In viaggio nella terra
dei vulcani dormienti
Tra Bonn e Treviri, in Germania
Paesaggi spettacolari lungo i duecento e ottanta chilometri della strada tedesca dei vulcani. Hanno diecimila anni di vita e per il momento sono innocui. Nel senso che non vi sono eruzioni. Sembrano addormentati. Ma si tratta di vulcani ancora attivi, certificano gli scienziati. Si può anche provare l’emozione (simulata) di vulcani che fumano di nuovo, di laghi che si aprono all’improvviso, e di fiumi di lava che scorrono impetuosi.
BONN (Germania) – Attenzione a non confondervi, prima ancora di fare attenzione a non bruciarvi! Perché potreste anche correre il rischio di trovarvi in un altro Paese rispetto a quello in cui volevate andare. Il nome infatti è quasi uguale a quello della celebre torre simbolo di Parigi. Manca solo una “f”.
Stiamo parlando dell’Eifel, la terra dei vulcani dormienti, una zona compresa tra Bonn e Treviri, che rappresenta la regione geologicamente più attiva della Germania. Lungo i duecento e ottanta chilometri della strada tedesca dei vulcani, dal Reno fino all’altopiano dell’Eifel, si può compiere un singolare viaggio infuocato attraverso il parco nazionale delle regione vulcanica più celebre d’Europa.
L’Eifel è una regione montuosa caratterizzata dall’attività vulcanica del cenozoico, e presenta un paesaggio selvatico di una bellezza dura, al cui centro si trovano dei vulcani spentisi la bellezza di diecimila anni fa. In nessun altro luogo della Germania l’attività vulcanologica è ancora così visibile come in questa zona eccezionale, che è situata tra il Reno, la Mosella e l’Ahr.
Chi cammina al giorno d’oggi sui campi e sulle colline dell’Eifel stenta a credere a quello che hanno visto questi luoghi. Sono sì passati molti anni dal periodo in cui qui la terra borbottava e tremava per poi esplodere con tutta la sua energia, tuttavia le testimonianze sono ancora copiose.
Circa trecento e cinquanta centri raccontano la storia bollente della nascita dell’Eifel, i geomusei con diverse strutture spiegano i fenomeni scientifici con chiarezza, e tour guidati accompagnano i visitatori alla scoperta dei tesori e delle testimonianze di questo splendido paesaggio.
È una vera e propria mecca per i geologi, ma anche un percorso singolare e interessantissimo per chiunque. La strada tedesca dei vulcani tocca una quarantina di attrazioni geologiche e della storia industriale che ruotano intorno al tema del vulcanismo.
Lungo il percorso si incontrano testimonianze molto variegate: coni di scorie, spettacolari cave di pietra, colate laviche, pareti spesse diversi metri costituite da tufo e pietra pomice, duomi, numerose sorgenti di minerali e acido carbonico e geyser. È documentata anche la presenza di mantel plumes o hot spot.
Il museo dei vulcani dell’Eifel a Daun e il museo dei laghi vulcanici illustrano con chiarezza i processi geologici per i visitatori che hanno meno confidenza con la materia. Grazie a simulazioni al computer altamente tecnologiche i vulcani fumano di nuovo, i laghi vulcanici si aprono e fiumi di lava precipitano sul pubblico.
Anche se a tutt’oggi non si teme alcuna eruzione, i vulcani sono ancora attivi; gli scienziati suppongono che la colonna di magna all’interno della terra sia responsabile per il vulcanismo della regione dell’Eifel.
Le attrazioni principali di questo viaggio di fuoco si trovano ad Andernach (geyser, fortezza Namedy, porta sul Reno), a Brohl-Lützing (ferrovia a scartamento ridotto Vulkan-Express, parco vulcanico Osteifel, castello), a Daun (laghi vulcanici, museo sui vulcani), a Gerolstein (fortezza Löwenburg, villa romana Savabodis), a Hillesheim (centro storico, sentiero geologico), a Manderscheid (museo dei laghi vulcanici, fortezze, sentiero Lieserpfad), a Mayen (miniera di ardesia, centro del parco vulcanico, fortezza Genovevaburg), a Mendig (grotta di lava, museo sui vulcani), a Wallenborn (geyser di acqua fredda), a Weibern (centro del tufo).
Per una vacanza molto, ma molto calda.