Un altro clown italiano
in vetta a Montecarlo

La trentanovesima edizione del festival del circo

Gianni Huesca, in arte Fumagalli, conquista il clown d’oro sedici anni dopo un altro grande clown italiano come David Larible. Quattro numeri al primo posto. Quattro anche i clown d’argento, sei quelli di bronzo, in un’edizione monopolizzata dai russi. Cinque gli italiani in gara. Festival funestato dalla morte durante le prove di un motociclista italiano di soli ventiquattro anni, il modenese Kevin Ferrari, che si è schiantato al suolo con la sua moto. Il festival è stato sul punto di esserte annullato. Aperta un’inchiesta. Sotto choc la Principessa Stéphanie. Le pagelle.

MONTECARLO – Il premio più importante del più importante festival del circo del mondo, dovrebbe andare quest’anno a un ragazzo italiano di soli ventiquattro anni, Kevin Ferrari, modenese di Campogalliano, al quale piaceva volare nel cielo, e fare salti e capriole, con la sua moto. Una passione che gli è stata fatale. Kevin, campione di motocross e fuoriclasse di free-style, si è schiantato durante le prove alla vigilia dell’apertura della trentanovesima edizione del festival, ed è morto sul colpo sulla pista dello chapiteau di Fontvieille.

Insieme ad altri cinque piloti italiani e francesi, Kevin faceva parte della troupe di motociclisti Flic Flac Moto X dell’omonimo circo tedesco specializzato nella presentazione di numeri mozzafiato. Era stato chiamato solo da pochi giorni a sostituire un collega. La prima prova a Montecarlo, con un salto da un trampolino all’altro a quattordici metri di altezza, era andata bene. La seconda no. Kevin non è riuscito a chiudere il giro della morte che stava compiendo a cavallo della sua moto, ed è atterrato corto sulla seconda piattaforma, cadendo sulla schiena, travolto dal suo stesso veicolo.

Gli organizzatori del festival, la Principessa Stéphanie sotto choc, hanno preso in considerazione la possibilità di annullare la manifestazione. Poi hanno deciso di debuttare comunque. Sia perché lo spettacolo deve continuare, come vuole la regola antica e crudele del mondo del circo e dello spettacolo, sia perché ci sono di mezzo anche aspetti economici non secondari. Kevin è stato ricordato con un minuto di silenzio e un lungo applauso in apertura della serata inaugurale, e nei giorni successivi durante la tradizionale celebrazione ecumenica. Ma tutto il festival si è svolto sotto una pesante cappa di tristezza e di dolore.

Sangue e oro sono stati tutti italiani. Il clown Gianni Huesca, in arte Fumagalli, nativo di Venzone (Udine), a coronamento di una felice carriera nei maggiori circhi del mondo, ha conquistato il prestigioso clown d’oro, come Il Ridotto aveva previsto (confronta Punzecchia Montecarlo l’ape dispettosa di Fumagalli, dicembre 2014). Il clown italiano, che lavora molto di parola e di acrobazia, e che era spalleggiato a dovere dal fratello Darix e dalla sua troupe dei Fuma Boys, aggiunge così il suo nome a quello dei pochissimi clown arrivati in trentanove anni sul podio più alto di Montecarlo: appena quattro, lo svizzero Bello Nock nel 2011, l’altro italiano David Larible nel 1999, il russo Oleg Popov nel 1981, e lo spagnolo Charlie Rivel nella prima edizione del festival del 1974.

E numerosi, addirittura cinque, sono stati i numeri italiani in concorso quest’anno: oltre a Fumagalli, l’addestratore di elefanti Elvis Errani che ha replicato il clown di bronzo già conquistato nel 2009, la sorella Priscilla con l’hula-hoop, il filferista – come qui chiamo i funamboli – Erik Niemen, e i pappagalli di Alessio Fochesato.

La giuria, assegnando ben quattro ori, è stata piuttosto generosa: oltre a Fumagalli, sono stati premiati l’addestratrice russa di cavalli Anastasia Fedotova Stykan, i trapezisti coreani di Pyonyang, e gli atleti della troupe acrobatica di Cina. Tutti ottimi numeri peraltro. Anche i clown d’argento sono stati quattro: alle troupe acrobatiche Shatirov, Pronin, Tianjin, e ai cavalli di Yakov Ekk. Addirittura sei i clown di bronzo: oltre agli elefanti di Errani, ai leoni di Musa John Selepe, agli acrobati Silver Stones, Meleshin, Black & White, e alla troupe Kolykhalov.

