Una bimillenaria
lotta per la libertà
Eterodossia, eresia, anarchia: mamma mia! Duemila anni di messaggio evangelico libertario e repressione feroce scorrono rapidi nelle pagine di Eresie libertarie – Dai testi sacri al Novecento dello storico e giornalista Valerio Pignatta, edite da Odoya.
Lo scopo della riflessione su idee e vite vissute all’insegna della ricerca della propria libertà e indipendenza nel rispetto dell’altro e in funzione del raggiungimento di una eguaglianza dignitosa tra tutti i membri della società, così come immaginato da molti eretici incontrati nel nostro percorso, è proprio quello di fornire stimoli per confrontarci serenamente su come ulteriori disastri socio-politici potrebbero essere prevenuti, in tempi in cui avremmo tutti gli strumenti politici, economici e spirituali per riprendere e realizzare quel percorso d’amore più volte tracciato e suggerito in passato.
l.c. — In tempi di restaurazione autoritaria della democrazia è molto interessante la lettura di questo agile volume che ripercorre secolo per secolo i disperati tentativi di innumerevoli gruppi di esseri umani di liberarsi dal giogo del bisogno materiale e della libertà spirituale. Tentativi quasi sempre repressi con il ferro e con il fuoco, o normalizzati nel tempo attraverso la trasformazione più o meno lenta degli eretici libertari in ortodossi autoritari repressori.
Sfilano i primi cristiani, con il loro rifiuto di riconoscere il potere civile di Roma; i francescani in bilico tra scomunica e assimilazione, i dolciniani costretti a difendersi armi in pugno, i Fratelli del Libero Spirito, gli Utraquisti, i ferocissimi Taboriti, gli Hussiti, i Protestanti che non tentennarono nemmeno un attimo a trasformarsi in chiesa vera e propria, gli Anabattisti, i Digger, i Ranter, i Quaccheri oggi perfettamente integrati nella cultura statunitense.
Tra tutti si mescolano indissolubilmente religione, economia, società, sessualità, in proporzioni differenti secondo i tempi e i luoghi, in una visione che mescola aspettative apocalittiche di rigenerazione del mondo, con successi a volte rapidi, ma sempre provvisori, effimeri, tragici.
Tra tutti indichiamo la sventurata storia dei giurisdavidici di David Lazzaretti che nella Maremma di metà Ottocento, sul Monte Amiata, tentò di instaurare un nuovo modello di società: comunitario, pacifico, cristiano. Nonostante i primi appoggi della Chiesa, puramente interessati a mettere nei guai il nuovo stato italiano, David Lazzaretti e i suoi furono presto scomunicati e presto repressi nel sangue. Una pacifica processione fu disciolta a fucilate da esercito e carabinieri, lasciando alcuni morti, tra cui Lazzaretti. I superstiti vennero accusati di mire rivoluzionarie, di fomentare la guerra civile, di saccheggi e distruzioni; il processo provò la falsità delle accuse ma ormai il movimento era stato duramente colpito.
Molto interessanti i capitoli finali, in cui si tratta dell’influsso del grande scrittore russo Lev Tolstoj sul pensiero anarchico in chiave cristiana. Sempre brillano sprazzi di autentica avanguardia culturale.
L’autore, Valerio Pignatta, non nasconde le sue simpatie per la carica pacificamente rivoluzionaria per questi eretici libertari che, tranne rarissime eccezioni, furono semplici ed inermi vittime della storia. Per parte nostra, ci sentiamo di sottoscrivere pienamente che: Su una cosa ci pare a questo punto doveroso soffermare la nostra attenzione: la questione della verità. Ogni religione afferma di detenere la Verità, quella appunto con la V maiuscola, assoluta, insindacabile. Pur di affermarla, la religione (qualunque essa sia) affronta guerre e violenze. Altro aspetto derivante: la Verità, secondo la logica delle Chiese, va imposta anche agli altri. E questo è sempre stato uno dei maggiori motivi di rifiuto sensato delle religioni da parte delle persone più razionali. ★