Donald Darko è un liceale introverso e annoiato, affetto da schizofrenia paranoide. Una notte una voce misteriosa lo attira fuori casa e un’inquietante figura travestita da coniglio gigante gli annuncia che esattamente ventotto giorni, sei ore, quarantadue minuti e dodici secondi dopo il mondo sarebbe finito.
Questo è l’incipit di uno dei film più assurdi e complessi del ventunesimo secolo. Ma la bellezza del film non sta solo nella sua complessità, nell’ottima recitazione e nella convincente regia di Richard Kelly (bisogna tenere a mente che questo è il suo primo lungometraggio) ma anche della vastità di temi che tocca, come la crisi adolescenziale, la pazzia, l’ipocrisia umana e perfino i viaggi nel tempo.
Purtroppo c’è l’altra faccia della medaglia: alcuni personaggi non vengono sufficientemente approfonditi e talvolta risultano troppo estemporanei ai fini della trama.
Insomma si possono dire moltissime cose su Donnie Darko, un film visionario a tratti eccessivamente complicato? Forse, ma sicuramente il finale vi farà porre così tanti interrogativi da passare intere notti insonni.
Da grande, l’interprete del protagonista (Jake Gyllenhaal) è diventato ancora più schizzato nell’interpretazione (2019) del super super cattivo Quentin Beck / Mysterio, perfido e falsissimo arcinemico ipertecnologico dell’Uomo Ragno (in Spider-Man: Far from Home; agghiacciante la parte ambientata a Venezia).
La frase:
«Cosa si prova ad avere un figlio schizzato?»
«È una cosa meravigliosa.»
DONNIE DARKO
Genere: Dramma/Thriller
Durata: 1h 53min
Anno: 2001
Cast: Jake Gyllenhaal, Jena Malone, Patrik Swayze
Regia: Richard Kelly