Briciole di pane

  • Home
  • La Biennale di Architettura di Venezia 2025

Navigazione principale

  • Home
Il Ridotto di Venezia
Il Ridotto di Venezia
La prima rivista in rete di attualità culturali

★ direttore editoriale — roberto bianchin ★

★ direttore responsabile — luca colferai ★

Eventi

La Biennale di Architettura di Venezia 2025

Un caleidoscopio di idee, esibizioni ed effetti collaterali

Andrea Peggioroni
Elisabetta Manca

Come di consueto, nei primi giorni di maggio con l’arrivo della primavera è iniziata la 19a Mostra internazionale di Architettura di Venezia, la più importante manifestazione a livello planetario dedicata alla Quinta Arte, e la prima interamente gestita dal nuovo presidente.

Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).

VENEZIA — Un Laboratorio Diffuso che coinvolgesse tutta la città lagunare, l’avevano definita alla sua presentazione un anno fa il padrone di casa uscente, il veneziano Roberto Cicutto, ed il suo successore Pietrangelo Buttafuoco, che gli subentrava riflettendo l’avvenuto cambiamento ai vertici del governo dalla sinistra alla destra.
Grande quindi l’attenzione dei media per capire come questo cambiamento avrebbe potuto influenzare il focus dell’evento, ed in particolare i progetti finanziati con il PNR sul territorio per l’occasione.

Il nuovo curatore, individuato allora grazie alla collaborazione fra i due presidenti, è l’architetto e ingegnere Carlo Ratti, un teorico dell’architettura apprezzato a livello mondiale, che ha da subito evidenziato come la Biennale venga spesso criticata per gli sconfinamenti in altri campi, come quello speculare della gemella Biennale d’Arte e dell’onnipresente politica, mentre al contrario questa edizione si propone di riportare l’architettura al centro della manifestazione. Un centro vitruviano dove far convergere gli oltre 750 partecipanti, non solo architetti ed ingegneri, ma anche scienziati ed esperti convenuti a vario titolo per promuovere la resilienza e la creatività.

L’incipit di quest’anno Intelligens, Naturale, Artificiale, Collettiva, si riferisce all’intelligenza delle genti, un’intelligenza multipla, diffusa e inclusiva che sfugga ai limiti dell’Intelligenza Artificiale, è questo il tema proposto per questa Biennale dei record che ospita quest’anno i padiglioni di più di 66 paesi distribuiti fra le sedi istituzionali dei Giardini, dell’Arsenale e i 15 Eventi Collaterali sparpagliati nei palazzi del centro storico della città.

Un’impressionante densità espositiva che abbaglia i visitatori, Ratti propone la visita come una reazione a catena, che si può sviluppare in tempi diversi, da cinque minuti a cinque giorni, impressionando più o meno profondamente i visitatori, ma in realtà non basterebbero cinque mesi per esplorare nel dettaglio tutte le soluzioni offerte.

Impossibile un rendiconto dettagliato della Mostra, nonostante gli sforzi della stampa specializzata convenuta qui in forze, e altrettanto vani i tentativi del sito ufficiale della Biennale di mettere ordine nel caos. I risultati della manifestazione potranno probabilmente essere colti solo a molto tempo di distanza, quando le interazioni fra le diverse anime presenti daranno i loro frutti.

Nel frattempo resta il caleidoscopio di idee, esibizioni ed effetti collaterali che dovrebbero tracciare la rotta per il futuro con tutte le sue molteplici soluzioni. C’è il Padiglione Italia delocalizzato alle Tese dell’Arsenale per i restauri della sede principale, difficile compito per la curatrice Guendalina Salimei che ha dovuto far i conti con i tempi stretti, un budget molto limitato, e non ultimo il cambio del referente ministro della cultura Gennaro Sangiuliano con l’attuale Alessandro Giuli, dando vita a Terræ Acquæ che ha ricevuto un’accoglienza molto tiepida.

