Consacrazione internazionale per la quarta edizione del Festival diretto dal regista Antonio Giarola, pluri premiato a Montecarlo, e prodotto da Proeventi con il sostegno del Ministero della Cultura. In gara artisti di ventuno Paesi accompagnati dalla grande Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana diretta da un acrobata del pentagramma come il Maestro Diego Basso. Il Salieri d'Oro della prestigiosa Giuria Tecnica internazionale presieduta da una leggenda del circo come Anita Gambarutti Orfei alla sorprendente ruota comica del tedesco Mikail Karahan. Alla trapezista italiana Valentina Padellini uno dei due Salieri d'Argento. Ben 14 quest'anno gli eventi collaterali nel segno della cultura.
Nel vasto e variegato panorama delle biografie letterarie dedicate alle figure chiave del Romanticismo europeo, L’estate di un ghiro. Il mito di Lord Byron di Vincenzo Patanè si impone come opera di straordinaria erudizione e peculiare profondità interpretativa. L’opera è ancor più significativa in quanto costituisce la prima e unica biografia scritta in italiano su Byron, un fatto di per sé sorprendente se si considera il forte legame che il poeta nutriva verso l’Italia. Sotto la penna di Patanè, Byron non è semplicemente il soggetto di uno studio accademico, ma diviene protagonista di un affresco narrativo dando vita a un ritratto vibrante e stratificato, tanto umano quanto mitico.
Dall'Archivio de Il Ridotto
Negli anni 80 alcuni membri della comunità LGBT londinese decidono di aiutare un villaggio di minatori gallesi in sciopero contro il Governo Conservatore di Margaret Thatcher. L’orgoglio batterà il pregiudizio?
Nel mondo classico le arti maggiori erano considerate sei: pittura, scultura, architettura, letteratura, musica, danza. Poi arrivarono il cinema, la radio, la televisione e il fumetto. Adesso Armando Talas, uno dei più profondi e raffinati critici circensi in circolazione, in questo articolo scritto per Il Ridotto, dipinge il circo come espressione della decima arte. A metà fra provocazione e stimolo al dibattito, tra riflessione e divertissement, fra tradizione e contemporaneità, la discussione è aperta. Le esperienze del Salieri, del Roncalli, del Knie, e del Bacanal spagnolo.
Le disavventure in cui sono incappati alcuni musicisti e commedianti, da Roberto Angelini a Furio Forieri a Natalino Balasso, sono esemplari: nel senso che non può avere scusanti chi fa lavorare in nero delle persone, come non può averne chi racconta storielle che potrebbero essere anche divertenti se fossero vere, ma che se invece sono false diventano diffamatorie e vanno giustamente punite. Pollice verso.
Appena sopiti i clamori per l’inaugurazione della Biennale d’Arte 2024, e già il focus del circo mediatico si sposta sul Leone d’Oro alla carriera attribuito a Peter Weir (Master & Commander, L’attimo fuggente) per la prossima Mostra del Cinema 2024, e sulla presentazione della 19a Mostra Internazionale di Architettura che comincerà il 10 maggio 2025. Insomma un gran daffare per Alberto Barbera, direttore della Biennale Cinema appena riconfermato, e per il nuovo curatore della Biennale Architettura, Carlo Ratti.
Alberto D’Amico, recentemente scomparso, è stato uno tra i più significativi cantautori veneziani degli anni Sessanta e Settanta. A partire dal suo album più celebre Ariva i barbari, ha cantato la Venezia del suo tempo, sempre con particolare riguardo alla condizione degli umili e degli oppressi. Un poeta ribelle. Lo hanno ricordato, al circolo culturale Renato Nardi della Giudecca, il presidente Luigi Giordani, che ha consegnato alle figlie una targa ricordo, e alcuni amici di un tempo, come l’organizzatore di spettacoli Massimo Grandese, già direttore del Teatro Toniolo, e i giornalisti Alberto Vitucci e Roberto Bianchin. Pubblichiamo l’intervento di Massimo Grandese.