Un’insensata
crudeltà commerciale

Poche buone notizie dal web

Apro la posta elettronica del mio pc e tra decine di spam individuo la mail inviatami con lodevole regolarità da un caro amico residente nel Devon, in Inghilterra il quale si prende la briga di raccogliere in una sorta di rassegna stampa settimanale i collegamenti a pubblicazioni web riguardanti la sofferenza animale. Scorro i titoli elencati e mi colpisce subito la foto che correda il primo, riguardante alcuni profughi siriani, tra cui spicca una giovane donna con in braccio un gatto soriano bianco e rosso avvolto in un pile bianco. Sotto alla foto c’è scritto: «Senza Commento».

A seguire altri interessanti rimandi, tra cui un bellissimo video animazione a cura dell’associazione Essere Animali riguardante l’allevamento dei visoni da pelliccia in Italia, nel quale ci viene illustrata in modo garbato la loro miserabile detenzione ed esecuzione (camera a gas) ed infine spiegato che nonostante il novanta per cento degli italiani sia contrario a tali allevamenti, il parlamento faccia finta di non sentire tale istanza.

Ed ancora, la cronaca struggente dell’amore di una mamma gorilla per il suo piccolo con una buffa chioma che ricorda quella di Elvis, gli stipendi d’oro dei manager di alcuni canili, il triste resoconto di una visita presso un allevamento emiliano di suini, l’avvilente lezione a Porta a Porta del grande chef Vissani che raccomanda l’uccisione dell’agnello giovanissimo perché la carne è più buona, il sollievo di un toro destinato al macello liberato da un’associazione animalista tedesca, ed altre notizie o segnalazioni, alcune buone (per gli animali si intende) ma la stragrande maggioranza cattive, incluso il link che riporta ad una pagina del sito Animal Equality in cui un video (diventato virale con quaranta milioni di visualizzazioni) illustra ciò che solo descritto a parole da il voltastomaco.

Riguarda i pulcini. Immagini sconvolgenti che mostrano un altro lato nascosto dell’industria della carne di pollo: i pulcini nati negli incubatoi industriali, luoghi in cui le uova vengono covate in massa, artificialmente, e dove i pulcini scartati – perché malati o considerati inadatti alla produzione di carne – vengono brutalmente uccisi il giorno stesso in cui nascono, lontano dal calore di una madre. Provo a guardare il video: dopo pochi fotogrammi sale la nausea. Come si può fare del male a un pulcino? Spengo tutto ed esco. Ho bisogno di un po’ d’aria fresca e primavera è alle porte. Lo sguardo si posa sulla pubblicità di una colomba pasquale (zeppa di olio di palma, deleterio per il sistema cardio-circolatorio ma soprattutto per le popolazioni ove viene intensivamente coltivata la pianta) e realizzo che un’altra mattanza è alle porte: altri animali-bambini terrorizzati, sottratti a madri-animali disperate. È l’olocausto pasquale.

Nel sito eticanimalista.org vi è una sezione ove sono elencati i nomi di donne e uomini più o meno famosi che hanno dato prova di grande sensibilità verso gli animali: vi sono 845 nomi: da Pitagora a Einstein, da Paul Mc Cartney a Socrate, da Leonardo da Vinci a Gandhi, da Voltaire a Steve Jobs, da Paul Newman a Tina Turner. E inoltre premi Nobel, atleti olimpionici, rock e popstar, attori, attrici, poeti, scrittori, cuochi, filosofi, manager, modelle, produttori, artisti, politici… Tutti a ricordarci che gli animali vanno rispettati e non
uccisi per poi mangiarli, perché gli uomini non hanno il diritto di provocare la sofferenza e la morte degli altri esseri viventi.

Suona logico, lampante. Saperlo pensato, scritto o detto da persone famose, che siano geni di ieri o di oggi, o icone del nostro tempo, infonde un sentimento di orgoglio nel condividere, se realmente praticato, uno stile di vita più giusto.

Più giusto in quanto ciò che è veramente sbagliato o giusto, lo sappiamo sin da bambini, prima di ogni condizionamento, e sin da bambini sappiamo, perché sentiamo, con i sensi e con il cuore, che bene e male, giusto o sbagliato, hanno una immediata corrispondenza con i nostri stati d’animo, con i nostri sentimenti ancora innocenti. Innocenza di breve durata presto corrotta da un’educazione antropocentrica, al termine del cui processo ogni empatia con l’essere è distrutta e mutata in violenta sopraffazione.

Ripenso alle grandi donne e uomini elencate in quel sito ed amaramente concludo che se nemmeno la loro autorevole voce è servita a mutare il cuore dell’umanità per farle ritrovare quel senso di fratellanza e protezione verso la natura e il vivente, ben poco potranno le mie amare considerazioni.

Saluto pertanto con questo ultimo pezzo il numero indefinito (per i temi trattati, probabilmente vicino allo zero) dei lettori di questa mia rubrica molto gentilmente e pazientemente ospitata in questo sito, lasciando alla coscienza di ciascuno la libertà di decidere se e quando far rinascere nei loro cuori l’innocenza perduta. Augurando ad ogni nuovo umano capace di ritrovare la compassione ed il rispetto verso gli altri essenti di saper conservare la forza per combattere la quotidiana battaglia contro, derisione, emarginazione, ostilità, avvilimento e rabbia.

Il Colosso (attribuito a Francisco Goya, forse Asensio…

Un'insensata crudeltà