Altri padiglioni tradizionalmente trainanti come quello della Francia erano invece sommersi dai tubi innocenti come quello dell’Italia e della Danimarca, materiali simbolo si del riciclo, ma anche del momento di restauro e transizione di quest’anno.

La visione del riciclo, dell’uso intelligente degli spazi e dei materiali eco sostenibili, è palpabile in tutta la mostra e ognuno offre quello che ha. Dall’Islanda che propone l’utilizzo della lava vulcanica abbondante nel loro paese, alla new entry, il sultanato dell’Oman che offre invece le Sablah, spazi tradizionalmente usati dagli omaniti per incontrarsi all’ombra di palme intrecciate. E sempre di foglie di palma impermeabili e bambù, è il padiglione provvisorio del Qatar, che non ha però voluto rimanere in ombra per questa edizione, allestendo una seconda mostra nel prestigioso Palazzo Franchetti, lo splendido edificio in stile eclettico sul Canal Grande ai piedi del ponte dell’Accademia, da dove S. A. Sheikha Al-Mayassa Al Thani, l’emira dell’arte contemporanea, ha introdotto l’archistar libanese Lina Gotmeh incaricata del progetto della prossima sede permanente, e ha presentato Beyti Beytak, la mia casa è la tua casa, titolo dell’esposizione che qualche maligno non ha tardato ad interpretare nei suoi due possibili significati.

La Biennale infatti è anche terreno di mille contraddizioni, criticato anche il curatore del padiglione cinese, Ma Yansong, quando afferma che umanità e natura devono essere il fulcro della nuova era, un po’ in contraddizione con all’urbanizzazione selvaggia praticata dal suo paese, o come il padiglione lettone che ospita il Landscape of defence, ovvero le opere architettoniche studiate per sbarrare la strada ad un’eventuale invasione russa, ed ogni riferimento all’Intelligens qui diventa puramente casuale.

Ma cosa sarebbe la Biennale senza contraddizioni? Attraverso il costruire arriviamo all’abitare… con intelligenza, con queste parole il presidente Buttafuoco ha scaldato l’atmosfera all’apertura della manifestazione, e di seguito il curatore Carlo Ratti ha esposto le chiavi di lettura mostra, e ha quindi chiuso la conferenza affermando che il messaggio è l’architettura è ottimismo, l’architettura è sopravvivenza.

L’architettura oggi in effetti deve offrire nuove soluzioni abitative per affrontare le sfide globali. Per i recenti avvenimenti come gli incendi di Los Angeles e le alluvioni di Valencia, o la futura rinascita dalle loro macerie di Gaza e dell’Ucraina, la Biennale rappresenta un fiume di idee innovative e provocazioni che fluisce liberamente dalle venues dei partecipanti alle pagine dei giornali del settore, una vetrina per gli addetti ai lavori che si troveranno a reindirizzare il cambio di prospettiva culturale, o per i semplici curiosi desiderosi di allargare i propri orizzonti. Sicuramente molte idee verranno scartate, molte strumentalizzate, ma a noi piace pensare che Venezia, una città antica proiettata nel futuro, diventi terreno fertile per le nuove risposte al cambiamento climatico e la sostenibilità.

Giugno 2025
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).
Biennale Architettura 2025 (foto Andrea Peggioroni - Elisabetta Manca per Il Ridotto).

Archivio degli Articoli

Tutti gli Articoli de Il Ridotto

Cerca

Scrivi al Ridotto

  • Manda un messaggio

www.ilridotto.info

Registrazione presso il Tribunale di Venezia 172/10 n. 3 del 29 gennaio 2010

I Antichi Editori Venezia

– COMPAGNIA DE CALZA «I ANTICHI» Fondata da Zane Cope VENEZIA –

www.iantichi.org

– Redazione San Marco, 4714 (in Calle dei Fabbri) VENEZIA 30124 –

p.i./c.f. 03631220278

Realizzato con Drupal

Copyright © 2025 Luca Colferai - All rights reserved

Developed & Designed by Luca Colferai