In totale, assegnando quattordici riconoscimenti (troppi) su ventotto numeri in concorso, la giuria ha premiato la metà esatta dei partecipanti. Ma quello che suonerebbe eccessivo in qualsiasi altro festival, assume qui un sapore diverso. Perché Montecarlo non nacque per stabilire chi è il più bravo, ma per aiutare la crescita del mondo del circo. E il solo fatto di essere invitati a partecipare a questa manifestazione, che è la più prestigiosa di tutte, vale già come una vittoria per qualsiasi artista. Resta che, pur con l’attenuante del fatto che nel Principato si celebra l’anno della Russia, anche dodici numeri russi sui ventotto presentati sono sembrati decisamente troppi.

Dolore e tristezza a parte, non è stata comunque un’edizione da annoverare tra quelle memorabili. Andrà probabilmente meglio l’anno prossimo per l’edizione speciale del quarantennale, senza concorso, e con una selezione dei numeri migliori degli ultimi anni.★

LE PAGELLE/CLOWN D’ORO

Fumagalli: ha messo in mostra, ben lucidato, il meglio del suo repertorio. Un classico intramontabile. Voto: 8

Anastasia Fedotova Stykan: il numero più sorprendente, con alta scuola e dressage stregonesco di due cavalli in libertà. Voto: 8,5

Troupe nazionale acrobatica di Cina: equilibri e spaccate spettacolari ai limiti delle possibilità umane. Voto: 8,5

Troupe acrobatica di Pyongyang: arrivano all’oro con un quadruplo salto mortale su una distanza di 14 metri. Meno convincente il pas de deux. Voto : 8

LE PAGELLE/CLOWN D’ARGENTO

Yakov Ekk: dignitosi nei salti a cavallo, ottimi nei volteggi cosacchi. Voto: 7,5

Tjanjin: diciotto cinesi ai giochi icariani, volteggi con i piedi. Voto: 7

Pronin: eleganti e precisi all’altalena russa. Ma non emozionano. Voto: 6

Shatirov: un argento incomprensibile. Una delle peggiori troupe di barra russa. Errori, cadute, costumi e musiche pessimi. Voto: 4

LE PAGELLE/CLOWN DI BRONZO

Elvis Errani: elefanti guidati dalla sola voce, un numero perfetto. Meritava molto di più. Voto: 8

Meleshin: rola-rola scoppiettante, con doppio equilibrio sulla testa. Voto: 7,5

Black & White: due russe ai tessuti. Elegante e non di routine. Voto: 7

Silver Stone: due atletici ucraini alle cinghie aeree. Scolastico. Voto: 6

Kolykhalov: acrobati alle sbarre fisse. Coreografico, poche emozioni. Voto: 6

Musa John Selepe: non basta la novità di un domatore di colore, il numero di gabbia è incolore. Voto: 5

LE PAGELLE/GLI ALTRI NUMERI

Alessio Fochesato: un numero di pappagalli come se ne vedono raramente. Meritava il podio. Voto: 7,5

Erik Niemen: ci sa fare sul filo, ma non convince. Qualche incertezza. Voto: 6,5

Priscilla Errani: hula-hoop. Solo un piacere alla famiglia Errani. Voto: 5,5

Troupe Empress: giocolieri originali in altezza e al trapezio. Voto: 6,5

Werner Pranay: un tedesco di 24 anni al diablo. Originale. Voto: 7

Costin: un funambolico e velocissimo rumeno al trampolino comico. Voto: 7,5

Boris Nikishkin: nuova comicità russa. Qualche spunto buono. Da rivedere. Voto: 6,5

Les Bagalan: originali e moderni saltatori alla bascula coreana. Voto: 6,5

Aerial Fantasy: acrobati in stile pirata. Solo coreografici. Voto: 5,5

Flic Flac Moto X: per il lutto, non si sono esibiti. Sv

LE PAGELLE/E INOLTRE

Balletto: meno convincenti stavolta le danzatrici del Bolshoi Circus. Voto: 5,5

Clowns en folie: si giustificano perché appartengono alla storia del festival. Voto: 5

Monsieur Loyal: più contenuto e meno fastidioso del solito Petit Gougou. Voto: 5,5

Orchestra: Reto Parolari e Osvaldo Camahue conoscono il mestiere. Voto: 6,5

Direzione artistica: si sono viste stagioni migliori. Voto: 7

Organizzazione: non ha colpe se un pilota sbaglia un salto. Ma dove c’è un lutto non ci può essere un giudizio. O almeno va sospeso sino alla conclusione dell’inchiesta giudiziaria. Sv

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