Fratello Franz Liszt

Etica, umanesimo e massoneria - I

L’importanza di Franz Liszt è supportata dal suo contributo artistico, però sarebbe superficiale e riduttivo, dal nostro punto di vista, limitare questa importanza solamente al campo musicale. Non vogliamo superficializzare il suo corpus screditando l´enorme complessità del suo carattere, della sua personalità ed azione musicale, e nemmeno continuare a cancellare una componente vivenziale dentro della sua traiettoria vitale, cioè: la sua dimensione massonica (un saggio a puntate: parte prima).

1839, Franz Liszt dirige il concerto per la raccolta di fondi per le vittime della alluvione di Pest (Vigadó Concert Hall, Pest, Ungheria; fonte: en.wikipedia.org).

Fuori dal comune fu in lui l’impegno etico, totalmente massonico, e con immensa ripercussione non solamente nella musica, bensì anche a livello musicale, culturale e sociopolítico. Compromesso etico ed ideale massonico, come sentiero nello sviluppo della spiritualità fino all’ultimo giorno della sua vita. Compromesso etico, ovvero umanesimo, dentro il quale l’appartenenza alla Libera Muratoria ebbe un ruolo decisivo e duraturo nel tempo.

Porre in evidenza la sua dimensione massonica ci serve per giustificare la esistenza di un filo conduttore omogeneo e coerente nel pensiero integrale di Liszt: il massone, ed il suo lavoro per il miglioramento della umanità e di se stesso. La Massoneria in Liszt, con i suoi ideali e principî, faccia nascosta nella biografia ufficiale, non è un mero complemento, bensì un asse attorno a cui acquistano senso ed armonia il resto delle dimensioni. Liszt è un esempio di umanesimo totale, e questo umanesimo non poteva che sfociare nel suo impegno massonico. L’esempio più conciso e chiaro allo stesso tempo delle sue idee lo possiamo trovare nel frammento Über zukünftige Kirchenmusik in cui per Kirchenmusik Liszt concepisce «musica sacra» e non «musica da chiesa». L’esempio citato di musica sacra è la Marsigliese. Questo frammento è quasi leitmotiv manifesto lisztiano, essendo l’ideale massonico il leitmotiv occulto o, meglio detto, occultato.

La dimensione massonica in Liszt è stata praticamente ignorata, diremmo quasi deliberatamente, sin dall’inizio, e gli effetti di questa azione rimangono intatti oggigiorno. Effetti amplificati per la discrezione, anche se non segretezza, della istituzione massonica. Da ciò, la scarsità, per non chiamarla quasi totale assenza, di lavori, studi, saggi o libri in generale sul tema lisztiano. Fonte di speciale importanza per lo studioso senza paraocchi sono le opere di Philippe Autexier, che ci aiuta a vedere Liszt non solamente come attore importante della sua civitas gentium, bensì anche «essere politico» ed «essere massone», con la sua infaticabile attività nella societas basata su dei principî applicabili ed applicati «fuori del Tempio». L’ideale massonico e la applicazione delle sue idee al campo sociale si traduce in «principio» nella epoca della maturità del grande pianista con il compromesso e l’impegno etico quale umanesimo, humanistisch-humanitaire (come nemmeno la Ramann rischia di tradurre dal francese), e finalmente, fino alla ultima tappa della sua vita, con l’»essere» massone attivo e cosciente, nel senso principale di convogliare le vivenze dentro di una etica che ha come meta il miglioramento della umanità.

 

Liszt, dal 1838, inizia a realizzare in maniera constante una delle attività che lo accompagneranno lungo la sua estesa vita, la beneficenza e la filantropia, assieme alla promozione di opere sociali. Nel 1839 Liszt inventa il recital per pianoforte solo, il soliloquio, semplificazione della organizzazione concertistica e volgarizzazione didattica dell’atto musicale. Durante gli anni parigini, Liszt appartiene a circoli che gli fanno scoprire ed allo stesso tempo sentire il bisogno di un capitale sociale che basava le sue fondamenta nella unione fraterna, sull’aiuto reciproco e l’aiuto ai più deboli, assieme a dei principî come quelli di libertà, uguaglianza e fratellanza1 . Uno spazio in cui, dal punto di vista umanistico, potevano trovar posto i differenti interessi scientifici, artistici e sociali, ossia filosofici, della intellighenzia affamata di conoscenza e generosa nel suo ideale.

