sprofondo nord

La maledizione dell’autostrada

Paolo Fiorindo

Appena la vide, l’uomo in cuor suo pensò che non aveva mai visto una ragazza così bella. Capelli lunghi scurissimi, viso angelico, labbra appena dischiuse, corpo turgido, fianchi di una dea (anche se lui forse le dee non le aveva viste nemmeno al museo). Vita stretta, braccia e gambe ben tornite, mani e piedi piccoli e graziosi. Pelle candida, forse anche troppo, la luce irreale di quei neon appesi qua e là al soffitto grigio confondeva le ombre. Insomma di ragazze ne aveva viste, ma lasciatemelo ripetere, così belle no, mai.

Cessalto