Nina
Amore, graffi e kung fu
«Luce dei miei occhi. Dolcezza infinita. Sei lo splendore assoluto in cui ritrovo l’equilibrio col mondo. La tua presenza è un balsamo, sei la più serena ribelle del pianeta. Bellezza anarchica di un amore stabile e inscalfibile. Guardo i miei arti segnati dalla tua presenza e non riesco a immaginare un giorno senza te, una notte senza il tuo respiro sul collo.»
«Checco?»
«Sì?»
«Le hai dato da mangiare?»
«Non ancora».
«Sii più aristotelico-materico e non limitarti alla contemplazione platonica. Nina ha fame non vedi che gira come uno squalo assatanato per la cucina?»
«Vuoi rovinare l’idillio amoroso tra me e Nina parlando di scatolette? Gelosona!»
«Vabbè fa come vuoi io esco, ti ricordi stasera che siamo a cena dai miei?»
«Sì ma meglio di no».
«In che senso?»
«Posso dare buca?»
«No, l’hai già data due settimane fa».
«Ma a loro non frega niente se ci sono o no, anzi sono più a loro agio se non ci sono».
«No, no, no! Non farmi fare la figura di quella che in famiglia ha una relazione strana con un uomo di un’altra inconciliabile cultura. Sei solo italiano non maori. Voglio esprimere un po’ di normalità di coppia».
«La cosa più difficile non è essere dei fenomeni o degli eroi, la cosa più difficile è essere persone normali».
«Non ricominciare con le citazioni filosofiche».
«In verità ti dico che: l’ha detto Vasco Rossi».
«Il vecchio cantante di Alba Chiara?»
«Sì».
«Be’ lui può dirlo tu no. Stasera vieni e scordati la 126-tricolore, prendiamo un taxi».
«Ma come, non vuoi sentire il brivido del suo rombo?»
«Per fortuna i miei genitori non sanno della tua ultima bravata nerd-vintage e non ho voglia che mi vedano scendere, anzi tecnicamente alzarmi fuori da una Fiat 126 azzurra profilata col tricolore bianco-rosso e verde. Hanno dovuto attendere anni per liberarsi della 126 e comprarsi una macchina normale e oggi la loro figlia nella Varsavia rampante del 21° secolo gli arriva a casa in 126? No grazie, voglio risparmiargli questo shock. E…. fermo lì! Non aprir bocca e non dirmi che sono una borghese neocapitalista. Alle 18 arriva il taxi fatti trovare pronto io esco e rientro giusto in tempo per andare dai miei. Ciao!»
Agata è una donna meravigliosa, bella, buona e brava, non posso dirle di no anche se veramente mi viene la depressione quando vado a cena a orari da tempi pre-rivoluzione industriale, eppure è un pezzo che hanno inventato l’illuminazione elettrica».
«Mrrrr. Mrrrr.»
«Amore cosa fai dentro la casetta di legno? È un regalo che Agata sta preparando per i suoi nipoti. Dai ti tiro fuori.»
«Maaooooo»
«Ahhh vuoi giocare al gatto in fortino, che mi attacca dalla porta e dalle finestre!»
«Va bene ma attenta perché adesso ti attacco con colonna sonora, uhmmm Cavalcata delle Valchirie tipo Apocalypse Now? o invece… Kung Fu Fighting! Carl Douglas! A me youtube!»
Ohhhh ohhhhh ohhhhhh ohhhhh everybody was kung fu fighting…..
«Nina attenta! Ah! Oh! Kung Fu Fighting!»
Sgraffff!
«Ahi! Attenta che adesso ti attacco senza pietà».
Sgraffff!!!!!
«Ahiiii! Ok ok pace, amore santo vieni dal tuo papà che ti riempi di bacini».
Adoro stare da solo a casa con i gatti, anzi le gatte, che sono due ma io ho una relazione solo con Nina perché Lolita ha una specie di autismo, per lei al mondo esiste solo Agata e nemmeno da lei si fa accarezzare, non parliamo di sbaciucchiare, facilmente. Nina invece è una vera gatta lunatica che passa dall’iperattivismo furioso alla dolcezza passiva più assoluta. Insomma una meravigliosa irresistibile rubacuori.
Tra un cazzeggio e l’altro son quasi le sei.
«Eccomi sei pronto?»
«Sì, sì un attimo.»
«Abbiamo il taxi in arrivo».
«Ufff…..»
Con un leggero ritardo scendiamo da casa e saliamo in taxi.
«Hai presente la signora della casa di fronte? Quella che ci saluta a fatica?»
«Sì, impossibile da dimenticare».
«Quando stavo rientrando mi è venuta incontro. Pare che suo figlio faccia arti marziali e…»
«Ah interessante, stanotte dormirò meglio sapendo che il figlio difende il quartiere dai malintenzionati».
«Sì ok non è affatto interessante ma ha aggiunto che dalla finestra ti ha visto fare mosse di arti marziali e ha chiesto se puoi consigliare una scuola a suo figlio perché pare non si trovi bene in questa a Powisle».
«Ok dille che da oggi ha aperto la Nina Kung Fu Fighting, basta che suo figlio attraversi il cortile e venga nell’appartamento dirimpetto al suo.»
«Eh, lo immaginavo, solo che non me la son sentita di dirle che forse stavi giocando col gatto…».