Liszt richiese formalmente l’ingresso nell’Alleanza quando aveva ventinove anni, il 10 settembre 1851, a Francoforte, Loggia Zur Einigkeit (La Unione), legata alla Fondazione Mozart per la quale Liszt darebbe un recital il 25 settembre dello stesso anno. Il guadagno ottenuto dai biglietti fu destinato alla cassa della Fondazione. Liszt fu iniziato il 18 settembre 1841. L’attività benefica già si può associare fin dall’inizio con quella massonica e l’anno 1841 solamente simbolizza la unione di due strade intraprese anteriormente che esprimevano una unica maniera di pensare. Cinque mesi più tardi, a Berlino, presso la Loggia La Concordia, ricevette il suo aumento di salario a Compagno d‘Arte. Durante un’altra cerimonia, il 22 febbraio, Liszt fu esaltato a Maestro. Ai primi di marzo 1842, Liszt parte per la Russia per un tour di concerti, però pure per un incarico massonico, quello di entrare in contatto con le Logge di San Pietroburgo. Lo stesso avviene un anno dopo. La missione era segreta, visto che la massoneria era proibita sotto il regime zarista, però ci rimangono delle visite di Liszt tre medaglie commemorative della Loggia Asträa, oltre ad altri documenti di difficile accesso.

A partire del 1842, molte sono le Logge in Europa che concedono a Liszt il diploma di membro onorario, essendosi convertito l’artista grande ambasciatore della fratellanza attraverso, anche se non unicamente, la sua attività artistica. Vedremo che continuerà a mantenere l’affiliazione a Logge fino alla sua morte. Dopo il 1865, anno in cui diviene abate all’essergli concessi i quattro (all’epoca) ordini minori, qualche loggia a cui apparteneva in qualità di membro a piè di lista o d’onore, si mise in contatto via lettera con Liszt per chiedergli se voleva continuare a mantenere il suo nome nell’elenco dei membri2 . Liszt non rispose mai a tali lettere, fatto alquanto raro in lui, che sempre aveva mantenuto un’attività epistolare elevatissima. Non fu certo per disinteresse nell’istituzione, visto che anche negli ultimi anni della sua vita continuava ad assistere ai lavori di Loggia e salutava «fraternamente» secondo le maniere di ogni grado. Fu per disinteresse per tutto ciò che era mondano e meschino, tra cui la burocrazia e, purtroppo, tutte le piccolezze di Logge ed Obbedienze. L’istituzione è una cosa, chi la compone sono i fratelli umani. Potremmo pure addurre ragioni di discrezione, visto che Liszt mai rinnegò il cattolicesimo e volle mantenersi fedele alla sua condizione di abate. Con il tempo ed il silenzio di Liszt, qualche Loggia procedette alla sua irradiazione, mentre altre logge continuarono a mantenerlo negli elenchi di membri effettivi.

(continua…)

  • 1Cfr. García Marzá, D., «La Masonería como elemento de la sociedad civil. Su aportación a la construcción del espacio público», ErgoSumMAGAZINE, Nº1, Riosalido (Guadalajara), Equinoccio de Otoño, 2011.
  • 2Come «abate» si riconosceva in Spagna, Italia e Francia chi, incluso senza possedere niente di più che la concessione degli ordini minori, si vestiva come chierico. Per questo, e per evitare confusioni e malintesi con altri termini, nominiamo sempre «abate» in riferimento a Liszt.
La prima foto rimastaci di Franz Liszt (1843, del fotografo tedesco Herman Biow; fonte: en.wikipedia.org).

Fratello Franz Liszt - Parte Prima