Gli gnocchi di San Michele
Tradizionali per la ricorrenza del patrono di Mestre
Il 29 settembre si festeggia l’arcangelo Michele, patrono di Mestre (e protettore di commercianti, doratori, fabbricanti di bilance, farmacisti, giudici, maestri di scherma, paracadutisti, polizia di stato e radiologi). Per la ricorrenza dedicata all’arcangelo guerriero, principe delle milizie celesti, avversario e vincitore di Satana e degli angeli ribelli, è tradizione preparare un piatto di gnocchi conditi con il castrato, di cui siamo fieri darvi ricette originali, oltre che buonissime.
Vuole la leggenda che, esistente la storica disputa con la vicina Mirano (distante una decina di chilometri) per la fiera cittadina che entrambi i paesi, con lo stesso patrono, volevano tenere negli stessi giorni, per dirimere la questione le parti addivenirono al patto degli gnocchi: i miranesi furono astutamente convinti dai mestrini a cedere loro il giorno di S. Michele per la fiera in cambio di un gustoso piatto di gnocchi offerto in osteria ai capifamiglia. Vero o non vero che sia l’inganno culinario, una deliberazione del Senato Veneto stabilì nel 1477 che Mirano avrebbe anticipato i festeggiamenti del patrono ai giorni a ridosso di San Matteo (21 settembre), con l’omonima fiera tuttora molto famosa (purtroppo annullata nel 2020); Mestre avrebbe invece fissato definitivamente la propria fiera (cancellata da decenni) nei giorni a cavallo del 29 settembre.
Per finire l’amena cicalata, per alcuni bizzarri esegeti, l’arcangelo Michele dopo aver sconfitto Satana e i suoi sarebbe stato pensionato come guardiano del paradiso terrestre: era lui l’angelo dalla spada fiammeggiante che cacciò Adamo ed Eva rei di aver ceduto alle lusinghe del Serpente (,ma che purtroppo non si era preventivamente per nulla accorto della diabolica infestazione).
Al termine della messa, il sacerdote un tempo pregava così: «San Michele arcangelo, difendici nella battaglia; sii il nostro aiuto contro la malvagità e l’insidia del diavolo. Comandi sopra di lui il Signore, e tu, principe delle milizie celesti, sprofonda nell’inferno, con la tua divina potenza, Satana e tutti gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per la perdizione delle anime».
Gnocchi o Macaroni alla Venessiana
Questa è la ricetta degli gnocchi antichi senza patate, detti per secoli macaroni, i protagonisti dell’opera geniale di Teofilo Folengo alias Merlin Cocai nel poema Baldus, detto appunto opus maccaronicus.
Procedimento (con quantità) per sei persone: bollire in una pentola mezzo litro di latte e 225 (duecentoventicinque) grammi di burro. Versare 300 (trecento) grammi di farina, e un po’ di sale, mescolando con forza con un cucchiaio di legno. Aggiungere 225 (duecentoventicinque) grammi di formaggio parmigiano. Quando la pasta comincia a staccarsi dalle pareti, metterla su un piano e lasciarla raffreddare. Dividere la pasta in filoncini e tagliare i filoncini in gnocchi.
Mettere a bollire una pentola di acqua salata, e versare gli gnocchi. Quando salgono in superficie sono pronti. Si condiscono con burro, parmigiano e noce moscata o cannella. A piacere anche con pepe e alloro. Oppure con il seguente tradizionale sugo di castrà.
Sugo di Castrà per gli Gnocchi
Ingredienti per sei persone: un chilo circa di carne di montone castrato; sedano, carota, cipolla; rosmarino e alloro; vino bianco; un po’ di concentrato di pomodoro; olio d’oliva, sale e pepe.
Procedimento: tritare il sedano, la carota, la cipolla, il rosmarino. In una padella mettere olio, alloro e soffriggere le verdure. Aggiungere la carne e rosolare. Aggiungere il vino bianco e evaporare. Aggiungere il concentrato di pomodoro, un po’ di acqua, sale, pepe e cucinare per minimo due ore.