Quei gentlemen veramente cattivi

Il grande ritorno alla malavita di Guy Ritchie

Il più grande trafficante di marijuana del Regno Unito decide di vendere il suo impero botanico (coltivazione produzione distribuzione), ma la transazione sarà più problematica del previsto.

I personaggi principali in una delle locandine del film, da sinistra a destra, un avventato Dry Eye (Henry Golding), il leale Ray (Charlie Hunnam), il saggio Mickey (Mattew McConaughey), un eccentrico Coach (Collin Farrel), la fedele Rosalind (Michelle Dockery) e il ruffiano Fletcher (Hugh Grant).

COSMOPOLI — Guy Ritchie, con la sua ultima opera, cerca di cancellare l’onta lasciata dal più che mediocre live-action di Aladdin del 2019 e si può affermare che è pienamente riuscito nell’impresa, con un ritorno ai bei tempi di Lock & Stock (Pazzi scatenati) e Snatch (Lo strappo). Nonostante l’uscita un pochino travagliata (avvenuta durante la prima ondata del covid-19) la pellicola è sicuramente una perla gangster per gli appassionati del genere.

La sinossi di The Gentlemen, va detto, non è nulla di eclatante, la solita guerra tra boss della droga che si contendono il dominio sul narcotraffico. Invece è ben più interessante la struttura della narrazione e la trasposizione meta-cinematografica, non molto comune ai giorni nostri in cui il pubblico è abituato ad essere accompagnato durante l’intera durata della vicenda. Soprattutto quest’ultima trovata narrativa regala intermezzi esilaranti in cui Hugh Grant è l’indiscusso protagonista.

Nonostante la storia assuma a tratti dei toni alquanto comici, non sono frequenti momenti drammatici in cui ci viene ricordato che i personaggi principali sono pur sempre dei trafficanti di droga e cosa ne consegue. Questo tratto molto maturo che avrebbe meritato di essere maggiormente approfondito ma forse avrebbe reso la storia eccessivamente pesante rispetto ai ritmi narrativi.

La recitazione è ottima ma non poteva essere altrimenti, con attori del calibro di Matthew McConaughey e Collin Farrel. Particolarmente riuscita è l’interpretazione di Hugh Grant che esce dal solito ruolo della commedia romantica di fine anni 90 e si cala nei panni di un avido e viscido investigatore giornalistico tanto ironico quanto insopportabile.

Da non dimenticare i costumi, che sono uno degli aspetti più interessanti della pellicola. Oltre ad essere stati creati da un costumista d’eccezione, Michael Wilkinson, che vanta una nomination agli Oscar proprio per i migliori costumi, gli splendidi abiti indossati rispecchiano manifestamente e magistralmente non solo lo status sociale ma anche la personalità dei personaggi. «L’abito fa il monaco» non è mai stato più adeguato.

The Gentlemen è probabilmente il miglior film di Guy Ritchie da molto tempo e, anche se non assume i toni cupi tipici di altri esponenti del suo genere, come The Departed di Martin Scorsese, e si ispiri di più all’ironia di Pulp Fiction di Quentin Tarantino, si aggiudica ugualmente un posto nel podio dei migliori gangster-movie degli ultimi dieci anni.

Curiosità:
Matthew McConaughey, uno dei personaggi principali di The Gentlemen, interpreta in modo più che convincente Mickey Pearson, il più importante trafficante di marijuana del Regno Unito. Uno dei più famosi bellocci di Hollywood sembra essere affetto da una singolare sindrome, ovvero la metà dei film in cui recita sono di altissimo livello in cui dà prove d’attore eccezionali, come in Interstellar, Dallas Buyer Club, Free State Jones o The Wolf of Wall Street, e poi l’altra metà sono perlopiù commedie demenziali al limite del ridicolo, come Tropic Thunder o Surfer Dude. Ma forse è anche per questo che amiamo questo grande attore.

La frase:
«Occhio Asciutto è next-generation… i cinesi si aggiornano più in fretta dei cazzo di iPhone!»

The Gentlemen
Anno: 2019
Genere: gangster movie/commedia
Durata: 113 minuti
Cast: Mattew McConaughey, Raymond Smith, Hugh Grant, Collin Farrell
Regia: Guy Ritchie

 

Quei gentlemen veramente cattivi