Un anno!

Incredibile ma vero…

Caro lettore,
è già passato un anno!
Sembra incredibile, ma è incontestabilmente vero. Il Ridotto di Venezia, la prima rivista in rete di attualità culturali, si apriva per la prima volta agli internauti dodici mesi fa. Ad altri ciò potrà sembrar poco o nulla. E a te, o caro lettore, potrà sembrare anche normale e per nulla incredibile.

Ma per noi che lo scriviamo impaginiamo correggiamo pubblichiamo sosteniamo aggiustiamo rimoderniamo disegniamo amiamo odiamo, è veramente incredibile. Un anno intero. E come dicono gli anziani quali noi da tempo siamo (non siamo mai stati giovani in realtà): «e quante cose sono cambiate!».

Un anno fa eravamo poveri e spensierati sull’orlo del baratro. Oggi siamo cupi e disperati sull’orlo del baratro, e pieni di debiti e di tasse da pagare. Un anno fa eravamo governati da una destra incompetente e inetta con velleità autoritarie, oggi siamo governati con competenza e autorità da una destra implacabile e spietata.

Tutto sta andando a rotoli. E non era propriamente ciò che volevamo. Non sarà nemmeno questo giornale che potrà cambiare le cose. Siamo pazzi, sicuramente, ma non coviamo questa folle ambizione. Ci accontentiamo (data anche l’età) di traguardi più modesti, ma non per questo meno interessanti.

Ci accontentiamo, per esempio — ed è il motivo della nostra esistenza, ammesso che ve ne sia uno — di tentare di fare, con questo Ridotto che state leggendo (ogni giorno sempre più numerosi, grazie!), del buon giornalismo. Giornalismo, già. Che parola desueta. Dimenticata. Svillaneggiata, spesso sputtanata, anche a ragione. Diventata quasi inutile oggidì, ritenuta superflua. Comunque poco praticata nelle forme del buono.

Sarà per questo, per tentare di fare semplicemente del buon giornalismo, e nient’altro, che abbiamo fatto e stiamo facendo di tutto per distinguerci dai blog che invadono la rete. Non abbiamo nulla contro i blog, sia chiaro. Ma non siamo un blog. E ci teniamo a non esserlo.

Siamo un giornale. Magari piccolino, ma un giornale vero e proprio. Una rivista di attualità culturali, se vogliamo essere precisi, com’è scritto nella testata. Siamo una rivista pubblicata da un editore, I Antichi Editori, che pubblica anche libri, e che è il braccio stampato di una storica associazione culturale veneziana, la Compagnia de Calza «I Antichi». Siamo una testata registrata in tribunale, con un direttore editoriale, un direttore responsabile, e una redazione. Non siamo anonimi. Abbiamo nomi e cognomi e ciascuno di noi è responsabile di quello che scrive.

Non abbiamo padroni da servire. Né politici da incensare. Né imprenditori da omaggiare. Né prodotti da vendere. Questo giornale, che è aperto al confronto delle opinioni, anche le più diverse, lo pensiamo, lo scriviamo e lo impaginiamo con le nostre teste. Sbagliando da soli. Lo abbiamo inventato proprio per poter essere liberi. Per scriverci dentro (sopra?) tutto quello che ci pare. Per scrivere — questo è il nostro motto — tutto quello che gli altri non scrivono. Che non vogliono scrivere. Che non lasciano scrivere.

È un giornale che parte dalla città di Venezia, dove hanno sede la società editrice che lo pubblica e l’associazione culturale che ne è proprietaria, ma che allarga il suo sguardo al mondo, nel segno della millenaria apertura culturale e internazionale della città che fu Serenissima, e lontani mille miglia da ogni rigurgito localistico e nostalgico.

È una splendida ed entusiasmante avventura. Anche e soprattutto per merito dei nostri infaticabili collaboratori da ogni parte del mondo: dal Brasile: Neno Brazil; dagli Usa e dal resto del Mondo: Michael Krondl; dal Giappone: Michiko Kawata; dagli Astri: la Strega Jurubeba; dall’Iperuranio Patafisico: Enzo Rossi Ròiss; dal Parnaso: Maria Luisa Pavanini; dallo Sprofondo Nord: Paolo Fiorindo; e poi Luca Alfonsi, Ricardo Bustos, Lucas Christ, Nicolò Polesello, Al­vi­se Ferialdi.

Continuate a seguirci. Fate conoscere Il Ridotto ai vostri amici. E se avete delle idee, degli spunti, delle notizie, segnalateci fatti e misfatti di cui vi piacerebbe che ci occupassimo. Scriveteci. E non preoccupatevi del tempo che passa. Perché un anno è già passato da quando è nato Il Ridotto. E altri, inesorabilmente, ne passeranno. Niente paura. Come diceva il Conte Emile Targhetta d’Audiffret de Greoux, la nostra inimitabile guida spirituale: «Gli anni passano? Peggio per loro». Buona lettura. ★

Un anno!