Far vedere Venezia a un cieco
Un libro di Véronique Le Normand a Palazzo Pisani-Revedin con la musica di Claudio Ambrosini
Un cieco viene a Venezia accompagnato di una donna che lo ama e che cerca di farle immaginare, vedere la città. La compagna del cieco cerca di descrivere la città non solo attraverso le immagini, ma anche attraverso la sinestesia: l’unione di vari sensi, in un percorso di suoni, odori, rumori, sensazioni tattili.
VENEZIA — Il compositore Claudio Ambrosini ha presentato così la ristampa di Un cieco a Venezia di Véronique Le Normand (la sera del giovedì 9 giugno nel Palazzo Pisani-Revedin). Il libro è stato inizialmente pubblicato nel 2017 a Parigi e questa nuova edizione del Centro Internazionale della Grafica di Venezia è bilingue in originale francese e in italiano, tradotta da Yasmina Melaouah. «Il libro è poetico in senso completo», ha detto Ambrosini, che ha scritto anche l’introduzione, nella sua presentazione. Successivamente Le Normand e Margherita Stevanato hanno letto brani di Un cieco a Venezia rispettivamente in francese e in italiano.
Il critico Carlo Montanaro, già direttore dell’Accademia di belle arti, critico e storico delle immagini (sua la Fabbrica del Vedere), ha chiuso la serata con riflessioni sul volume e la realtà di Venezia. «In un libro dedicato a un cieco, ci sono delle immagini», ha detto Montanari. «Al di là della poesia che permea tutto, Le Normand è riuscita ad avere gli occhi talmente aperti e così compensare una possibile visione da parte di un cieco che, grazie alla sua cecità, amplia gli altri sensi, ma sostanzialmente vede oltre, e ha visto talmente oltre che adesso è storia».
Véronique M Le Normand è nata in Bretagna e ha studiato letteratura a Rennes. È stata giornalista presso Marie-Claire. In Francia è particolarmente nota per aver pubblicato una serie di racconti per giovani (molti tradotti anche in Italia) intorno all’eroe Basile, un bambino mago che con i suoi poteri cerca sempre di modificare la realtà, e che a volte ne combina delle belle.