingresso (foto Marco Zanta).,…

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