Un viaggio in Europa

Il Grand Tour in salotto

Carington Bowles, che operava a Londra, al numero 69 del Cimitero di Saint Paul, aveva una solida attività nella pubblicazione di mappe con il retro di stoffa, colorate a mano. Un giorno fu avvicinato da un insegnante di geografia e matematica di nome John Jeffreys, con una proposta.

FRIMSLEY — Cosa ne pensava di riconfigurare una delle sue mappe in modo da farla diventare un gioco con alcuni contenuti educativi invece di una semplice guida geografica di riferimento? Con un po’ di fortuna, avrebbe potuto attirare un pubblico diverso e aumentare le vendite. Colpito dall’idea di Jeffreys, Carington Bowles pubblicò nel 1759 A Journey Through Europe o The Play of Geography, che può considerare il primo gioco da tavolo nel mondo di lingua inglese attribuibile ad un professionista detto designer.

Come gioco, era abbastanza semplice. Una mappa dell’Europa stampata su un tabellone, e un percorso a tappe numerate che porta il giocatore in un viaggio da Londra attraverso le principali città d’Europa, e di nuovo a Londra. Lungo il percorso, i giocatori avrebbero trovato informazioni e punti di interesse storici sulle tappe raggiunte. Dobbiamo ricordare, tuttavia, che quando il gioco fu pubblicato per la prima volta, non esisteva la stampa a colori a grandi tirature e quindi ogni mappa avrebbe dovuto venir colorata a mano, rendendola piuttosto costosa e fuori dalla portata del pubblico generico.

A turno, ogni giocatore faceva girare una specie di trottolino di legno a facce numerate (teetotum)  e spostava il proprio segnaposto del numero di spazi designato dal lato su cui si era fermato il trottolino. Per aumentare il brivido e il divertimento del gioco, fu progettato un po’ come Snakes and Ladders (un gioco di origine indiana diffusissimo in epoca Vittoriana e alquanto simile al gioco dell’oca, ndt) con tappe che costituivano penalità o premi. Vincitore chi per primo riusciva a concludere il giro d’Europa e ritornare a Londra.

Le varie tappe del viaggio mostrano una visione del mondo protestante e hannoveriana molto distintiva. Raggiungere la tappa numero 28, che rappresentava Hannover (il re dell’epoca, Giorgio III, proveniva appunto dal casato di Hannover) rappresentava un punto di svolta. Il giocatore ottiene il diritto «per ordine di Ye King of Great Britain, che è elettore, [di] essere condotto al n. 54 a Gibilterra per visitare i suoi connazionali che mantengono la guarnigione lì». Una visita al focolaio del papismo, Roma, era qualcosa da evitare. Se un giocatore atterrava nel cuore della Chiesa cattolica romana, il numero 48, veniva rimandato indietro a fare i bagagli in disgrazia: «per aver baciato la punta del piede del papa sarà bandito per la sua follia al numero 4 nella gelida isola d’Islanda e salterà tre turni».

Il gioco fu un successo e generò una serie di altri giochi rivali e concorrenti. L’idea di un gioco geografico era saldamente radicata nell’immaginario collettivo. Vale la pena notare che il primo puzzle, creato da John Spilsbury nel 1762, conteneva anche una mappa dell’Europa. Chi non poteva permettersi il Grand Tour, almeno poteva giocarci in salotto, o sul tavolo della cucina.

Il gioco di Jeffreys è ancora con noi, anche se in modo più esteso. Creato nel 1954 da Ravensburger, Explore Europe, va anche sotto i nomi di Europareise e Journey Through Europe, segue un principio simile. Ogni giocatore seleziona una città natale e pesca otto carte che rappresentano le città europee che deve visitare, utilizzando una combinazione di viaggi via terra, mare e aereo. I giocatori possono utilizzare solo una modalità di viaggio per turno e la modalità che scelgono ha un impatto sul loro budget. Un tiro del dado determina di quanti spazi un giocatore muove e il loro obiettivo è visitare tutte le loro città designate e tornare alla città natale il più rapidamente possibile. Il vincitore è il primo a farlo.

Delle centottanta città sul tabellone, sessantatré sono designate come speciali e qui il giocatore può incontrare alcuni bonus e pericoli imprevisti. Alcuni concedono a un giocatore un turno extra o un movimento libero, mentre altri richiedono che salti un turno o intraprenda una forma di viaggio obbligatorio. Il gioco richiede un elemento di pensiero strategico mentre i giocatori tracciano il percorso ottimale.

È ancora disponibile oggi.

 

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