Fantastica Venezia misteriosa e nascosta
Il nuovo libro di Luca Colferai
"Luoghi fantastici di Venezia e dove trovarli", pubblicato da Newton Compton, è un atlante fantastico e reale di luoghi, toponimi, racconti e invenzioni. Storie bizzarre, curiose e dimenticate, dalla sirena pescata a Malamocco che ha lasciato il suo cuore nel "sotoportego" della Bragora, alla vampira dell'isola del Lazzaretto Nuovo, alle dodicimila cortigiane del Ponte delle Tette. E poi isole scomparse, abbandonate, leoni alati, draghi, streghe, centauri. La scrittura brillante di Luca Colferai rende la lettura estremamente gradevole.
(r.b.) - Diciamo la verità: non si sentiva alcun bisogno di un altro libro su Venezia. Ne sono stati scritti fin troppi, dai saggi ai romanzi –non sempre apprezzabili- nella sua lunga storia. Firme note e penne sconosciute si sono avvicendate, con alterne fortune, intorno ai resti della città che fu Serenissima. Eppure Venezia continua a raccontare. Come per un miracolo, o più probabilmente un sortilegio, sarà colpa dello scirocco o dell’aquagranda, continua a far scrivere di sé. A svelare storie nuove, mai raccontate, a scoprire reconditi arcani, a scovare tracce che si ritenevano perdute di uomini e gesta. Una miniera di avventure, che pare un tesoro inesauribile.
E’ il caso di “Luoghi fantastici di Venezia e dove trovarli”, un atlante fantastico di luoghi, toponimi, racconti e invenzioni (Newton Compton Editori 2024, 226 pagine, 14,90 euro) , vergato dalla penna feconda di Luca Colferai, che da qualche tempo, inesorabile come il destino, sforna ogni anno un tomo su fatti e misfatti della laguna, da “Breve storia di Venezia” a “Le case straordinarie di Venezia”, da “Storia pettegola di Venezia” al prossimo “Venezia esoterica” in uscita nel 2025.
Tipo strano, Colferai. Difficilmente etichettabile, soprattutto non classificabile. Veneziano non pentito, definirlo scrittore sarebbe riduttivo. Perché è anche poeta, giornalista, editore, tipografo, grafico, attore, regista, gastronomo, teorico dello spritz col Cynar e apostolo della depilazione integrale. Ma soprattutto è il Prior Grando dell’irriverente Compagnia de Calza “I Antichi”, storica e birichina associazione del divertimento veneziano “amata dal popolo e temuta dai potenti”.
La sua fortuna –per limitarci al ciclo dei saggi su Venezia- è di non essere uno storico. Quindi di rifuggire inorridito dall’asfissiante noia che spesso accompagna la lettura dei saggi, come dalle banalità e dalla retorica. La sua fortuna è di essere un affabulatore affascinante, che sa condire la narrazione con gli aneddoti più curiosi e bizzarri, e che ha la capacità (non comune) di trasformarla in una scrittura educata e brillante, ariosa, ironica, colta, mai saccente.
Sfilano così, come in un’antica “baracca dei fenomeni”, personaggi misteriosi e stravaganti come la meravigliosa sirena Melusina pescata una notte al largo di Malamocco da un giovane pescatore di nome Orio, che ha lasciato il suo cuore in un “sotoportego” vicino al campo della Bragora. O come la vampira dell’isola del Lazzaretto Nuovo trovata con un mattone in bocca secondo “un rituale di sepoltura simbolica” riservato ai discepoli del Conte Dracula. O le meretrici del Ponte delle Tette (ben dodicimila nel sedicesimo secolo).
E poi i fantasmi dell’isola di Poveglia, angeli e demoni, leoni alati, draghi, streghe, centauri, e isole scomparse e abbandonate, cripte e catacombe, e altri orrori e altre meraviglie. Fino a fuggire, finalmente, come fa Corto Maltese quando si stanca dei suoi governanti. Allora bisogna andare in Corte Sconta detta Arcana. “Per entrarvi si dovevano aprire sette porte –raccontava quel geniaccio diabolico di Hugo Pratt, il Maestro di Malamocco, in “Favola di Venezia” (Lizard, 1997) - ognuna delle quali aveva inciso il nome di un shed, ossia di un demonio della casta dei Shedim, generata da Adamo durante la sua separazione da Eva, dopo l’atto di disubbidienza. Ogni porta si apriva con una parola magica, che era poi il nome del demone stesso”.
° “Luoghi fantastici di Venezia e dove trovarli”, di Luca Colferai. Newton Compton Editori, 2024. 226 pagine, 14,90 euro.